di MARIO RAIMONDO
GIAVENO – Un grande successo, un mix dovuto alla bravura degli organizzatori ed alla bontà degli espositori riuniti sotto il sole di una splendida giornata di fine estate, per la 14° edizione di “Giaveno Città del Buon Pane”. Tanta gente ha affollato piazza Molines per assistere al sempre affascinante rito della battitura del grano che un tempo, nelle aie delle cascine e delle case coloniche, rappresentava ed era “il frutto” emblematico dell’annata agricola, la dove il grano diventava speranza e certezza del pane.
Un pane che era sicuramente rispettato e che davvero non dovrebbe mai essere bistrattato neanche in questa nostra società dell’abbondanza che a volte dimentica il valore dei frutti della terra, gli unici che contano davvero e che sono il nutrimento della vita. Un nutrimento che ha preso forma (e gusto e sostanza!) in piazza Mautino, dove le abili mani del “Gruppo Panificatori Artigiani De.Co.” hanno di fatto aperto una panetteria a cielo aperto, sfornando pani e grissini ed altri prodotti da forno per la gioia dei tanti che hanno voluto assaporare le bontà dei panificatori giavenesi.
Affollato e preso d’assalto il centro cittadino per il mercato dei prodotti locali dell’artigianato e dell’hobbismo, dove tantissime bancarelle colme di variopinte mercanzie di vari generi – il più delle volte prodotte da “mani” capaci di costruire oggetti davvero belli ed originali – hanno reso palpabilmente vivo l’antico e splendido borgo. Borgo che sin d’ora aspetta la quindicesima edizione del “Buon Pane”.
Daniela Ruffino ha voluto commentare: “Sono orgogliosa del riconoscimento di DECO ottenuto durante il mio mandato di sindaco di Giaveno, anche per avere, insieme ai panificatori, creato l’evento di Giaveno Citta del buon pane, nell’attuale ruolo di vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte continuo ad occuparmi del pane ed in particolare del riconoscimento del pane fresco. Ho presentato un ordine del giorno dove chiedo alla Regione Piemonte di apporre la scritta di pane fresco nei luoghi in cui viene venduto il prodotto. Questo a tutela dei consumatori ed anche dei panificatori. Deve essere chiara l’indicazione del luogo dove viene fatto il primo impasto. L’Unione Europea impone regole che spesso non danno il reale valore alle le nostre produzioni, da buoni amministratori dobbiamo fare il possibile per cercare di tutelare il prodotto italiano”.