di MATTEO BUSCIOLÀ
AVIGLIANA – “Luogo di verità che si fa fatica a raggiungere”, solo parole del sindaco di Avigliana Angelo Patrizio, mentre rivolge un ringraziamento agli alpini, all’associazione dei partigiani e alla protezione civile che hanno permesso lo svolgimento di questo evento, per festeggiare il 25 aprile.
“Come possiamo celebrare i caduti e i morti provocati dalla guerra, dai fascisti e dai campi di prigionia tedesca senza un riferimento che accade oggi, la paura inibisce i pensieri dell’uomo, la maggior parte degli Stati stanno costruendo muri per evitare invasioni, ma non sanno che siamo tutti esseri umani, bisogna combattere le divisioni e chi vuole la guerra, perché i nostri caduti non abbiano lottato invano per rendere tutti salvi e liberi. Abbiamo scritto una lettera ai cittadini di religione musulmana, una lettera d’invito a partecipare alla festa del 25 aprile, perché siamo tutti uguali. Ci siamo opposti al genocidio in Armenia e l’ambasciatore turco ci ha inviato una lettera in cui contesta tale fatto storico, sostenendo le tesi del negazionismo – continua Patrizio – bisogna spiegare ai bambini, ai ragazzi, la Costituzione, così da fargli capire le regole per andare avanti, fargli capire la giustizia”.
Presente oggi ad Avigliana anche don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera e fondatore del gruppo Abele: “Sono personalmente contento di aver invitato don Ciotti a questa festa e sono molto felice di dichiararlo cittadino onorario della città di Avigliana”, continua il sindaco.
“Per un continuo della democrazia bisogna che tutti i cittadini siano responsabili delle loro scelte”.
Inizia così don Luigi Ciotti la sua orazione, davanti al monumento dei caduti di Avigliana. “Chi è che permette questa continuità di armi, è dalla guerra fredda che non c’è un investimento sulle armi pesanti come oggi, bisogna chiedersi chi sta dietro all’acquisto, farabutti che fanno guerra solo per i loro interessi, bisogna gridare a chi lucra su queste cose, un grido per farli smettere, ci sono soldi per la guerra e non per chi ne ha bisogno, per chi è povero e in difficoltà, non bisogna tacere davanti a questo scempio. Quei 1176 miliardi di dollari spesi in armi feriscono; l’Italia spende 164 milioni ogni giorno per la sicurezza nelle città, per le forze armate, io sinceramente non so cosa farmene di una portaerei in costruzione a Monfalcone, io non so cosa farmene, non ci sono soldi per chi è disoccupato e per chi vive in povertà assoluta, in tanti e in troppe famiglie, in Italia e in tutti i paesi europei è il 9% dei poveri complessivi in Europa, l’Italia prende il 4%”.
Don Ciotti continua spiegando che il suo obiettivo è vedere un’Italia libera dalle mafie, dall’illegalità: “Vi prego di portare alla liberazione d’Italia, prima dal fascismo, oggi dalla mafia. È un paese che da secoli ha una presenza maligna di proprietà mafiosa, la resistenza ha bisogno di cittadini responsabili e meravigliosi, come quelli che hanno lottato 72 anni fa. Nonostante i miglioramenti, l’Italia è come la Grecia, è agli ultimi posti per quanto riguarda l’istruzione. Quando vedo gli insegnanti, capisco che non lo fanno per professione, ma per passione. Non è libero chi vende il proprio corpo, non è libero chi viene ricattato, non è libero chi ha paura. Le radici del futuro stanno in coloro i quali hanno combattuto nel passato, uno scambio di valori tra i combattimenti contro il fascismo e la resistenza di oggi. Bisogna correggere le cose che non vanno bene, non c’è libertà senza un’assunzione di responsabilità, e anche noi come cittadini non dobbiamo dimenticare che ogni scelta è politica. Lasciatemi dire che in Italia la politica è un po’ pallida. Rimbocchiamoci le maniche per risistemare tutto, valorizzare questa politica, la politica non è solo di chi governa, ma anche di chi entra in causa come cittadino, il nostro avere cura del nostro bene comune”.
Il presidente di Libera precisa: “Ho due riferimenti, uno è il vangelo e il secondo è la Costituzione italiana, la nostra Costituzione, che dobbiamo viverla e allora vi prego, impegnamoci tutti per conoscerla, restituendogli dignità, la sua abilità di sapere che contribuisce alla crescita del paese, dobbiamo ricominciare dalla cura dell’ambiente, non c’è economia senza ecologia, un amore della terra come casa comune. Difendiamo i nostri monti, le nostre valli, i nostri laghi, i nostri luoghi. Guardiamo avanti insieme, per una nuova resistenza, che porta a un nuovo cambiamento che deve nascere da dentro, una nuova resistenza comporta delle scelte, delle condivisioni, nei riguardi dei giovani, a cui non bisogna dire di guardare avanti senza sapere cosa c’è dietro. Bisogna vigilare cosa accade sotto i nostri occhi, recuperiamo questa umanità, quest’amicizia, per tenere pilastri solidi per sorreggere il nostro paese”.
“La speranza ha bisogno di ciascuno di noi. Aumenti l’impegno concreto per mettere fine al disprezzo della vita, delle lotte e del razzismo – don Ciotti conclude con un ricordo toccante – a Lampedusa non dimenticherò mai le lacrime dei sommozzatori della capitaneria di porto, che hanno tirato via dal mare i cadaveri del barcone naufragato poco tempo fa. Mi ricorderò per sempre le loro parole che descrivevano 40 giorni a tirare corpi dal mare. Cosa ne sarà del mondo tra 30 anni, spero in un cambiamento, in meglio”.
Io non dimenticherò mai le lacrime che ho versato , quando le risorse nomadi, mi hanno rubato il rame e il piombo.
Luigi nessun nomade Ti ha mai rubato nulla, al più potrebbe essere stata una dovutissima, modestissima restituzione.
Anch’io ho involontariamente dato/restituito in rame e anche qualcosa in oro, mi manca il piombo, ma non riesco a rammaricarmene più di tanto.
Dalla prima crociata in poi non abbiamo mai smesso di derubare tutti quelli che ci sono capitati a tiro nell’intero pianeta, e non ci siamo accontentati di rottami.
Nell’incapacità di rinunciare ai privilegi che da queste ruberie sono derivati suggerirei come minimo un pizzico di pudore.
Quando parli di ladri; parla x te: Io non ho MAI derubato nessuno!
Caro Luigi, hanno derubato alla grande i tuoi e i miei antenati, spontaneamente o da sudditi dei famelici signorotti che li governavano, poco importa.
Certo è che il pane mangiato dagli europei per nove secoli e le risorse per diventare il nord del mondo sono state proprio rubate, nel senso letterale della parola.
Ti sei mai chiesto su cosa realmente si fondano le radice cristiane della cara e vecchia Europa?
Ti sei mai chiesto per quale motivo ancora oggi godiamo di un benessere smodatamente superiore a quello di almeno cinque miliardi di persone che vivono sul nostro stesso pianeta?
Ti è chiaro perché, come mio complice nella perdurante detenzione di questi privilegi, ti ho chiesto di condividere quel pizzico di pudore che sembri ostinarti nel non avere?
Ti sei mai chiesto ; perché pur stando seduti su immensi tesori , non hanno costruito nulla di materiale o culturale ? E non dire che è colpa dello sfruttamento dell ‘ europeo” . Anche prima ; non avevano fatto altro che parassitare la natura. Se poi, fare 20 figli a testa e pretendere che glieli mantenga io …………….