di NICOLE CASTELLI
BUTTIGLIERA ALTA – Vive in Valsusa uno degli organizzatori dello sciopero per il clima organizzato venerdì 15 marzo a Torino, a cui hanno partecipato migliaia di persone. Si chiama David Wicker e ha 14 anni: vive a Buttigliera Alta e studia al liceo scientifico Pascal di Giaveno. David ha iniziato lo sciopero da undici settimane. È stato a Strasburgo, invitato con altri attivisti di 18 nazioni a seguire il dibattito del parlamento europeo sui cambiamenti climatici. David fa parte del team internazionale di programmatori che gestisce i social di #FridaysforFuture.
– David, come sei venuto a conoscenza dell’iniziativa di Greta?
Sono venuto a conoscenza dell’iniziativa di Greta e del movimento da lei creato tramite i social.
– Con chi hai iniziato questa avventura?
Sui social avevo visto che un piccolo gruppetto di amici avevano scattato un selfie in piazza castello con un piccolo cartello che leggeva “SchoolStrikeForClimate” Allora ho deciso di unirmi anche io e di portare avanti l’iniziativa anche a Torino.
– Quali erano le tue aspettative all’inizio?
Quando mi ero unito al primo sciopero “ufficiale” FFF Torino eravamo in pochissimi. E durante tutti gli scioperi (dieci) non avevamo mai raggiunto un numero di partecipanti superiore a trecento. All’inizio sentivo molta forza di volontà e bisogno di continuare, ma nonostante ciò non mi sentivo molto positivo nei risultati che avremmo raggiunto. La mia aspettativa è cambiata dopo il 15 marzo, e ora finalmente sento di poter essere almeno un poco positivo nel futuro. E nel cambiamento.
– Che cosa ti piacerebbe vedere nelle prossime settimane sia negli scioperi che nelle azioni intraprese dal governo?
Nelle prossime settimane spero di vedere una maggiore partecipazione agli scioperi e manifestazioni settimanali. Da parte della politica spero che si passi dalle promesse, alle azioni concrete. Durante il dibattito sui cambiamenti climatici al Parlamento Europeo di Strasburgo, non si ha fatto che affermare l’esistenza dei cambiamenti climatici e ringraziare il movimento giovanile Fridays For Future. Non si è sviluppato un dialogo costruttivo sul Come risolvere il gravissimo problema.
– Da parte tua cosa speri di portare per il cambiamento, sia nel presente sia nel futuro, a livello di studi e lavoro?
Spero che con il movimento che si sta espandendo in tutto il mondo, le scuole si concentrino maggiormente ad aumentare la consapevolezza in riguardo dell’emergenza climatica. E spero che le istituzioni si impegnino ad agevolare il passaggio alle energie rinnovabili e alla minimizzazione delle emissioni.
– Tu come singolo individuo invece?
Io nel mio piccolo faccio tutto il possibile (anche tenendo conto la mia età) per aumentare consapevolezza tra le persone, e tra gli studenti. Nella mia scuola spiego i cambiamenti climatici in classe, ma anche in piccoli corsi diretti a tutta la scuola. Adesso sto cercando di convincere la presidenza della mia scuola a fornire cestini per la differenziata da disporre nei corridoi e nelle classi.
– Come pensi di poter coinvolgere anche chi ancora non si è posto il problema del cambiamento climatico?
Innanzitutto attraverso i social, che sono tutt’oggi il mezzo di comunicazione più utilizzato, ma anche sui media (telegiornali, giornali e riviste) dobbiamo impegnarci a dare più spazio all’emergenza climatica. Le immagini sono molto “potenti” e possono raggiungere qualsiasi pubblico. Inoltre i video riescono a sensibilmente ulteriormente le persone disinteressate. E in generale spiegare perché i cambiamenti climatici sono un emergenza e come questi andranno a interferire nelle vite delle singole persone.
– Posso chiederti anche qual è l’aspetto del cambiamento climatico che più ti spaventa o ti sta a cuore?
Devo dire che ogni aspetto dei cambiamenti climatici mi spaventa molto, in quanto sono tutti interconnessi. Lo scioglimento dei ghiacciai porta a: 1) Innalzamento del livello dei mari 2) scarsità di risorse idriche. Ciò porta a difficoltà di sopravvivenza e a possibili conflitti (non solo tra umani, ma anche tra le diverse specie viventi) L’innalzamento della temperature porta all’impossibilità di coltivare certe zone (sempre più ampie), e anche questo porta a conflitti.
Ma mi chiedo quanti di questi bravi giovani sarebbero disposti ad esempio a dormire al freddo anzichè tenere acceso il riscaldamento anche di notte.
Di solito sono i vecchi dubbiosi come lei a tenere il riscaldamento acceso di notte (che fa male alla salute) e a volere la bistecca 7 giorni su 7 invece che una volta la settimana riducendo il consumo di carne… Meno male che almeno alcuni giovani sono consapevoli di come l’uomo abbia maltratto il pianeta fino a distruggerlo…
Veramente all’età di quei giovani avevo solo 1 stufa in cucina e stop.
Ora, visto che a una certa età il freddo si patisce anche un po’ di più,
effetivamente un po’ di riscaldamento ce l’ho.
Ma in ogni caso non vado a manifestare che siano gli altri a stare al freddo.
Non prendo in considarazione gli strafalcioni riguardo alle bistecche.
Bastasse andare a manifestare in piazza per risolvere qualcosa,
sarei ben contento, e ancor di più se effettivamente miglioreranno le cose.
Ma tra il manifestare e il fare…
PS
e con qualsiasi tempo e qualsiasi strada, ghiacciata o no, si andava in bici a prendere il treno,
come facevano tutti normalmente.
Ed erano tempi in cui sulle statali era una processione di TIR, che oggi per fortuna non ci sono più,
e d’inverno c’era pure sempre la neve e il ghiaccio (per non parlare sulle strade interne),
come minimo a bordo strada, altro che marciapedi e piste ciclabili.
Capisco che tu sia vecchio e dubbioso. Ma produrre meno CO2 non significa dover andare a piedi. Il futuro non è andare tutti a piedi, ma usare tutte le nostre conoscenze tecnologiche per sprecare meno e creare filiere circolari.
w i giovani che invece di studiare, perdono tempo in inutili manifestazioni .
Io ho una laurea in Ingegneria Energetica, ed approvo al 100% ciò che stanno facendo questi giovani, mentre i vecchi stanno sul divano a inseguire le teorie del complotto e cazzeggiare sui social.