di MARIA BARON
BUSSOLENO / SUSA – Il Coronavirus è arrivato nella nostra casa. Avevamo adottato tutte le precauzioni possibili: nessun contatto sociale e qualche rara uscita per la spesa oppure per portare la spazzatura nell’isola ecologica con le dovute protezioni. Ci siamo privati anche della visita dei figli e degli adorati nipoti, ma non è bastato. Il virus si è insinuato in modo subdolo colpendo mio marito che è più debole e con patologie pregresse.
La sera del 24 marzo mio marito ha avuto un malore. È arrivata l’ambulanza con gli infermieri e il personale attrezzati in modo adeguato tanto da sembrare astronauti. Dopo la misurazione della temperatura con professionalità e molta gentilezza hanno caricato mio marito sull’ambulanza per portarlo all’ospedale di Susa. Da quel momento non l’ho più visto. Ci hanno detto subito che non potevamo andare in ospedale, potevamo però telefonare per avere sue notizie.
Il giorno dopo gli hanno fatto il primo tampone che ha dato esito negativo, però i suoi polmoni ossigenavano male e in più si sono ripetute alcune crisi epilettiche per cui l’hanno dotato di maschera per l’ossigeno e tenuto sotto stretta osservazione. Il mattino seguente ci hanno comunicato che la situazione era stabile e ci hanno invitati a portare in ospedale le medicine che normalmente utilizzava.
Nel pomeriggio le condizioni si sono aggravate al punto tale che la dottoressa, che lo assisteva, mi ha comunicato che mio marito, che già da subito era grave con crisi
respiratorie ed epilettiche, era ulteriormente peggiorato e non era più reattivo.
Aveva perso conoscenza e probabilmente era in coma; si trattava solo più di ore forse di minuti. Fui in preda ad un dolore sterminato insieme ad una dose di incredulità: ma come sembrava che la situazione non fosse così grave e in più stavamo aspettando l’esito del secondo tampone visto che il primo era risultato negativo.
Non credo nella mia vita di aver passato un momento così drammatico: il compagno con cui ho condiviso più di cinquant’anni della mia vita se ne stava andando ed io non potevo neanche stargli vicino per dargli il conforto della mia presenza e accompagnarlo nell’ultimo viaggio.
Il dolore e la disperazione mi procurarono un forte rialzo della pressione con acuti dolori alla testa e un grande sfinimento. Tra l’altro dovevo stare isolata perché il secondo tampone aveva dato esito positivo e avrei potuto anch’io essere veicolo di infezione. Mi sentii smarrita come non mai nella mia vita anche se i figli, non potendo venire continuavano però a starmi vicina con numerose telefonate e videochiamate.
Nel momento in cui stai per perdere la persona cara i ricordi ti invadono: ti vengono in mente tutte le cose che avresti voluto dirgli e non gli hai detto, le cose che avresti voluto fare in più per lui e non hai fatto, l’amore che hai nei suoi confronti, ma non sempre gli hai manifestato; adesso vorresti trasmettergli tutto questo, fargli capire quanta importanza ha avuto nella tua vita, ricordare insieme i momenti tristi e lieti della nostra lunga vicenda matrimoniale. Ma tutto questo mi è precluso ed io in solitudine non posso fare altro che pregare, pregare per lui, pregare per me e per tutte le persone coinvolte in questa immane tragedia.
Alla sera mi richiamano dall’ospedale e mi annunciano che mio marito sta reagendo, si è svegliato dallo stato comatoso, ci sono speranze anche se la situazione è ancora estremamente grave. Dopo l’esito positivo del secondo tampone è stato trasferito
nel reparto Covid-19 al secondo piano della struttura e gli stanno somministrando delle cure antivirali in via sperimentale perché attualmente non esiste una cura certa per il Coronavirus.
So che mio marito, nonostante le patologie pregresse, ha un fisico forte e una grande voglia di vivere e combatterà con tutte le sue forze per sconfiggere il virus; mi spiace molto non poterlo aiutare in questa lotta che dovrò forse affrontare anch’io. Per il momento non ho sintomi particolari, ma potrebbero manifestarsi in qualunque momento perché ho avuto stretti contatti con il mio congiunto. In questo caso non mi lascerò sopraffare e metterò in campo tutte le mie energie per abbattere “la bestia”.
Vorrei mandare un messaggio a tutte le persone che si trovano nella mia stessa condizione e hanno un parente ricoverato in ospedale. È tristissimo non poterlo vedere e non potergli stare vicino, ma i nostri malati non sono soli; i medici e gli infermieri stanno facendo per loro l’impossibile.
So che oltre alle migliori cure mediche (sperimentano anche i più innovativi antivirali) stanno vicino a loro con tanta umanità, li aiutano e li confortano dando loro anche un supporto psicologico.
Un grande grazie e tutta la nostra riconoscenza al personale medico, infermieristico e sanitario dell’ospedale di Susa che si prodiga incessantemente per curare, per alleviare la sofferenza e confortare i pazienti (sostituendo in questo i familiari che non possono essere presenti).
cara signora, anche se non la conosco le sono vicina con il cuore e la comprendo perfettamente… Coraggio, continui a pregare e vedrà che si sentirà meno sola è più forte. un abbraccio virtuale, siamo tutti nella stessa barca, ma dobbiamo essere forti..Le auguro che vada tutto bene.
Scrivo solo per dire che non ho parole per esprimere quanto mi dispiace per lei e per suo marito, le sono vicina pur non conoscendola, e le auguro con tutto il cuore che suo marito vinca la lotta contro questo male assurdo…ho genitori di cui una invalida al 100 per cento e sono costretta ad aiutarli perché ne hanno bisogno, e vado da loro imbardata di mascherina, guanti, tengo la distanza di sicurezza, ma purtroppo sono anche una persona che fa uno dei pochi lavori che non si interrompono in questo periodo e vedo in giro tanta ignoranza ed egoismo…ci sono alcuni che sanno della mia criticità familiare e continuano a non mantenere la distanza di un metro, a non indossare la mascherina oppure a metterla con il naso fuori ben sapendo che non serve usata in quel modo, che toccano tutto quanto anche se ho appena finito di disinfettare tastiere, telefoni e quanto altro…spero che chi si comporta così legga la sua storia reale e capisca che andare in giro a fare i possibili untori anche inconsapevolmente è da criminali, perché una persona robusta magari prende il virus e non ha nessuna conseguenza, ma una persona anziana o una persona giovane con patologie pregresse o in cura per gravi malattie quali i tumori, rischia la vita e vorrei ricordare a tutti che ci sono anche dei bimbi che si curano da malattie gravi come la leucemia. Quindi auspico che TUTTI si mettano una mano sulla coscienza, escano di casa meno possibile e quando escono perché sono obbligati seguano tutte le norme igieniche per non contagiare altri e distruggere le loro famiglie. Ho sentito alcuni dire che muoiono solo anziani. Prima di tutto è una grande bugia, sono morte anche molte persone giovani o di mezza età. E poi chi usa il termine solo anziani,forse non sa che gli anziani sono quelli che ci hanno messo al mondo e accudito, senza di loro non ci saremmo neanche noi più o meno giovani,ed è un dolore immenso pensarli soli in un ospedale dove non conoscono nessuno e perdono ogni senso di riferimento …infine vorrei ricordare che molti anziani disprezzati dai più, sono quelli che mettono la pagnotta nel piatto a chi lavora nelle case di riposo, dunque dovrebbero essere amati e rispettati. Ancora un forte abbraccio alla signora che ha scritto la lettera, e coraggio, di tutto cuore spero che lei è suo marito possiate riabbracciarvi e volervi bene come avete fatto fino ad oggi.
Massimo rispetto e vicinanza ad entrambi. I piú sinceri auguri.
Mia mamma (che , anche se per pochi anni, non rientra ancora nella categoria anziani) è nelle stesse condizioni in cui era suo marito quando non gli avevano dato speranze…purtroppo mia mamma è così da una settimana. ..è una settimana che i medici ci dicono che nelle sue condizioni non ha nessuna speranza di sopravvivere al covid, che ha contratto in ospedale! Proprio mentre noi pensavamo la stessero curando per altra patologia grave e proprio quando sembrava fosse fuori pericolo ha contratto il maledetto coronavirus ….finché non ci chiamano per dirci il contrario, per ora respira ancora… e il suo articolo mi ha dato un po’ di speranza! Grazie!
quando vi rivedrete lo abbracci con tutto l amore che ha dentro….sarà il regalo più bello per entrambi. un caro saluto…forza!!!!
Sono sicura che suo marito ha sentito tutte le belle parole che lei ha detto e soprattutto ha sentito l’amore e l’affetto di un legame profondo.