COMUNICATO DEI NO TAV ITALIANI E FRANCESI
MODANE – Noi cittadini francesi e italiani siamo responsabili e preoccupati del denaro pubblico e del bene comune di terra, acqua e aria. Ora, non tra vent’anni, abbiamo una grande sfida: il cambiamento e l’urgenza climatica.
Diciamo ad alta voce che la Lione – Torino è irresponsabile.
La priorità è l’uso di questa linea esistente completamente modernizzata alle dimensioni europee ben lungi dall’essere saturata. Dobbiamo continuare a garantirne la sicurezza e ottimizzarla.
Nella sua relazione del 1° febbraio 2018, il Consiglio di orientamento dell’infrastruttura ha previsto di ottimizzare la linea attuale Digione-Modane.
È quindi urgente investire i 700 milioni di euro previsti per questo scopo.
La regione Auvergne- Rhone- Alpes finanziando Lione-Torino devia il denaro pubblico dalla sua missione principale che è lo sviluppo del trasporto regionale.
In tal modo contraddice la politica manifestata dal Ministro dei trasporti, signora Borne, per dare priorità al trasporto quotidiano. Sì, esiste già Lione-Torino, usiamolo!
Il maltempo degli ultimi giorni ha evidenziato la vulnerabilità di tutte le infrastrutture di trasporto poiché oltre alla linea tra St. Michel e Modane, anche l’A43, le tratte tra Chambéry-Grenoble e Chambéry-Bourg St Maurice, tra Ginevra-Annecy sono state anche esse interrotte da incidenti meteorologici.
Allo stesso modo, i cambiamenti climatici hanno conseguenze impreviste: i binari si deformano per il calore, alcuni collegamenti TGV tra Ginevra e Parigi sono stati interrotti.
Non è una Torino – Lione che ci manca, ma da decenni investimenti nella sicurezza delle infrastrutture esistenti.
Questi rischi sono noti ai servizi di rete SNCF, pertanto i fondi necessari dovrebbero essere sbloccati anziché finanziare per 35 milioni di euro l’attuale lavoro preparatorio nei pressi di St. Jean.
I numerosi incidenti ferroviari da Brétigny sur Orge nel 2013, ma anche le 50 traversine ferroviarie che non sono state sostituite da oltre 2 mesi a Chambéry.
Il bilancio del carbonio della linea attuale è ampiamente compensato e positivo.
Su questa linea possiamo già trasferire il trasporto merci dalla strada alla ferrovia, se la politica del Ministro dei trasporti viene effettivamente attuata.
Non è necessaria alcuna nuova infrastruttura, ma abbiamo bisogno di una reale volontà politica.
Al contrario, il lavoro e le perforazione della Torino di Lione hanno un bilancio del carbonio disastroso, la quantificazione fantasiosa di TELT ci lascia perplessi.
Eppure c’è un’urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra da subito.
Siamo di fronte alla schizofrenia e all’impostura dello Stato con il raddoppio del tunnel stradale di Fréjus e la volontà di costruire un tunnel di base per il cosiddetto cambio modale, anche se non è nemmeno previsto sulla rete ferroviaria in pianura in cui il trasporto merci è insignificante.
Vivere senza servizi ferroviari a Modane è un’anticipazione che prefigura la chiusura della stazione se il tunnel di base fosse costruito.
Ciò influenzerà il trasporto giornaliero e turistico di tutta l’alta valle poiché il TGV si fermerebbe solo a St Jean e un trasferimento in autobus completerebbe questo “sentimento di fine del mondo”.