FOTO / IN TILT I PRONTO SOCCORSO DI SUSA E RIVOLI, ESPOSTO IN PROCURA DEGLI INFERMIERI: “I MALATI DEVONO STARE NEI CORRIDOI, SENZA PRIVACY E DIGNITÀ”

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di FABIO TANZILLI

RIVOLI / SUSA – Nei giorni scorsi il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, ha presentato un esposto alla procura di Torino per la drammatica dei pronto soccorso di tutta la provincia Torinese.

Non fanno eccezione i pronto soccorso di Rivoli e di Susa. “A rischio la sicurezza e la salute dei cittadini – spiegano gli infermieri – ma anche la qualità dell’assistenza erogata. Tagli dei posti letto, carenza di personale e nessuna risposta territoriale ci indicano una chiara responsabilità. Azioni che mettono a repentaglio la salute dei cittadini e a rischio l’operare dei professionisti sanitari, quali medici e infermieri”.

Il Pronto Soccorso di Susa affronta questa situazione con 3 infermieri, 1 Oss e 1 medico per turno. In supporto è stato inserito un secondo medico, dedicato prettamente ai codici di bassa gravità (bianco e verdi).

“Incomprensibilmente il secondo medico, che dovrebbe smaltire le richieste a bassa intensità, proprio nei giorni di maggior afflusso (sabato, domenica e festivi) è costretto a lavorare con orario ridotto (dalle 9 alle 17), mentre nei giorni feriali offre una copertura che va dalle 8 alle 23 – dichiara Giovanni Marino, rappresentante sindacale del NurSind e infermiere presso il pronto soccorso di Susa – dal 24 dicembre ad oggi, nel nostro reparto si sono registrati in media 30/35 persone, con picchi di 40/45 presenti in pronto soccorso e 60 passaggi giornalieri”.

“Ritengo che il rapporto di assistenza e cura in regime di urgenza sia inaccettabile, sia per il personale sanitario che per la popolazione – aggiunge Marino – bisogna tener presente che, per il forte afflusso, un infermiere resta quasi totalmente dedicato al ”triage” e alla rivalutazione dei pazienti in attesa. Se non si sono verificati casi di “malasanità” bisogna esser grati solo ai medici, infermieri e Oss del nostro ospedale che, con professionalità, in questi giorni stanno lavorando il doppio, se non il triplo, per rispondere a questa situazione”.

“Bisogna fare chiarezza: lavorare il doppio non è sinonimo di qualità – accusa Marino – anzi, il rischio di commettere errori raddoppia in relazione al carico di lavoro e al calo dell’attenzione. I pazienti, non trovando posto nei relativi reparti di competenza (medicina e chirurgia) devono stazionare nei corridoi, affrontando malattie e sofferenze senza un minimo privacy e dignità’’.

“Questi sono i drammatici risultati di una politica dedita al taglio dei costi, piuttosto che alla tutela del cittadino. La mancanza di una rete territoriale di assistenza, che vede nelle festività la quasi totale assenza dei medici di famiglia e guardie mediche assalite da chiamate a cui non si riesce a star dietro, con conseguente “rinvio” dei pazienti ai pronto soccorso o alle chiamate al 118″ conclude il rappresentante degli infermieri del presidio ospedaliero di Susa.

Situazioni critiche anche nel più grande pronto soccorso dell’ASLTO3, quello di Rivoli, dove continuano ad arrivare tantissimi pazienti con conseguente sovraffollamento. Nursind, il sindacato degli Infermieri, con circa tre mesi di anticipo aveva formalmente richiesto alle ASL di predisporre e condividere con le organizzazioni sindacali piani di emergenza, a prevenzione del forte afflusso e conseguente sovraffollamento. Ma la maggior parte delle proposte non sono state prese in considerazione.

‘’Nei giorni di festività abbiamo lavorato in un clima di fuoco’ – afferma Marco Valenti, rappresentante sindacale Nursind e infermiere presso il pronto soccorso di Rivoli – abbiamo avuto un afflusso record con oltre 100 pazienti, tra coloro in attesa di visita e pazienti in carico. I tempi di visita sono destinati ad aumentare. Dobbiamo dire grazie solo alla professionalità di medici, infermieri ed operatori sanitari”.

“Abbiamo registrato affluenze che hanno causato sale d’attesa stracolme, barelle e sedie a rotelle esaurite, punti di erogazione dell’ossigeno non sufficienti al fabbisogno, pazienti critici che non potevano tutti usufruire di un monitoraggio adeguato, ambulanze del 118 che si bloccavano per poter scaricare il paziente e per mancanza di barelle per la sistemazione. Ricordiamo che essere costretti a bloccare un’ambulanza per non mettere il paziente a terra è interruzione di pubblico servizio. Un reato che potrebbe mettere a rischio la salute di altri utenti, con ritardo negli arrivi del soccorso e conseguenze immaginabili. Abbiamo avuto la necessità di attivare gli infermieri reperibili, dei reparti DEA e interdivisionale”.

“Dobbiamo dar merito alla direzione di esser prontamente intervenuti nelle festività con la presenza del direttore generale Flavio Boraso e del dottor Minniti – aggiunge Valenti – che hanno potuto constatare le criticità ed aver avviato delle misure immediate, come inserire in aggiunta dei chirurghi per seguire i codici a bassa intensità”.

“Precedentemente sono state predisposte misure atte ad aumentare la possibilità di ricovero con appoggi per pazienti e medici in altri reparti dell’ospedale. Misure, queste ultime, che riteniamo palliative e che non fanno altro che gravare sia sui medici che infermieri. In alcuni reparti gli infermieri nel turno notturno sono soli e manca la figura dell’Oss, aumentando di non poco il carico assistenziale’’ conclude Marco Valenti.

“La politica di una Regione con soli obiettivi di tagli posti letto e servizi sta facendo vedere i suoi frutti e questi sono i risultati che stiamo raccogliendo” accusano dal Nursind.

“Vanno ricordate strutture sanitarie valsusine, come ad esempio il presidio di Avigliana, che potrebbero essere un ottimo supporto per queste eventualità. Si tratta di un servizio inaugurato mesi fa direttamente dall’assessore regionale Saitta, il quale aveva proclamato la fine dei lavori di ristrutturazione”. Questi lavori in realtà sono ancora da ultimare: il servizio Cavs, attualmente non operativo ad Avigliana, è stato spostato provvisoriamente a Rivoli, mentre il 118 continua a restare in locali vecchi e fatiscenti, i cui lavori sono ancora da concludere.

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5 COMMENTI

  1. Penso per un influenza non si debba andare al pronto soccorso ma stare al caldo prendi un’aspirina lascia il posto a chi ha dei problemi più gravi

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