CORONAVIRUS, L’ECCELLENZA DELLA RADIOLOGIA ALL’OSPEDALE DI SUSA

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SUSA – Il reparto di Radiologia dell’Ospedale di Susa, guidato dal medico primario Gaetano Cuomo è una delle eccellenze della sanità valsusina: medici e tecnici sono impegnati ogni giorno a fronteggiare l’emergenza Covid insieme ai colleghi degli altri reparti del nosocomio segusino. Lavorano in squadra con i colleghi degli altri reparti per curare e salvare vite umane.

Il ruolo della Radiologia è fondamentale in questi mesi di emergenza all’ospedale di Susa, in particolar modo per identificare nei pazienti Covid eventuali complicazioni respiratorie e i segnali della temibile polmonite interstiziale, così come altre patologie. Un grande lavoro svolto “dietro le quinte”, ma fondamentale per individuare i casi più gravi e urgenti, con specialisti che operano ad alto rischio.

In questi mesi all’ospedale di Susa sono aumentate le TC polmonari di controllo Covid ed anche i casi di contagio: il personale è sempre in tenuta protettiva, così come nelle rianimazioni.

Ci sono rallentamenti perché purtroppo ci sono ancora dei pazienti “esterni” che devono eseguire esami: per la logistica i pazienti devono uscire ogni volta dalla Radiologia sino a quando non si sono sanati i locali, in modo che ogni esame si svolga in completa sicurezza.

Un grazie quindi al reparto di Radiologia guidato dal dottor Cuomo, così come a tutto il personale sanitario dei vari reparti dell’Ospedale di Susa: sono i nostri angeli custodi.

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21 COMMENTI

    • Detto da un covIDIOTA ci sta… scrivendo “notoriamente” si intende che c’è fior di documentazione, in merito. Sarebbe così gentile di indicarci dove leggerla?
      Dopo che non l’avrà trovata, vada a studiare, invece di diffondere cretinate!

    • Mi scusi , in quale rivista scientifica ha letto questo. Me la indici per favore, in modo da ampliare i miei orizzonti culturali.
      Grazie.

  1. Bravi! Bravi! Continuate a criticare! Intanto il virus si diffonde sempre di più! Non c’è bisogno di altro…il covid finirà per ucciderci tutti! E sarà anche colpa delle vostre inutili e dannose perplessità!

  2. Un ringraziamento particolare a tutto lo staff della radiologia di Susa, specialmente in questo periodo….comunque leggete anche tra le righe, se uno si firma “Covidiota” probabilmente fa molta ironia sul covid, facciamoci anche una risatina “perenne” ogni tanto…
    Poi per carità la gente soffre e muore per il covid, ma non mi sembra una cattiveria esagerata prendiamola per quella che è: una battuta.

    • Questa volta devo fare i complimenti a Disoccupato Perenne…che ha mostrato di cogliere l’ironia, anche magari un po’ caricaturale, di alcuni commenti. Doppiamente bravo, perché sembrerebbe che in questo sito i commentatori non siano molto in grado di comprendere articoli e commenti. Per gli altri…a mio modesto parere, credo che Covidiota faccia proprio ironia sull’ossessione che viviamo (o che ci fanno vivere). Se leggete altri commenti di Covidiota, vedrete che lui vede il virus anche nelle luci di Natale, negli incidenti stradali o nei bonifici bancari e che cita sempre i virologi visti alla televisione o le trasmissioni di Barbara D’Urso. È evidente che si stia facendo il verso a tanti commentatori di questo giornale (Gwen, Elisabetta, Klarissa, Brr, Marco, Piero, Giovanni, Gabriella e molti altri), che scrivono cose forse ancor più deliranti di Covidiota, citando appunto quasi sempre le sue stesse fonti informative. Cari covid lovers (come vi chiama il/la sempre brillante BOH), ascoltate il consiglio del caro Disoccupato Perenne e imparate a leggere fra le righe, vi farà bene e magari ne gioverà anche il vostro sistema immunitario…

  3. Complimenti a Covidiota, Disoccupato Perenne e Ivo Interrogat!
    Capisco la gioia nel sapere di avere un reparto eccellente, però non la ritengo una cosa da esaltare, piuttosto la reputo una cosa assolutamente normale e giusta.

    • BOH, i complimenti tientiteli per te e i tuoi amici untori! Lo sai che i complimenti sono il miglior modo per trasmettere il virus? Un sorriso, una pacca sulla spalla, una stretta di mano e zac! Ti ritrovi in terapia intensiva!

  4. Solo una riflessione che vorrei portare.
    Fare bene il proprio lavoro dovrebbe essere una prerogativa di tutti i lavoratori sia pubblici che privati, ma forse, decidi tu, il particolare sta in questo:
    – mentre tutto il mondo ed in particolare i lavoratori si sono fermati i sanitari hanno sempre lavorato
    – ferie e permessi sospesi a tempo indeterminato
    – mascherine sempre messe con occhiali appannati e cefalea da ipoventilazione,
    -Vestizione e svestizione anti covid, continue e difficoltà anche per poter pranzare o cenare
    – rischio altissimo di contagio perchè in osp. non è come al supermercato o su un marciapiede dove si va a passeggiare ma sei in ambiente altamente a rischio per tutti, perchè i malati ci sono realmente ed altri che arrivano, anche se non subito dichiarati malati, poi in un secondo tempo scopri che sono anche loro malati, ma intanto ci sei stato vicino .
    -difficoltà e marcato timore quando si rientra a casa nella paura di poter trasmettere virus ai familiari.
    – paura di abbracciare un nipotino o un parente e quindi rinunciare ai semplici normali scambi affettivi.
    -un continuo “bagno tra disinfettanti vari e lavate continue per essere stati vicini a persone infette che devi visitare a distanza ravvicinata
    -nessun riconoscimento economico propagandato, nè recupero, in moltissimi casi, delle ore in più prestate .
    E quando tutto sarà finito, chi tra i sanitari, non si è ammalato o è morto , continuerà ugualmente a lavorare quando tutti gli altri che si sono fermati, annoiandosi per uno o due mesi a casa, riprenderanno il lavoro forse si con molti pensieri ma almeno più riposati.
    Beh mi pare che un piccolo ringraziamento per tutto questo è meritato.
    Saluti.

  5. Solo una riflessione che vorrei portare.
    Fare bene il proprio lavoro dovrebbe essere una prerogativa di tutti i lavoratori sia pubblici che privati, ma forse, decidi tu, il particolare sta in questo:
    – mentre tutto il mondo ed in particolare i lavoratori si sono fermati i sanitari hanno sempre lavorato
    – ferie e permessi sospesi a tempo indeterminato
    – mascherine sempre messe con occhiali appannati e cefalea da ipoventilazione,
    -Vestizione e svestizione anti covid, continue e difficoltà anche per poter pranzare o cenare
    – rischio altissimo di contagio perchè in osp. non è come al supermercato o su un marciapiede dove si va a passeggiare ma sei in ambiente altamente a rischio per tutti, perchè i malati ci sono realmente ed altri che arrivano, anche se non subito dichiarati malati, poi in un secondo tempo scopri che sono anche loro malati, ma intanto ci sei stato vicino .
    -difficoltà e marcato timore quando si rientra a casa nella paura di poter trasmettere virus ai familiari.
    – paura di abbracciare un nipotino o un parente e quindi rinunciare ai semplici normali scambi affettivi.
    -un continuo “bagno tra disinfettanti vari e lavate continue per essere stati vicini a persone infette che devi visitare a distanza ravvicinata e in particolare rassicurare ed assisterli anche nelle loro paure.
    -nessun riconoscimento economico propagandato, nè recupero, in moltissimi casi, delle ore in più prestate .
    E quando tutto sarà finito, chi tra i sanitari, non si è ammalato o morto , continuerà ugualmente a lavorare quando tutti gli altri che si sono fermati, annoiandosi per uno o due mesi a casa, riprenderanno il lavoro forse si, con molti pensieri, ma almeno più riposati e salvaguardati.
    Beh mi pare che un piccolo ringraziamento per tutto questo è meritato.
    Saluti.

  6. Come ha giustamente fatto notare Uomo Libero in merito a Covidiota, probabilmente sono proprio questi interminabili commenti allarmistici e catastrofici come quello di gaetano ad aver alimentato le parodie di Covidiota… sempre che di parodie si tratti 😉

  7. Per i commentatori che si sono indignati per il commento di Covidiota,a cui faccio i miei complimenti per l’arguzia:è possibile che non riuscite a capire che era una provocazione?Mi sa che il Covid l’ho avete già,ma nel cervello.

  8. Mi ricordo ancora con piacere e malinconia gli anni passati alla Radiologia (allora “al buio”) dell’Ospedale Civile di Susa diretta dalla fenomenale Dott.sa Mariagiovanna Fazio, che allora svolgeva anche la funzione di Direttore Sanitario di quell’Ospedale. Allora,noi due Medici Radiologi, effettuavamo tutti gli esami di Radiologia Convenzionale utilizzando un’apparecchiatura non molto dissimile da quelle degli esordi della Radiologia. Tutta la diagnostica radiologica veniva svolta su un trocosyratigrafo della Ditta Rangoni-Puricelli, fiore all’occhiello della Dott.sa Fazio. Mi piacerebbe che la Dott.sa Fazio, che molto si operò per codesto Ospedale venisse in qualche maniera ricordata e commemorata. Purtroppo dì Lei, da allora non ho più avuto notizie.

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