di LETIZIA DIAFERIA
BUSSOLENO – Antonella Zoggia, candidata sindaca di “Obiettivo Bussoleno”, dichiara di presentarsi a capo di una lista apartitica, formata da operai, commercianti e artigiani, giovani e meno giovani che vivono la quotidianità del paese. Per questo il programma comprende la sicurezza del territorio, lo sviluppo di attività commerciali, culturali, sportive, l’ascolto delle esigenze della gente per poi mettere in pratica le esperienze di tutti per colmare le lacune che ci sono in questo momento nel paese.
Cosa pensate di fare per rilanciare via Traforo e la zona commerciale?
Premetto che sono già stata nell’amministrazione comunale qualche anno fa, come assessore al commercio (oltre che al Bilancio e alla Cultura) e inoltre sono una ex commerciante di Bussoleno, per cui devo dire che l’argomento commercio, artigianato e attività produttive in generale sono il mio pane quotidiano.
Comunque io non farei proprio un distinguo netto tra via Traforo e via Walter Fontan, perché Bussoleno ha solo quelle due vie commerciali. Esse sono comunque diverse tra loro, via Walter Fontan è il cuore storico del nostro paese mentre via Traforo è effettivamente una zona prettamente commerciale. Bisogna comunque inizialmente fare un lavoro di preparazione, perché non si può da un giorno all’altro improvvisarsi, ma ci vuole un po’ di tempo. Ho in mente un progetto di preparazione, in cui è fondamentale la presenza del Comune, ente che deve servire da traino per il commerciante che dev’essere propositivo con l’amministrazione. Questa è un’idea rivolta non al singolo negoziante, ma a un raggruppamento di commercianti (e non solo) che devono andare in un’unica direzione. In questo momento è importante lo sviluppo del gruppo e non del singolo, il Comune e le associazioni di categoria, a livello comunale e non, devono tenere le redini di questo grande gruppo e affiancarlo.
Ci elenchi alcune idee che attuerete per valorizzare il centro storico.
Ritengo il centro storico il cuore del paese, ma anche un pezzo importante del mio cuore e della mia vita. Per migliorarlo, in primo luogo, bisogna assolutamente migliorare il decoro urbano, che al momento non ha. Inoltre dobbiamo mettere in sicurezza alcune strutture che sono attualmente pericolanti, ho in mente quindi sia un progetto di decoro, ma anche di messa in sicurezza.
Un altro progetto che porto avanti da tanti anni (da qui era infatti nata l’idea di “Bussolegno”) è quello di far diventare Bussoleno il centro della filiera del legno. L’idea è di creare in alcune ex cantine di via Walter Fontan (che sono ormai vuote e inutilizzate) delle botteghe-scuola, per insegnare alle persone la lavorazione del legno e per invogliarle ad aprire una propria attività di artigianato. Sempre in questo progetto vogliamo organizzare manifestazioni collegate al legno ed alla sua lavorazione, perché obiettivamente non possiamo avere tutto e secondo me Bussoleno sta bene con il legno e la pietra.
Infine, sempre per il centro storico, bisogna mettere in evidenza ciò che già abbiamo, come Casa Aschieri, nella quale si terranno mostre a cadenza mensile e il Mulino Varesio, che dev’essere valorizzato.
Quale sarà la vostra posizione sul Tav?
Premetto che la questione Tav non dipende da noi, questo è scontato, e dipenderà non solo dal governo italiano e da quello francese, ma addirittura dall’Europa, quindi da enti molto al di sopra di noi. Qualsiasi sia la decisione che verrà presa, la nostra lista e la sottoscritta hanno un’idea ben chiara. Allora, a me piace citare questa metafora: la lista che rappresento è la mia famiglia, di cui io sono il padre. Nel momento in cui verrà presa una decisione, io sarò sempre seduta intorno ai tavoli, qualsiasi essi siano, in cui si parla di ciò che riguarda la mia famiglia e il paese in cui essa vive. Sarò sempre seduta si, ma sicuramente non sarò acritica; bensì sarò seduta in maniera intelligente, appoggiando ciò che io e la mia famiglia reputiamo essere favorevole al nostro paese e criticando invece quello che sembra essere a sfavore, cercando di portarlo verso la nostra parte. Siamo riusciti a non portare danni di salute alla nostra gente e ormai questo è scontato, la situazione rispetto a vent’anni fa è cambiata radicalmente sulla questione Tav, credo che l’approccio preso ai tempi dai nostri governanti sia stato assolutamente sbagliato, imporre le cose dall’alto senza nemmeno conoscere i nostri territori! Adesso però siamo arrivati al punto giusto: chiedono ai territori di dire la loro. La nostra scelta è, ripeto, di sedersi ai tavoli e dire sempre le nostra opinione e di fare in modo che le cose che non ci piacciono vengano cambiate (e sono sicura che avremo la forza per poterlo fare). Nel momento in cui avremo un quadro che possa essere di sviluppo e di benessere per la mia famiglia e il mio paese, per essi cercheremo di portare a casa il più possibile, a patto chiaramente che le cose che noi chiediamo vengano rispettate. Per cui il nostro è e sarà sempre un dialogo e mai assolutamente un togliersi dalla discussione, perché se si parla di casa mia io partecipo, perché si decide qualcosa che mi riguarda da vicino, quindi noi ci saremo sempre, anche criticamente, spuntando le cose per cui non siamo d’accordo. Il discorso è portare più beneficio e benessere possibile alla nostra gente, alle condizioni che però piacciono a noi.
Quali interventi prioritari per la sicurezza idrogeologica ed evitare altri allagamenti?
Siamo da un lato fortunati e da un lato sfortunati: ad esempio fortunati perché Bussoleno (e anche la valle) ha un rischio sismico abbastanza basso; dall’altra parte invece, come dice un proverbio piemontese, questo paese o ti fa annegare nell’acqua o ti fa bruciare dagli incendi. Noi su questo siamo sfortunati e quelle situazioni, in cui ci siamo trovati spesso, sono pesanti e spiacevoli. Anche se, quando io ero nell’amministrazione comunale, la cosa era molto più tragica, perché non esistevano discorsi di prevenzione e protezione civile, ma per fortuna negli anni sono stati fatti passi da giganti a riguardo, ovviamente però ci sono ancora delle cose da fare. La cosa fondamentale è sapere di avere un insieme di squadre, che fanno parte della protezione civile (volontari e non), che funzionano bene insieme ma che ancora hanno qualche pecca; per questo, come per il commercio, l’amministrazione secondo me è dirimente, nel senso che deve raccogliere attorno a se tutte queste associazioni ed essere anch’essa preparata, tutti i dipendenti comunali in questo caso devono sapere cosa fare e ci devono essere, perché se non ci sono c’è un buco, che non è detto che qualcun altro possa colmare. Conseguentemente, ciascuno secondo me deve avere il proprio ruolo sempre, non solo nel momento in cui capita il disastro, bisogna essere preparati prima. Ci dev’essere quindi un confronto continuo e costante con le squadre di protezione civile, sia a livello locale che a livello regionale, appoggiandole sempre, ma ci deve anche essere una preparazione della macchina comunale, intesa come dipendenti, e della macchina comunale, intesa invece come amministratori: tutti dobbiamo essere pronti e dobbiamo preparare i cittadini di conseguenza. Inoltre bisogna continuare questo progetto di prevenzione, andando a parlare nelle scuole di ogni ordine e grado (a livelli diversi di intensità e di discorso) del nostro paese perché questo è uno degli argomenti principali che bisogna affrontare nelle scuole (tra questi argomenti importanti c’è anche il senso civico, che in molti cittadini attualmente scarseggia).
Quando che i signori del TAV avrebbero chiesto un incontro per il parere delle amministrazioni locali.?
Continua ad essere calato dall’alto ed imposto con la forza !! Non a caso la zona cantiere è OFF LIMIT per i comuni cittadini, compreso chi ha i terreni li.(permessi speciali per accedervi).
Gent.ma Sig.ra,
se ad entrare a casa Sua e a sedersi al Suo tavolo per chiederLe cosa ne pensa di questa intrusione fossero cinque famiglie Rom, Lei cosa farebbe?
Per chiarezza preciso che a Virano, Telt e combriccola d’affari preferirei in ogni caso le cinque famiglie Rom.