di MARIO RAIMONDO
Il suo simbolo è l’ape operaia, misconosciuta, ma attiva, importante e feconda impollinatrice di fiori che daranno frutto … Se volessimo usare una metafora, Etinomia è anche un piccolo sassolino… Etinomia c’è, è qui in Valsusa, anzi propriamente si potrebbe dire è Made in Valsusa. E’ idea nata da questo territorio, tramutata in realtà dai montanari di questa terra, che questa terra la amano, la vivono, lavorando ed immaginando ancora una volta un futuro possibile.
Un futuro possibile che non nasce dalla visione di un volo pindarico di aquile irraggiungibili e lontane, ma da quello laborioso e vicino dell’ape…Concreto.
Etinomia nasce – e non è una velleitaria o elitaria protesta ma una concreta proposta – dall’incontro fra professionisti ed imprenditori che vivono e lavorano in Valle di Susa e che, sulla base dell’analisi dei dati storici ed attuali relativi all’area geografica da cui l’associazione trae le sue origini, ritengono dannosa e deleteria qualsiasi iniziativa che direttamente od indirettamente miri a supportare le Grandi Opere Inutili di cui la TAV è l’exemplum maximum per antonomasia.
“Siamo schierati contro la TAV – ci dice il presidente Daniele Forte – non perché afflitti da una visione retrograda che ostacola il progresso o perché afflitti dalla sindrome di Nymbi, o perché vediamo nel treno il Moloch cattivo. Siamo schierati contro la TAV perché la consideriamo opera inutile e dannosa, improponibile in termini economici, sia come attuali costi di costruzione che come futuri costi di esercizio, con costi a carico di tutti e utili a vantaggio di pochi.
Pochi che a volte si presentano anche come imprenditori ma che in questo caso assumono l’abito dei ‘prenditori’. Enormi costi pubblici incerti e certi introiti privati. Noi tifiamo per la difesa dei beni comuni, un valore economico ed etico che non è merce di scambio per il semplice fatto che non è ‘merce’ e quindi non ha ‘prezzo’. Noi tifiamo per il lavoro ed, in quanto imprenditori riuniti in questa associazione, tendiamo, pur con le difficoltà oggettive di questi tempi, a promuovere iniziative mirate allo sviluppo economico, commerciale, sociale ed occupazionale di questa terra di Valsusa. Con il primario obiettivo di restituire all’uomo ed al territorio centralità di ruolo da intendersi come relazione consapevole tra una porzione di terra e la comunità che la abita”.
Un ‘triangolo’ tra lavoro, territorio e imprenditorialità all’interno del quale sono ipotizzabili e possibili percorsi economici che creano maturità e condivisione etica tra i partecipanti, superando la logica del consumismo e dello sfruttamento e che vedono nella difesa dei beni comuni uno dei punti della possibile ripartenza economica della valle e non solo.
All’insegna della sostenibilità e del buon senso tenendo ben a mente che l’economia vive di cose reali e concrete e che l’interdipendenza tra i vari soggetti che recitano ruoli sullo scenario economico è un dato di fatto oggettivo soprattutto nell’epoca della globalizzazione.
E se la crisi odierna è anche uno degli effetti della globalizzazione, non bisogna dimenticare che essa ha numerosi risvolti e parte da variegate radici: è crisi economica – nata nei salotti di una fantafinanza ormai slegata dalle cose concrete – è una crisi etica, è crisi energetica nel suo, per certi versi drammatico, risvolto ambientale.
La parola crisi nella sua etimologia ha però una sfumatura positiva in quanto è un momento di riflessione, di transizione, dal quale si devono trarre i presupposti per una rinascita, per un guardare altrove, magari verso un tipo di sviluppo sostenibile. Uno dei punti della visione che Etinomia ha in merito all’idea di uno sviluppo economico è proprio questo: la sostenibilità.
“La nostra idea di sviluppo sostenibile – conclude l’Ing. Forte – per la Valsusa, ma non solo, è il promuovere ‘Piccole Opere’ intese come insieme di interventi mirati alla salvaguardia dell’economia locale, che sappiano essere da stimolo e volano economico, in primis, per il sistema locale e che poi a cascata interessino altri ambiti territoriali ,in un percorso di crescita sana che porta benefici reali per tutti, imprenditori, lavoratori e territorio.
“Noi proponiamo il coinvolgimento di imprese sane, che con determinazione continuino ad investire nei campi della conoscenza e dell’innovazione, così come nell’organizzazione del lavoro e nella qualità, nel rispetto dell’ambiente. La nostra Associazione, che oggi ha 361 soci, ha un Manifesto Etico, ben preciso, e chi vi aderisce si impegna a rispettarne ed a propugnarne i valori”.
Che sono ispirati alla solidarietà sociale e mirano alla creazione di una rete di imprese diffuse sul territorio che vogliono realizzare una buona economia, basata su prodotti e processi produttivi che abbiano come dote in più quei valori etici che garantiscono, oltre al giusto riscontro economico ed al profitto necessario per supportare nuovi investimenti, una migliore qualità della vita, latu sensu, che va beneficio di tutti. Una sfida questa di Etinomia? In parte si. Ma con il fascino intrinseco delle sfide. Certo guardando davanti c’è il gran bailamme della confusione, l’apparente monolite degli spread e della finanza ‘creativa’, la montagna immensa degli ‘ interessi di tutti’- in realtà vantaggi per pochi – che sembra inamovibile…Ma se ci si avvicina a quella montagna ci si accorge che è tutt’altro che integra…Qui affiorano crepe, più in là crepacci, oltre ancora fenditure…E a volte un sassolino (…)