di THOMAS ZANOTTI
SAUZE D’OULX – Era maggio quando, insieme alla collega olandese Marjolein Vonk, l’artista valsusino Maurizio Perron ha iniziato a pensare alla loro prossima “avventura congelata” nell’Icehotel in Svezia. Si sono ispirati al “mare di plastica”. La quantità di plastica che ogni giorno “nuota”negli oceani è stimata circa 250.000 tonnellate. Quasi impossibile da controllare e addirittura utopistico pensare di raccoglierla. Dalle ultime ricerche, hanno scoperto che alcune reti da pesca sono sopravvissute nell’acqua salata per più di quarant’anni, immaginate cosa c’è la dentro.
Si tratta di un hotel temporaneo, che si scioglierà e tornerà interamente al fiume Thorne in tarda primavera: così i due scultori hanno realizzato una rete che ingloba tutta la hall principale, la reception e le colonne di ghiaccio. Ma la loro rete è un po’ speciale, non durerà per molti anni nell’acqua, perché è fatta soltanto di acqua. La struttura scomparirà quando il sole sarà più caldo e forte.
“Ci auguriamo che questo consenta a tutti i visitatori del 29° Icehotel di pensare un po’ di più al modo in cui stanno trattando il nostro pianeta – dicono Maurizio e Marjolen – la struttura è stata realizzata con 22 tonnellate di ghiaccio e 18 tonnellate di neve. La nostra opera “Catch up” sarà l’ingresso, la reception e la main hall dell’Icehotel”.
Il 2018 è stato un anno molto impegnativo per Maurizio. Ha realizzato vari progetti in Europa, quasi tutti incentrati sul tema della presa di coscienza del nostro passaggio “temporaneo” su questo pianeta. Adesso per l’artista proveniente dalla borgata di Jouvenceaux, a Sauze d’Oulx, è giunto il momento di “rallentare” e godersi il meritato riposo. Perron è molto felice di aver terminato quest’anno con la realizzazione del “biglietto da visita” di quello che sarà in Svezia uno degli alberghi più fotografati e visitati del mondo.