da PAOLA SIMONA TESIO
GIAVENO – «Orandum est ut sit mens sana in corpore sano», scriveva Decimo Giunio Giovenale, nelle Satire, ovvero bisogna pregare di avere una mente sana in un corpo sano. Una frase passata alla storia e sebbene il significato antico sia differente da quello comunemente inteso in epoca contemporanea, che attribuisce una connessione della pratica fisica al benessere di anima e corpo (ovvero al miglioramento della condizione psicofisica), è altrettanto vero che oggi più che mai lo sport, in tutte le sue differenti specificità, è una risorsa indispensabile per la socializzazione, l’inclusione, il miglioramento della salute, oltre ad essere un’importante “palestra di vita”, che aiuta bambini, giovani, adulti e anche anziani a crescere imparando a confrontarsi con gli altri, scoprire i propri limiti, cadere e rialzarsi. La pratica motoria è una delle migliori terapie dell’anima che contribuisce ad accrescere la fiducia in se stessi.
Qualche volta però accade che la disciplina sportiva non sia così facilmente praticabile o accessibile a tutti, sia per la scarsità delle risorse sia per la difficile gestione degli impianti sportivi, che in molti casi necessitano di manutenzione.
La pioggia di questi giorni ha causato notevoli disagi in Giaveno e in alcuni casi l’inagibilità delle palestre delle scuole e del moderno Palazzetto dello Sport comunale, che avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello della città.
Luoghi che vengono destinati ad innumerevoli fruitori, dagli studenti che praticano l’educazione fisica alle associazioni, e persino a realtà estere che utilizzano gli impianti per competizioni agonistiche di rilievo e che dovranno inevitabilmente recarsi altrove.
Nessuna polemica da parte degli utenti, dei genitori o di quanti avrebbero voluto continuare a svolgere le attività programmate ma un’infinita tristezza determinata dall’impossibilità di proseguire la pratica sportiva e dall’impotenza di non poter far alcunché per migliorare una situazione che si ripresenta ciclicamente da tempo.
Ed è davvero desolante vedere nelle aree del Palazzetto dello Sport, così come nelle palestre delle scuole Pascal e Gonin, pozze d’acqua che si alternano ad una distesa di stracci e secchi ricolmi, messi per contenere le perdite che provengono dalle numerose falle. Oltretutto in luoghi come questi dovrebbe essere garantita agli utenti la sicurezza, e di certo tali infiltrazioni minano la salubrità delle strutture. Soprattutto in materia di edilizia scolastica la manutenzione andrebbe effettuata regolarmente ed in modo capillare e costante perché sotto quegli edifici transitano ogni giorno bambini e ragazzi, che vi trascorrono gran parte della giornata. Troppo spesso, però, l’edilizia scolastica e pubblica presenta problematiche e criticità.
Il grado di civilizzazione di una società si misura anche dallo stato delle sue strutture. La città di Giaveno in questo pare avere delle pecche. Si potrebbe offrire di più nell’ambito dello sport poiché non mancano le potenzialità del territorio che si presta sia per l’attività outdoor (trekking, arrampicata, discipline invernali e tanto altro ancora) sia per l’attività indoor, se questa fosse maggiormente favorita dal miglioramento, in termini manutentivi, dell’esistente.
Dai comuni vicini, in tempi recenti, si è assistito ad ideazioni d’avanguardia. A Rosta è stato approvato il progetto per realizzare una palestra all’aria aperta fruibile per tutti, in altre realtà montane non mancano i cosiddetti “percorsi della salute” luoghi ad accesso libero in cui vengono resi disponibili spazi ed attrezzature per il fitness. Perché allora non puntare più in alto e non dover pregare per il diritto di aver «mens sana in corpore sano»?
mi sembra che manchi all’appello la piscina di Giaveno che nello spogliatoio maschile, piove bello liscio e non sembra meravigliare più nessuno…