Partorire il proprio piccolo su una piazzola dell’A32, perché respinti dall’ospedale di Susa, che ha praticamente l’obbligo di dirottare le mamme all’ospedale di Rivoli. É la grottesca vicenda capitata ad una coppia di marocchini domenica sera, costretti a far nascere loro figlio lungo la Torino-Bardonecchia, all’altezza di Bussoleno. Prima o poi un caso simile doveva accadere, ma per fortuna non ci sono state conseguenze ed il bimbo é nato sano. Già nel dicembre 2013 ValsusaOggi aveva denunciato la lenta eutanasia del punto nascite dell’ospedale di Susa, con la strategia di mandare in media 8 mamme su 10 a partorire a Rivoli, riducendo drasticamente i numeri delle nascite, e quindi le possibilità di intervento, così come la qualità del servizio sanitario.
Nei mesi successivi ci sono state riunioni, varie iniziative di sensibilizzazioni e incontri tra Asl, Comune e Comitato delle donne che hanno partorito a Susa: il tema é caldo, anche politicamente, perché fra due mesi si vota alle amministrative di Susa. Si é parlato tanto del problema, sono state fatte promesse, ma alla fine la strategia di mandare quasi tutte le mamme via da Susa, continua imperterrita.
E lo dimostra proprio quanto avvenuto domenica sera al piccolo Mohammed. I genitori vivono a Susa, avevano già fatto nascere gli altri due figli nell’ospedale valsusino, ma per il nuovo nato non era possibile. Nei giorni precedenti al parto dall’ospedale gli hanno detto che la donna doveva partorire a Rivoli, perché alla donna hanno riscontrato un leggero diabete gestazionale. Cosa non gravissima, né eccezionale, come ha spiegato il marito, Abdel Aziz Mejdoubi: “Anche i miei primi due figli sono nati con il glucosio alto – ha dichiarato – ma erano comunque rimasti a Susa, senza problemi”. Il parto “improvvisato” sull’A32 é avvenuto domenica sera, dopo che la donna ha iniziato ad avere le contrazioni. Il marito ha telefonato all’ospedale di Susa, avvisandoli dei dolori, ma gli hanno detto che doveva comunque scendere fino a Rivoli. E così hanno fatto. Peccato che all’altezza di Bussoleno alla mamma, Mahamma Bouraki, si sono rotte le acque prima di percorrere i ben 40 km che separano Susa da Rivoli. Quindi il marito non ha potuto far altro che improvvisarsi ostetrica, parcheggiare in una piazzola e aiutare la consorte a far nascere il piccino. A tutta velocità, il padre é poi tornato alla guida dell’auto, riportando moglie e figlio a Susa, ormai già nato, dove gli hanno tagliato il cordone ombelicale.
I genitori hanno fatto denuncia ai carabinieri, e dovrà essere chiarito anche il motivo per cui la donna già al sabato sera si era recata a Rivoli lamentando i primi dolori, ma era stata comunque rimandata a casa perché il tracciato non aveva mostrato contrazioni.
DONNA PARTORISCE IN AUTOSTRADA: “RESPINTA” A SUSA, LE AVEVANO DETTO DI ANDARE ALL’OSPEDALE DI RIVOLI
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Penso che non cé più religione…ii personale ospedaliero non ne può…ma i signori in alto dovrebbero vergognarsi…e qndo,vogliono il voto far finta di non capire come fanno loro con noi.sperando que non stia male uno de la loro flia.ma li ce il rimedio, tranqlli.
Che vergogna!!! CHE VERGOGNA!!!!
In un Paese civile che vanta valori democratici e cristiani, si lascia partorire in mezzo alla strada…
Non credo che il problema sia del personale dell’ospedale, ma di chi ovviamente sta in alto.
L’ospedale di Susa dovrebbe essere attrezzatissimo e capace di affrontare ogni problematica ed urgenza, essendo al centro di una lunga valle con una utenza molto numerosa, ma è meglio, per chi ci governa, dirottare i soldi in opere inutili e dannose. E’ meglio bucare le montagne. Chissà perché…
Abbiamo chi abbiamo votato