DALLA DIREZIONE DIDATTICA STATALE “P.P. LAMBERT”
OULX – Il monitoraggio della situazione emergenziale Covid-19 nella Direzione Didattica Lambert (Alta Valle di Susa) è stato condotto a cadenza settimanale, fin dal primo giorno di lezione, in tutti i dodici punti di erogazione del servizio (undici plessi scolastici e un Ufficio di Segreteria didattica, collocati in sette diversi Comuni). Dai dati risulta che su complessive sette sezioni di Infanzia (128 bambini) e 28 classi di Primaria (404 bambini) e 87 adulti, tra docenti e personale ATA), nessuna classe è stata messa in quarantena a causa di contagi da Coronavirus.
Alcuni plessi sono passati totalmente indenni, senza registrare neanche un giorno di assenza “causa Covid” ma comunque tutte le sezioni e tutte le classi sono sempre state aperte, con lezioni sempre in presenza. Ciò nonostante in totale sono appena sette i bambini che tra i l mese di settembre e dicembre sono risultati positivi al Covid, mentre non arrivano alla ventina i bambini che sono stati invece in quarantena individuale, perché contatti di famigliari positivi. La percentuale di positivi tra i bambini è quindi appena superiore all’uno per cento (1,3 %). Fra i docenti e il personale ATA la percentuale è altrettanto minima: in tutto sono stati in quarantena individuale, perché positivi o contatti stretti di positivi, 4 docenti su 59 e 2 collaboratori su 23.
Non solo. Confrontando i dati delle assenze dei primi quattro mesi dell’anno scolastico scorso, con i primi quattro di questo “anno Covid”, si scopre che, pur essendo cresciuta la popolazione scolastica, dai 480 iscritti dell’anno scolastico 2019-2020 agli attuali 532 dell’anno scolastico 2020-2021, la percentuale totale delle assenze è restata pressoché invariata e in alcuni casi, come a Sestriere o a Sauze d’Oulx è addirittura scesa (rispettivamente da 52 a 44 giorni complessivi di assenza e da 206 ore a 146 ore totali di assenza). Un piccolo record, rispetto alla tendenza nazionale e locale, sul quale la Dirigente Barbara Debernardi e il suo gruppo di Referenti Covid di plesso si sono interrogati, per cercare di capirne le motivazioni.
Probabilmente una serie di fattori correlati hanno creato una tale condizione di sicurezza: la formazione preventiva per tutto il personale scolastico e le famiglie, condotta on-line e già prima dell’apertura della scuola, lo scrupoloso rispetto dei protocolli interni, la sottoscrizione di un patto di corresponsabilità tra scuola e genitori (che non hanno mai dovuto compilare quotidianamente il “bollettino temperatura”, ma si sono impegnati a non portare a lezione i figli con febbre superiore ai 37.5 gradi) e la riorganizzazione interna degli spazi, che senza trasformare le scuole in una via di mezzo tra l’ospedale e la prigione, ha comunque creato distanziamento con dischi colorati e giardini fioriti sui pavimenti.
A tutto ciò però si è aggiunta la scelta coraggiosa di svolgere quante più lezioni all’aperto, senza preoccuparsi delle condizioni meteo e della giovane età degli allievi. La scuola si è trasferita nei prati che circondano i paesi, negli orti degli insegnanti, nei centri storici dei borghi, sulle piste da fondo, sui sentieri di montagna e soprattutto nei boschi e nelle pinete, che sono diventate aule a cielo aperto e a respiro libero, in cui non solo fare attività motoria, ma studiare storia, scienze, geografia, lingue, tradizioni culturali e religiose del territorio, dove andare a disegnare, raccogliere materiali, ascoltare la musica della natura.
“Per una volta – afferma la Dirigente Debernardi – essere Piccole Scuole di Montagna anziché un problema logistico, di organizzazione, di reclutamento del personale, è diventato un valore aggiunto. L’emergenza sanitaria ci ha costretti a modificare la didattica; l’ambiente ci ha aiutato a volgerla in meglio, permettendoci di guadagnarci non solo in salute”.
Conclude la Debernardi: “In un territorio di alta e altissima montagna, con la scuola “più bassa” a 1.032 metri di quota e la “più alta” a oltre 2.000, con sedi anche minuscole, sparse in oltre 430 km quadrati di superficie, normalmente è faticoso gestire la quotidianità, gli spostamenti, i rifornimenti di materiali, le supplenze. Ma in questa occasione eccezionale i piani si sono capovolti. E probabilmente oltre all’impegno di tutta la comunità scolastica, ci ha salvato il distanziamento altimetrico e geografico, più che il tanto invocato distanziamento sociale”.
Nooo! Così pochi? E come facciamo a continuare a fare festa col lockdown!
Poverino, che Natale triste passerai tu e i tuoi compari covidioti.
Complimenti alla Dirigente Barbara Debernardi che ricordo come ottima insegnante già oltre 20 anni fa…segno che quando le persone sono intelligenti e volenterose riescono a rendere davvero speciale ciò che fanno. Brava