di ANDREA MUSACCHIO
PECHINO – Quando riusciamo a metterci in contatto con “Marco”, in Cina è tardo pomeriggio. Marco è un nome di fantasia, perché ha chiesto al nostro giornale di mantenere l’anonimato. Maestro di sci che vive in alta Valsusa, Marco si trova nella provincia di Pechino per motivi di lavoro.
Da diverso tempo insegna a sciare nel paese del Dragone, ma tra pochi giorni dovrebbe tornare in Italia. Parlando con lui si ha subito la sensazione che sia decisamente sereno e tranquillo, nonostante anche da noi la paura per il Coronavirus continui a crescere a dismisura. In Italia, poi, sono diversi i casi di discriminazione verso gli abitanti cinesi. “Qui non ci sono persone decedute e abbandonate per strada, come alcuni dicono – esordisce Marco – E non c’è neanche tutto questo allarmismo inutile. Bisogna dire basta a questa psicosi”.
Marco al momento si trova in un resort, bloccato con altre 40 persone. Da qualche settimana nessuna persona può accedere all’interno della struttura (gli ultimi arrivi risalgono a qualche mese fa) e chi esce dall’edificio non può più rientrare. Prima delle comunicazioni ufficiali, pubblicate dal governo cinese il 26 gennaio, per uscire dal resort bisognava indicare quale fosse il motivo e la destinazione dell’uscita.
Successivamente, gli ospiti della struttura hanno dovuto comunicare tutti i posti da loro frequentati negli ultimi 14 giorni.
“Noi stiamo bene – assicura a ValsusaOggi – Nessuno ha dei sintomi. Siamo isolati all’interno della struttura e siamo tranquilli. Siamo al sicuro. Al mattino e alla sera ci misurano puntualmente la temperatura corporea. Usiamo la mascherina (la togliamo solo per mangiare) e ci laviamo mani e viso ogni qualvolta tocchiamo qualcosa. A Pechino, invece, la gente è chiusa in casa da venti giorni. Si esce soltanto per fare la spesa”.
Ma come si vive in Cina questo momento? “La preoccupazione c’è. Non posso dire il contrario. Ma qui si rispettano le norme di precauzione. Ci laviamo le mani e il viso costantemente; utilizziamo la mascherina ed evitiamo molto il contatto. Mi sento di dire che il problema non sono i cinesi. Ci sono molte persone che non tornano in Cina da mesi. Io penso che la reazione da parte degli stati europei sia esagerata. Per la Sars, che ha un tasso di mortalità molto più alto del Coronavirus, non erano state prese queste misure di sicurezza”.
“Qui a Pechino sono convinti che passerà tutto – continua – Basta rispettare le regole, stare chiusi in casa e lavarsi continuamente. Il problema più grande è stato lo spostamento per il capodanno cinese, dove le persone sono arrivate da tutta la Cina e da tutto il mondo. Adesso, che le persone non possono uscire di casa, la situazione dovrebbe tornare ad essere normale. Wuhan è stata isolata, le persone non possono decisamente muoversi”.
Inoltre, Marco ci racconta che per tenere aggiornata la popolazione, i media cinesi danno un aggiornamento sui casi accertati, ma anche sulle persone guarite dal virus: “Ogni mattina guardo i vari aggiornamenti. Si possono trovare ovunque, persino su WeChat, che è il social network numero uno in Cina. Sono molte le persone che stanno guarendo. Eppure, con questa paura che è esplosa in Europa, l’economia cinese sta letteralmente morendo”.
Tra pochi giorni Marco tornerà a casa. Il suo volo per l’Italia non è ancora stato cancellato, nonostante il blocco dei voli diretti da e per la Cina: “Sinceramente penso che non abbia senso bloccare i voli diretti. Una persona potrebbe comodamente fare scalo negli Emirati Arabi e tornare in Italia. Penso che se esistono dei modi per verificare la positività del virus, allora bisogna utilizzarli. Al momento non ho ancora parlato con le autorità italiane. L’ambasciata ha messo a disposizione due numeri di emergenza a Pechino. Aspetto ancora qualche giorno, magari la situazione lentamente si evolve in meglio. Se il mio volo rimane confermato tornerò a casa. Altrimenti, chiamerò per trovare delle soluzioni” ha concluso.
Fatemi capire, questo è da giorni isolato in un Resort di Pechino, quindi presumibilmente senza alcuna reale informazione sull’evolversi della situazione nel resto della Cina, e pretende di spiegare a tutti che siccome lui a Pechino sta bene allora il problema non esiste? Il 74% dei decessi (313 su 427, nel momento in cui scrivo) è avvenuto a Wuhan, non a Pechino. E 427 morti su 20719 casi accertati non sono certo pochi. La psicosi è vero, esiste, ma nel resto del mondo, non in Cina. In Cina il problema è reale, altrimenti il governo cinese non avrebbe paralizzato l’intero paese. Ed è proprio la pessima gestione della SARS che ha spinto il governo ad agire in modo così perentorio. Il fatto che il tasso di mortalità del virus sia inferiore alla SARS non significa che il virus non sia un problema. E lo dimostrano i numeri facilmente reperibili qua e costantemente aggiornati:
https://www.worldometers.info/coronavirus/
A volte si scambia l’ alllarmismo con la prudenza. Non so quandi abbian visto il servizio dei tg della quarantena in Italia, io non ci avevo fatto caso ma mi hanno fatto notare che nei pulman militari indossavan le mascherine , i sedili rivestiti ecc., ma i finestrini erano aperti.Mah! Considerando poi chi si reca in ospedale o abita in zone inquinate non e’ male l’ uso della mascherina. Infatti non ci vedo nulla di male. Poi se pensiamo che il coronavirus e’ stato scoperto a dicembre e hanno ammonito il medico che l’ ha scoperto e che purtroppo si e’ ammalato fa pensare. Non e’ un virus che si prende incontrando una persona di origine cinese….deve starnutire per passarlo ….non lo trasmette col pensiero.
La Farnesina ha consigliato a tutti gli italiani di rientrare il prima possibile perché non si sa cosa la Cina potrebbe fare in caso la situazione si aggravi. In particolare potrebbe essere isolata in modo completo dal resto del mondo per molto tempo. Per cui il lettore-maestro di sci stia pure lì tranquillo, basta che non venga a lamentarsi se dovesse scoprire di dover soggiornare i Cina obbligatoriamente per i prossimi 6 mesi…
o quasi
https://www.ilpost.it/2020/02/07/wuhan-nuove-misure-contro-coronavirus/