dall’UFFICIO STAMPA DELL’ISTITUTO DES AMBROIS
OULX – A conclusione della settimana contro la violenza sulle donne lunedì 26 Novembre presso l’Auditorium dell’I.I.S.S. Des Ambrois si è tenuto un incontro sulla tematica della violenza di genere. Hanno partecipato Fabio Tanzilli direttore di ValsusaOggi e cronista del Corriere della Sera, il commissario della polizia di Bardonecchia Christian Falliano, il maresciallo dei carabinieri di Cesana Panzera, l’operatrice Carlotta Gremo del centro antiviolenza “Emma” (ex “Svolta Donna”) e la valsusina Maura Brondolin che ci ha raccontato la sua terribile l’esperienza subita nel 2015 “quando ebbe il coraggio di pubblicare la lettera e le fotografie di denuncia. Oggi è diventata un simbolo in Val di Susa della lotta contro la violenza sulle donne, testimoniando insieme a ValsusaOggi l’importanza di denunciare gli abusi e le aggressioni”. (link articolo completo https://www.valsusaoggi.it/condannato-al-carcere-laggressore-di-maura-brondolin-la-massacro-di-botte-in-val-susa).
I ragazzi hanno partecipato per l’intera mattinata alla conferenza, che in maniera sempre precisa e puntuale, ha trattato argomenti troppo spesso declassati a semplice cronaca quotidiana. I relatori hanno iniziato spiegando da quale retro – cultura deriva la nostra attuale situazione. Senza cadere nella banalità della giustificazione del predominio “di diritto” maschile nella nostra società gli invitati sono riusciti a trasmettere ai ragazzi l’importanza del rispetto reciproco che è la base per le relazioni tra gli esseri umani.
A conclusione del convegno Maura Brondolin ha raccontato direttamente con la sua voce i terribili momenti vissuti durante l’aggressione subita pochi anni fa da un uomo. I ragazzi hanno trattenuto il respiro durante tutto il tempo in cui Maura ha ricostruito i momenti di assoluta e cinica lucidità omicida avuti, dall’autodefinitosi, Uomo innamorato di lei. Le riflessioni che questo racconto ha sprigionato nei ragazzi sono state le più disparate. Chi ha chiesto che tipo di sentimento può portare ad atti di questo genere, chi rifletteva sull’idea stessa delle persecuzioni nei confronti della persona “amata” o chi semplicemente rimaneva spiazzato dalla crudeltà degli atti.
La consapevolezza rimasta nei cuori degli adulti è che sia necessario educare i giovani alla non violenza, affinché la sappiano riconoscere con una certa lungimiranza, in sé e fuori da sé, e chiedendo aiuto possano contribuire alla costruzione di un mondo un po’ più a “misura di donna”.
A quando un convegno sul maschicidio ?