di FABIO TANZILLI
“Ho fatto una cazzata, chiedo scusa al ministro Kyenge e a tutti, non sono un razzista, ho sbagliato”. Così il capogruppo di maggioranza in consiglio comunale a Bardonecchia, Renato Brino, replica e si difende dopo la bufera causata dal suo post pubblicato su Facebook questa mattina, in merito alla visita del ministro Kyenge a Bardonecchia per partecipare all’assemblea annuale del Masci, il movimento che raggruppa gli scout adulti di tutta Italia.
Brino si era lasciato andare ad alcune battute e commenti razzisti, riferiti all’arrivo della ministra di origini africane.
Tutto era iniziato con una normalissima battuta: “Il ministro Kyenge domenica incontra gli scout a Bardonecchia…siamo a posto”.
Da lí son arrivati altri commenti, a cui però Brino ha risposto aggiungendoci frasi di cattivo gusto: “La nostra amica neretta….” E poi, rispondendo ad un’altra battuta fatta sul post da un amico che diceva “Speriamo nevichi…così risalta”, il capogruppo della maggioranza del sindaco Borgis ha riposto “risalta già troppo….”
Ma l’uscita peggiore é avvenuta quando Brino ha parlato di disinfettare il Palazzo delle Feste dopo l’intervento della ministra: “Tutto bene – scrive nel post – l’unica cosa è che spiace un po’ per chi dopo deve fare la disinfestazione del Palazzo delle Feste“.
Continuano i commenti anche di altri utenti, passano i minuti e il capogruppo di maggioranza, prossimo assessore ai Lavori Pubblici dopo il “licenziamento” di Grisa, capisce che forse ha esagerato (o forse gliel’hanno suggerito qualcuno). Toglie il post incriminato, ma rimarcando “anche faccio parte di un’amministrazione, ho diritto ad esprimere una mia idea”. Ma ormai il caso é scoppiato: il sindaco Borgis dichiara: “Non condivido assolutamente discorsi del genere, sono delle stupidaggini”.
E Brino si rende conto di aver sbagliato, in buona fede. “Sono tutto tranne che razzista, mia nuora é brasiliana, mia figlioccia vietnamita….chiedo scusa al ministro e a tutti, non era mia intenzione offendere nessuno”.
Si é trattata di una sgradevole leggerezza, e chi conosce Brino, sa che non stiamo parlando di un esponente di Alba Dorata, di Forza Nuova, o di un neo-naziskin, bensì di un consigliere comunale che si impegna ogni giorno nel suo incarico per Bardonecchia. Evidentemente ha compiuto una leggerezza, sono frasi che si dicono magari goliardicamente al bar, ma che pubblicate su un social network e scritte da un rappresentante delle istituzioni, diventano parole dure come le pietre.
E già solo per il fatto che abbia chiesto scusa pubblicamente, ammettendo il proprio errore, dimostra che Renato Brino sia molto diverso – e probabilmente migliore – rispetto a tanti altri personaggi, e politicanti, che non hanno mai la forza di riconoscere i propri errori.
Questa vicenda fa capire ancora di più quanto sia importante l’utilizzo dei social network, di Facebook e Twitter, soprattutto da parte di chi ha un ruolo di pubblico ufficiale e rappresenta lo Stato Italiano, e prima ancora la Città di Bardonecchia.
Il paradosso finale é che questa vicenda tocca nuovamente in maniera negativa l’amministrazione comunale di Bardonecchia e del sindaco Borgis, che sembra non conoscere mai pace, dopo lo scoppio del caso Grisa, non ancora concluso, e ora la gaffe di Brino, che a giorni dovrebbe essere nominato assessore.
Ma è mai possibile che siamo diventati schiavi in casa nostra e mai possibile che questi stranieri sono diventati dio è noi merde in casa nostra io vorrei sapere a chi è venuto in mente di mettere gli stranieri bianchi o neri che siano a comandare nel nostro governo questi sono i furbi della sinistra adesso ne pagate le conseguenze noi quando andavamo all’estero non solo di essere eletti ma non potevamo neanche votare sarebbe ora che vi svegliate un po’e tornassimo tutti a farci rispettare in casa nostra non continuare a fare gli zerbini dell’Europa e degli stranieri cominciamo a far rispettare le nostre regole come fanno loro a casa loro che non puoi scendere da un aereo senza coprirti la testa fatemi il santo piacere torniamo a riprenderci la nostra vita le nostre tradizioni il rispetto e la nostra cultura, i nostri valori che sarebbe ora vi do anche il permesso di pubblicare questo mio. pensiero e per questo non accetto di essere chiamata razzista perché i razzisti sono loro che arrivano qui e non fanno altro che prendere e comandare con arroganza se volete pubblicare questa mia posizione fate pure, buona serata grazie