CHIOMONTE – La Regione Piemonte convocherà ad un tavolo di confronto il sindaco di Chiomonte Roberto Garbati e i proprietari degli impianti privati (la Dedalo di Cerutti) per riaprire le piste e gli impianti di sci di Pian del Frais. Lo ha annunciato il 10 gennaio l’assessore regionale Fabrizio Ricca, durante il Consiglio Regionale del Piemonte, rispondendo a un’interrogazione del consigliere regionale del Pd, Diego Sarno. “L’assessorato allo Sport della Regione Piemonte – spiega Ricca – si impegna a convocare un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale di Chiomonte e i proprietari degli impianti privati, atto ad individuare soluzioni utili per consentire, in un orizzonte temporale ragionevole, la riapertura al pubblico della stazione sciistica e il regolare funzionamento degli impianti di risalita”.
Il problema della mancata apertura delle piste di sci e degli impianti pubblici e privati del Frais, sollevata dal nostro quotidiano ValsusaOggi, rappresenta un triste esempio di spreco di fondi pubblici e di fallimento politico-economico. Sia gli impianti di proprietà privata (della Dedalo) che quelli di proprietà pubblica (del Comune) sono chiusi. I due principali interlocutori non riescono ad accordarsi su nulla, e così ci rimette tutto il territorio. Appare ancora di più una beffa che i due impianti di risalita pubblici (di proprietà del Comune) realizzati spendendo milioni di euro dei cittadini, siano chiusi da anni e senza alcuna prospettiva di utilizzo. Si tratta delle seggiovie Chiomonte-Frais e Frais-Sauzea.
“La Regione Piemonte non ha il potere sostitutivo, nei confronti del Comune di Chiomonte, per la riattivazione delle seggiovie – spiega l’assessore regionale Ricca – gli impianti potranno riaprire soltanto con l’individuazione di un soggetto gestore, ai sensi della normativa vigente in materia di contratti pubblici”.
Per queste ragioni il consigliere regionale Sardo ha chiesto alla Regione Piemonte di intervenire “velocemente, per contribuire e accompagnare il percorso per far riaprire le seggiovie Chiomonte-Frais e Frais-Sausea”. Il consigliere ha interpellato la giunta Cirio, ottenendo l’impegno della Regione a istituire un tavolo con l’amministrazione comunale di Chiomonte e i soggetti privati coinvolti nella gestione. “La Frais-Sausea – spiega Sarno – è ferma dal marzo 2018, mentre la Chiomonte-Frais addirittura dal settembre 2017, fatti salvi alcuni giorni tra agosto 2020 e agosto 2022. Negli ultimi quattro anni dunque queste seggiovie pubbliche sono rimaste sostanzialmente chiuse. La situazione della stazione sciistica del Pian del Frais è molto grave e non si può escludere che comporti un ingente danno erariale. Questa stazione – sottolinea Sarno – è da considerarsi un bene comune dell’intera Valle di Susa, di Torino e del Piemonte, ma è riduttivamente assoggettata all’amministrazione comunale di Chiomonte e ai privati, che non ne stanno garantendo l’apertura”.
Il consigliere regionale Sarno spiega che l’interrogazione presentata in Regione nasce “dal dettagliato lavoro svolto dalla consigliera comunale di Chiomonte Lucrezia Bono con una lunga, pur semplice nelle richieste, interrogazione rivolta al sindaco Garbati il mese scorso”. “Le seggiovie comunali “Frais-Sausea” e “Chiomonte-Frais”, dalla loro prima apertura al pubblico nell’inverno 2011, ci risulta abbiano funzionato a singhiozzo- aggiunge Sarno – la “Frais-Sausea” è ferma dal marzo 2018, mentre la “Chiomonte-Frais” addirittura dal settembre 2017, fatti salvi alcuni giorni di apertura tra agosto 2020 e agosto 2022” accusa il consigliere regionale. Ma non solo: “Abbiamo appreso che dal 2018 il Comune di Chiomonte non effettua gare di appalto per la gestione di questi impianti, e che gli impianti privati sono gli unici a essere stati aperti durante le ultime stagioni invernali – spiega il consigliere regionale – aperture contraddistinte, tra l’altro, da una totale incertezza fino a pochissimi giorni dall’inizio della stagione. Negli ultimi quattro anni, comunque, le seggiovie pubbliche sono rimaste sostanzialmente chiuse e a poco è servita la mozione presentata dalla consigliera comunale Bono per sbloccare la situazione, respinta dalla maggioranza che governa Chiomonte. Gli impianti di risalita non permettono solo la fruizione di un servizio di interesse generale come la possibilità di dedicarsi all’attività sciistica, ma costituiscono anche la base dello sviluppo del turismo montano e, conseguentemente, dello sviluppo economico dei territori interessati”.
Un bel tavolo di confronto, possibilmente in Bulgaria o sul lago Balaton per incontrarsi a mezza strada tra società proprietarie e Comune di Chiomonte.
Poverini…chissà il dolore che stanno provando.
La madre dei Gabriele 2 è sempre incinta 🙁
In effetti una riunione tra i fafioché della regione e i fafioché del comune e del frais non può che essere di buon auspicio per quel che resta della stagione sciistica…
Vero, gli impianti privati son stati aperti negli ultimi anni a singhiozzo. Ma la sicurezza dei fruitori non è sempre stata garantita in barba alle normative dell’ustif!! Sarebbe giusto dunque controllare ed obbligare il privato a prendersi onere, spese e obblighi per rispettare la sicurezza degli impianti.
Deve intervenire la procura di Torino e la G. Di Finanza, così sia il Comune e i Cerutti, fuori dalle scatole….
Siamo stufi delle vostre cavolate, ci stiamo rimettendo tutti.
Potrebbe e dovrebbe essere il più grande Bike Park vicino a Torino per tutti gli
amanti del downhill o per chi semplicemente vuole fare durante l’ inverno dello sci di fondo in un luogo meraviglioso come il Frais a meno di un’ora da Torino con centinaia di appassionati dal Capoluogo e limitrofi che affollerebbero gli impianti . Le ricadute economiche sarebbero positive sul territorio , incoraggiando la diffusione di numerose piccole attività commerciali . Dubito che chi siede a questi tavoli abbia compreso come è evoluto il turismo in questo senso parlando ancora solo ed esclusivamente di sci di discesa , ormai praticabile con costanza dai 2000 mt slm in su
Da estraneo mi pare incredibile (o terribilmente tipico) che avendo 1 (1 sola!) risorsa a disposizione, si riesca a fare in modo di sciuparla.
E si sciupano pure soldi pubblici?
Dedalo e società collegate, come del resto l’amministrazione comunale, non saranno campioni di imprenditoria ma, per restare seri, Jacopo e Forestiero dovrebbero continuare ad occuparsi delle loro imprese e, se non fossero imprenditori, a risparmiarci idee strampalate.
I “si potrebbe fare….” e le “risorse a disposizione” sono belle fantasie che per diventare realtà richiederebbero miracoli su cui nessuno può seriamente contare.
Per restare nella realtà, segnalo che lunedì 2 gennaio in Alta Valle lo zero termico era vicino ai 2.800 m.
Esimio Prof. Tal dei Tali, ma se sono idee strampalate, allora perchè il portale della Vs Valle continua ad avere sempre in prima pagina dei post sul tema? E perchè il Comune, tutti o qualcuno, continua a stare al gioco?
E magari si sprecano pure soldi pubblici ?
Scusatemi se scrivo scemenze
Cerutti e Bono nello stesso brodo… tirano l`acqua per lo stesso mulino. Complimenti!!!
Da un programma elettorale:
Un bel centro termale nel vescovado…utile sicuramente alla collettività.
Com`e` possibile che il privato possa sedersi ad un tavolo di trattativa con la pubblica amministrazione?
Bah che scatole cinesi!
Il bello che vi sono ancora persone, politici ancora capaci di osannarli e appoggiarli! Siamo messi veramente male!!
Che sfortuna, devo aver mancato durante gli anni Universitari e di specializzazione le lezioni del Professor Shahrazad! Chissà quali idee fioccherebbero ora, potrei forse condividerle con i manager che ora formo. La tengo aggiornata sugli sviluppi
Molto grave il fatto che una consigliera comunale, figura pubblica ed eletta dai cittadini provi a recuperare, salvare ed elogiare questi privati cittadini.
A che pro la Bono muove battaglia contro il Comune ed elogia i Cerutti?
Che schifo.
Se l’appellativo di Esimio Prof. Tal dei Tali per caso fosse rivolto a me, escludo di essere Prof. mentre imprenditore/trice/* lo sono stato e lo sono ancora.
Sui portali pseudo turistici, su chi li ha voluti e su cosa ci mette e ci scrive non vado oltre, sicuramente non hanno mai portato la pagnotta ad altri che non ne fossero i diretti gestori.
La Ns Valle, pur massacrata da un declino industriale che ha travolto gli antichi splendori, è ancora ricca di manifatture, di imprenditori che le dirigono e di operai e quadri che ci lavorano.
Queste continuano a produrre e sovente a crescere, qualche volta anche a morire, senza inutili portali che facciano loro da vetrina:
Piccole e medie imprese consapevoli spettatrici del pieno naufragio di quei pochi e sterili tentativi fatti della politica di ficcarci il naso senza mai dare in cambio credibili contropartite.
Che ne so io di in campo di grano … (non di neve)…
Non molto ma quanto basta per poter affermare che in questa Ns Valle sono in molti a saperne moltissimo, anch’essi senza troppi portali, anche se qualcuno per loro esiste.
Strampalato di nome e di fatto, posso immaginare.
Poveri sventurati quanti sono stati formati da Lei e sventurati coloro che li hanno assunti, posso immaginare.
Un “formatore” così accorto che non ha inteso che non mi mi sono affatto candidat* per proporre idee e ancor meno ha inteso che ho scritto di imprenditori e non di manager, che forse di idee strampalate potrebbero anche campare mentre chi fa impresa in proprio sfortunatamente non se le può permettere.
Altroché` benefattori.