di LUCA CALCAGNO
L’uscita di Giaveno dall’Osservatorio sulla Tav ha scatenato una bufera politica. Molte le critiche piovute sul sindaco Carlo Giacone che sulla mozione del consigliere 5 Stelle Federico Giovale Alet si è astenuto. “L’ho fatto, perché come sindaco rappresento i cittadini che sono d’accordo e quelli che non lo sono. Per questo ho ritenuto di lasciare ai miei consiglieri libertà di coscienza in merito”.
C’è chi ha criticato la scelta ritenendola in contraddizione con le sue passate posizioni politiche. “Giaveno non è coinvolta in nessun modo nel discorso Tav, né per quanto riguarda il tragitto, né per le compensazioni. Restare nell’Osservatorio sarebbe stato utile se Giaveno avesse fatto parte del progetto direttamente. Si può cambiare idea se è per il bene del paese: non è una scelta dettata da arrivismo politico. Non bado alla mia carriera politica, per me è già una soddisfazione essere diventato sindaco. Comunque la Città non pagherà un prezzo altissimo, come invece sostiene l’ex sindaco Ruffino. Inoltre, chi oggi mi dà dell’incompetente nel 2006 sosteneva che le popolazioni della Valsangone sanno ben valutare quali sono i propri interessi e quelli dell’ambiente in cui vivono loro e i loro figli. E poi mi fa sorridere sentirmi accusato di mantenimento della sedia comoda da chi vive di incarichi politici da una vita”.
Viene da chiedersi se Carlo Giacone sia Sì Tav o No Tav. “Come ho detto in Consiglio, ho delle perplessità, non sull’utilità dell’opera in sé, ma sulla destinazione del denaro utilizzato per costruirla. Stiamo vivendo un periodo di crisi in cui le amministrazioni locali sono l’ultima ruota del carro. Per non parlare delle numerose famiglie in difficoltà che anche qui a Giaveno ogni giorno vengono a colloquio da me per chiedere lavoro o perché sono finiti in mezzo a una strada. Sono persone cui vorrei dare una risposta, che purtroppo non ho. Il denaro della Tav poteva essere indirizzato nello sviluppo della sanità, della situazione sociale degli italiani o della sicurezza sui territori”.
Quindi un sindaco…? “Dubbioso in merito, consapevole dei rischi ecologici, ma anche consapevole che il progresso non si può fermare. Certo esistono delle priorità, tipo quelle che ho elencato sopra…”. Rischi ecologici, parla dell’amianto? “Sì, ma non solo. Sono rimasto colpito da quanto dichiarava Alet sulla mancanza d’acqua a Chiomonte dovuta al prosciugamento delle falde acquifere”.
L’uscita dall’Osservatorio ha avuto delle ricadute politiche anche per il Presidente del Consiglio e segretario Pd, Beccaria. “Sì e ammiro il suo gesto. Ha ragionato secondo la propria testa e non obbedendo alle linee del partito”. C’è chi, però, ha visto dietro l’uscita e la riconferma di Alet a rappresentante nell’Unione dei Comuni montani una prova della ‘larga maggioranza’. “Non è vero. È capitato che bocciassimo mozioni arrivate dalla minoranza. Abbiamo anche bocciato, per esempio proprio in quel Consiglio, mozioni arrivate dalla nostra maggioranza. E non per rancore, ma semplicemente perché non le condividevamo, come invece c’è stata convergenza sul tema Osservatorio”.
Tornando alle critiche, sembra che queste non siano rivolte soltanto all’uscita dall’Osservatorio, ma anche in generale sulla sua amministrazione. “Oggi l’aria è cambiata, c’è un’amministrazione che sta lavorando bene e i risultati si vedranno. Va tenuto conto che questa è una legislatura difficile a causa dei vincoli di bilancio posti dal Patto di Stabilità. Non dobbiamo obbedire a nessuna linea di partito e ragioniamo con il buonsenso. Ognuno continui pure a farsi la propria campagna elettorale, chi come sindaco di Torino e chi come candidata a Roma per le prossime politiche. Ma che non si strumentalizzi politicamente ogni singolo fatto che avviene a Giaveno”.