di FABIO TANZILLI
SANT’ANTONINO DI SUSA / RIVOLI – Laura, una donna che vive a Sant’Antonino di Susa, ha dovuto partorire in macchina aiutata dal marito Adriano, mentre stava andando in ospedale a Rivoli. Il fatto è avvenuto venerdì 8 luglio.
Al mattino la domna era già in ospedale e dopo i controlli era stata rimandata a casa. Ma poi ha iniziato ad avere i primi dolori e con il marito è ripartita dalla Valsusa per Rivoli. Andando giù ha partorito in macchina, si trovava già verso Rivoli, con il marito che ha seguito le istruzioni del 118 al telefono. Le acque si sono rotte prima che potesse raggiungere l’ospedale, che si trova alle porte di Torino. Ormai da anni le donne che vivono in Valsusa sono costrette a partorire all’ospedale di Rivoli, perché la Regione Piemonte (durante la presidenza di Chiamparino) ha chiuso il punto nascite dell’ospedale di Susa.
eh ma il reparto maternità a Susa non serviva vero ?
Il PD prima e la Lega ora, non hanno fatto altro che lavorare per distruggere il SSN a favore della sanità privata. Alla faccia del fatto che dopo la pandemia si sarebbero dovuti aumentare i fondi per la Sanità: siamo messi ancora peggio di quanto non fosse prima del Covid!
Poverina…chissà il dolore che ha provato.
Poverina davvero, è una vergogna che non esista più un reparto maternità in Valle di Susa e questa la diretta conseguenza… Auguri per il nuovo nato!!
Poniamoci la domanda… quando si era ipotizzata la chiusura del reparto maternità dell’ospedale di Susa alcuni volenterosi avevano organizzato una “democratica e pacifica protesta” all’esterno dell’ospedale per mantenere il reparto. Vi erano molte mamme ma la maggioranza dei cittadini non aveva partecipato. Adesso accadono queste situazioni! E’ andata bene ma….in futuro andrà sempre così bene??? Me lo auguro di cuore.
Pensate che il marito ha fatto tutto questo guidando! …scherzi a parte, felicitazioni!
Una delle mille cause del calo demografico, perché no?
O forse il calo delle nascite è una causa della chiusura del punto nascite
Nel 2022…
Una volta le gestanti venivano tenute in ospedale.
Ora dimesse con invito a ritornare.
Nemmeno abitassero a 2 km dall’ospedale.
Siamo nelle mani di dio; anzi nelle mani della fortuna. Un ringraziamento a tutti quanti hanno contribuito secondo le proprie possibilità a fare chiudere la ginecologia di susa. E non sono solo politici.
Servirebbe almeno una bretella scorrevole per collegare l’ospedale con l’autostrada, e all’ospedale un parcheggio adeguato.
Ringraziamo Saitta…ma qualcuno l’ha più visto??