di LUCA SIVERA (medico dell’ospedale di Susa, post pubblicato su Facebook)
SUSA – L’emozione del nostro “gioiello” che, per la prima volta dopo più di un mese in un letto a lottare fra la vita e la morte, guarda verso casa….il pensiero, nel mio primo giorno quasi libero dopo ormai quasi 2 mesi, va a lui, va a quelli che abbiamo aiutato ad andare a casa lottando con gli amici e colleghi, va a quelli che non abbiamo potuto aiutare, va al compagno di stanza del nostro amico Salvatore che, in certi momenti, ci ha illuso di poterne uscire fuori forse persino più di lui. Sono stati mesi intensi, faticosi, difficili da un punto di vista lavorativo, umano ed emotivo.
Ho avuto l’onore di servire l’Italia in situazioni difficili all’estero ma nulla, né l’Iraq, né i campi profughi, né l’ospedale da campo in Libia, sono lontanamente paragonabili a questa missione combattuta in casa nostra.
Un grazie grande a chi ha lavorato con me (in primis il grande Lucio Leggio) e a chi mi ha aiutato ogni giorno sopportando anche il mio nervosismo e la mia irritabilità. Non ho mai avuto un bel carattere…ma dormire poco e male, i mille pensieri e la solitudine estrema non hanno aiutato. Ed un grazie al mio amico e primario Michele Grio per avermi costantemente supportato nei momenti più bui e al mio” fratello” Massimiliano Parlanti per esserci sempre.
La prima onda è quasi superata… Non cantiamo vittoria né abbassiamo la guardia perché altre onde arriveranno…. Il nostro dovere è di prepararci ad affrontarle ancora meglio imparando dalle tante cose che abbiamo fatto bene e dalle altrettante cose che avremmo potuto fare meglio. Vale per noi tutti e vale per chi è sopra di noi…. Sarà dura…. Ma non esiste alternativa che non sia la resistenza e la lotta.