CORONAVIRUS / OSPEDALE DI SUSA, LA LETTERA DI UN PAZIENTE GUARITO: “NON VI DIMENTICHERÒ MAI”

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LETTERA FIRMATA
SUSA – Infiniti ed affettuosi ringraziamenti, dal profondo del mio cuore, indistintamente, a tutta l’Equipe del reparto Covid a partire dal dottor Lucio Leggio, alla dottoressa Sattanino, al dottor Navone, al dottor Persico e a tutto il team infermieristico.
Abbiamo chiuso insieme, spero definitivamente, questo temuto reparto gestito peraltro egregiamente da tutti Voi. Devo confessare onestamente che la mia lunga degenza è stata alleggerita dalla Vostra estrema collaborazione, tempestività, educazione, cortesia, generosità, bontà d’animo e quant’altro si possa elogiare nello svolgere il Vostro grande lavoro o meglio la Vostra grande missione in modo encomiabile.
Non vi dimenticherò mai e vi abbraccio forte tutti.
Paziente “Letto 10” e la sua famiglia.
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3 COMMENTI

  1. Mi associo senza esitazione, insieme alla mia famiglia, ai ringraziamenti fatti a tutto il personale che ha operato senza risparmiarsi nel reparto covid19, dove sono stato ricoverato dal 17 al 25 marzo, al letto 15.
    Mi auguro anche che l evento covid faccia fare una profonda riflessione a chi governa, a tutti i livelli, sull importanza di ripotenziare la sanità pubblica, profondamente depotenziata negli ultimi decenni.
    R. S.

  2. I medici e gli infermieri sono sicuramente da ringraziare per l’ottimo lavoro svolto, a discapito della loro stessa vita. I ringraziamenti però penso andassero fatti privatamente, non dalle testate giornalistiche, perchè purtroppo dire a tutti che il reparto covid è chiuso è per molte persone poco riflessive come dire che l’emergenza è finita… la pandemia NON è finita, attualmente fa migliaia di morti in Brasile, in India, negli USA e altrove e può tornare qui in qualsiasi momento, quindi non è il momento di abbassare la guardia e riunirsi stupidamente per passeggiate di gruppo rigorosamente senza mascherina, organizzare feste di compleanno con tutti i compagni di scuola per i figli, fermarsi davanti ai bar o per strade, piazze e ponti a fare veri e propri assembramenti spesso e volentieri senza mascherine… sarebbe bene ricordare che è stata vinta una battaglia non la guerre, in Italia muoiono ancora più di 160 persone al giorno, e 160 famiglie piangono ogni giorno per il lutto di un familiare che non c’è più, non dimentichiamo i camion che trasportavano via i morti da Bergamo, non è il momento di fare i furbi… ok uscire per lavoro, commissioni inevitabili, attività fisica fatta in solitaria, ma tutti questi raggruppamenti orrendi che ho visto a Bussoleno, a Susa e altrove, non vanno affatto bene… se volete davvero bene a medici e infermieri, fate in modo che non debbano riaprire il reparto, statevene a casa vostra più possibile e uscite quando non se ne può fare a meno e in sicurezza, perchè altrimenti la seconda ondata potrebbe essere molto peggiore della prima, leggetevi la storia dell’influenza spagnola…

  3. Sono d’accordo con i commenti precedenti.
    In questa corsa verso la normalità non bisogna dimenticare che per migliaia e migliaia di persone la normalità é ora una tomba.

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