Dall’ UFFICIO STAMPA PRO RIVALTA
RIVALTA – Con la presente il movimento Pro-Rivalta, vista la girandola di numeri dichiarati in risposta alla denuncia relativa all’ecomostro di Rivalta, dichiarati in sequenza dall’attuale Sindaco Marinari, da Rivalta Sostenibile e dall’assessore Gallo, tutte volte a minimizzare l’intervento, intende qui, sulla base dei documenti approvati, definire la vera entità dell’impatto dell’intervento.
Innanzi tutto non stentiamo a credere che non sia stato presentato alcun progetto da parte del costruttore che scopriamo solamente ora essere Ballatore (risposta dell’Assessore Gallo su L’Eco del Chisone in calce all’articolo “Gianotti: Ecomostro in centro” pubblicato in data 29 marzo), e ciò poiché per legge il Piano Particolareggiato deve essere redatto dal Comune e non dal costruttore. Da ciò deriverà un evidente vantaggio per il proprietario, che risparmierà sulle spese di progettazione, avrà benefici fiscali e potrà avviare la costruzione in breve tempo del complesso edilizio, quando invece per altri progetti l’amministrazione di Rivalta Sostenibile ha riservato iter di 4 o 5 anni o più.
Il Sindaco continua a minimizzare l’intervento dichiarando che la variante è di modesta entità, che i piani degli edifici saranno solo 2, che gli alloggi costruiti saranno non più di 35.
Al Movimento risulta che la realtà numerica sia ben diversa.
L’analisi dell’estratto planimetrico del piano regolatore evidenzia che è stata eliminata l’area verde di 3.000 m² e che essa verrà inglobata nel parcheggio, perdendo la sua destinazione a verde, e che tale porzione verrà ceduta al Comune. Per contro le altre aree verdi di proprietà privata, già destinate ad uso pubblico per servizi per la collettività, saranno ridotte di 1.653 m² (come riportato nella scheda di piano). Il terreno era dotato dall’originario piano regolatore, approvato dall’amministrazione precedente, di 1.936 m² di cubatura che consentivano tranquillamente l’esecuzione del PEC (Piano Esecutivo Convenzionato) per 17 villette da m² 110 ciascuna e del parcheggio pubblico, grazie ai relativi oneri di urbanizzazione pari a 290.000 euro.
Lo spostamento di 2.400 m² edificabili da una zona di scarso interesse destinata ad edilizia popolare (frazione di Gerbole) ad una zona di prestigio nel centro cittadino sembra del tutto inopportuno, poiché nel costruendo complesso residenziale si potranno edificare ben 4.336 m² dislocati su 6.147 metri di superficie fondiaria che portano ad un indice di edificabilità di 0,70 m²/m², più che doppio rispetto all’indice della zona. Questa dotazione consentirà di realizzare 54 unità abitative di 80 m² cadauna (e non le 30 dichiarate dal Sindaco Marinari e neanche le 35 dichiarate dall’assessore Gallo).
Le persone insediabili, calcolate su una media di 4 per famiglia, saranno 216 (non le 23 dichiarate dall’amministrazione!). I dati parlano da soli.
Riassumendo, a fronte di una riduzione dell’area a servizi di 1.653 m², viene aumentata la capacità edificatoria del doppio rispetto a quella originariamente prevista.
Il movimento Pro-Rivalta ha provato a quantificare l’aumento di valore dei 2.400 m² spostati e trasformati da edilizia economico popolare prevista in Gerbole ad edilizia libera nel centro di Rivalta. Considerando la differenza del valore del terreno edificabile tra quella di 150 €/m² nel fondo di Gerbole e quella di 800 €/m² nel fondo di Rivalta Centro, si ottiene una plusvalenza a favore di Ballatore di € 1.560.000. Questa è la reale entità economica dell’aumento di valore dell’area e del vantaggio che deriverebbe al destinatario del provvedimento deliberativo comunale del 28 dicembre 2016. Oltretutto il costruttore si troverà a realizzare le abitazioni in regime di monopolio, poiché l’amministrazione in essere in questi 5 anni ha ostacolato le iniziative edilizie di altri costruttori e di soggetti privati.
Non si può non rilevare l’anomalia di questo provvedimento, poiché se da un lato l’amministrazione di Rivalta Sostenibile ha sempre dichiarato di voler “salvare Rivalta dal cemento”, dall’altro lato con la predetta variante ha imposto tagli del 10% alla volumetria dei fondi dei piccoli proprietari e in alcuni casi addirittura ha revocato l’edificabilità di essi declassandoli a terreni agricoli, insomma levando ai piccoli privati per concedere inspiegabilmente ai ricchi, sembrando essere diventata una sorta di Robin Hood al contrario.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale, è evidente come l’ultimo polmone verde presente in città sarà ricoperto interamente da una enorme colata di cemento, come illustrato nell’ipotesi di costruzione elaborata dal Movimento Pro-Rivalta sulla scorta dei dati sopra indicati, che smentisce la tesi dell’amministrazione comunale sulla modesta entità dell’intervento costruttivo deliberato.