di FABIO TANZILLI
Isol Edil Bussoleno, Toro Chiusa S. Michele, ItalCoge Susa, Cabind Chiusa San Michele, Serplast, Portedi Sant’Ambrogio. E poi Beltrame San Didero, Stile Bertone Caprie, Cabind, Vertek Lucchini Condove, Tekfor, Flenco e Azimut ad Avigliana, Ibs a Buttigliera, Alcar di Bruzolo, Selmat Sant’Antonino…tra fallimenti, mobilità, casse integrazioni ordinarie o straordinarie, e chiusure di attività, il 2014 in Val Susa ha rappresentato la strage dei posti di lavoro. In tutti i settori principali: edilizia, chimici/plastica, metalmeccanica, gomma, trasporti.
GUARDA E SFOGLIA QUI L’ELENCO COMPLETO DELLE AZIENDE IN CRISI
Una crisi profonda, profondissima. Nelle fabbriche e negli stabilimenti della Valle di Susa e della cintura ovest di Torino, ad oggi, si sono persi 10.000 posti di lavoro. L’allarme è stato lanciato dai sindacalisti Cgil e Uil dell’area torinese. “Da questa crisi sono interessati particolarmente Collegno e tutta l’area Ovest della provincia – spiegano i sindacalisti – per la Val Susa si può parlare di desertificazione del sistema produttivo”.
“Occorre riaprire dei tavoli per il lavoro con i Comuni della Val Susa – lancia l’allarme Maurizio Poletto, responsabile locale della Cgil – la richiesta verrà fatta all’Uunione dei Comuni, chiedendo la ri-convocazione del tavolo per il lavoro della Comunità Montana”.
Non servono commenti: basta guardare le tabelle con tutti i numeri, l’elenco delle fabbriche e i posti di lavoro persi e a rischio. Un 2014 da dimenticare.
TABELLE CON LE AZIENDE IN CRISI DI VAL SUSA E CINTURA OVEST:
Leggendo questo con occhi da imprenditore posso dire che se è stato scritto sarà sicuramente la verità e la cosa fa rabbrividire. Pertanto tenete duro perché le crisi in ogni paese hanno sempre avuto una fine.