FOTO / SANGANO, 1800 PERSONE IN CODA PER L’ACQUEDOTTO

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di PAOLA TESIO

SANGANO – Un grande successo per il Gruppo Fai Val Sangone che nella giornata di oggi ha aperto le visite a due siti storici di notevole fascino: l’antico acquedotto, ancor oggi funzionante, e la Torre di Sangano. Per quanto concerne l’acquedotto le visite sono state aperte a tutti. Oltre 1800 persone hanno apprezzato l’iniziativa come dimostrato dalla lunga fila di visitatori.

L’acquedotto venne edificato nel 1832, un anno dopo la scomparsa del Re Carlo Felice, per volere della vedova Maria Cristina che si impegnò nel voler realizzare il desiderio espresso in vita dal Re. Fu lei che incaricò l’ingegner Ignazio Michela del progetto e della ricerca delle strategie necessarie per convogliare la portata sino a Torino. L’impianto venne progettato nel 1842 e fu un’opera di straordinaria utilità: l’acqua sorgiva di elevata qualità che proveniva dalla Val Sangone venne distribuita fino alla grande città. L’impianto, ufficialmente inaugurato il 6 marzo 1859, conserva tutt’oggi le peculiarità della sua imponente struttura architettonica. Si tratta di un’opera ingegneristica di notevole fascino ed impatto estetico, tanto che la location è stata poeticamente definita “cattedrale dell’acqua”, contornata da archi e cunicoli suggestivi che si riflettono negli azzurri specchi d’acqua creando un gioco di luci maestoso.

Soddisfatto il professor Mauro Minola, autore di saggi sulle fortificazioni e sulla storia dei Savoia, che ha dichiarato: “Ho aderito sin da subito al Fai quando ho saputo che Flavio Polledro intendeva costituire il gruppo della Val Sangone. Abbiamo dato via alla prima iniziativa con le visite al forte di San Maurizio presso il colle della Russa e oggi siamo stati presenti con questo nuovo appuntamento che ha avuto un ampio riscontro da parte del pubblico, superiore a qualsiasi aspettativa“.

La visita alla Torre di Sangano è stata invece dedicata agli iscritti al Fai e presentata dalla professoressa Alessandra Barella che ne ha illustrato la peculiarità e la storia. Il castello nacque per volere dell’abbazia benedettina di San Solutore. All’interno della fortificazione vi era una chiesa dedicata a Santa Maria dell’Assunzione. Nel 1254 gli abati cedettero Sangano a Bonifacio, signore di Piossasco, per pagare alcuni debiti, e ne rientrarono in possesso soltanto trent’anni dopo. In seguito alla distruzione dell’abbazia nel 1536, Sangano entrò a far parte dei beni degli Orsini, signori di Rivalta. La parte esterna del castello presenta ancora nella suo aspetto l’antico passato medievale, modificato nel corso del tempo dagli interventi settecenteschi. L’interno venne più volte rimaneggiato, perdendo in parte le sue peculiarità originarie. La torre si erge in prossimità del castello, originariamente si trattava di un campanile romanico trasformato successivamente in un torrione di difesa, come si evince dal fatto che le bifore non sono state murate e dalla cuspide sostituita dalla merlatura. La sua imponenza domina l’ampia corte su cui è situata e l’interno è ancora visitabile grazie alla ripida scala in legno sui cui è possibile inerpicarsi per godere della splendida vista dall’alto di Sangano.

La giornata intitolata “L’acqua del Re” ha riportato l’attenzione dei numerosi visitatori ad un periodo storico che va da Carlo Felice a Cavour, ricordando le vestigia di Sangano. Numerosi i volontari impiegati sul percorso e le guide Smat grazie alle quale è stata predisposto il sopralluogo interno dell’acquedotto.

Il presidente del Fai Valsangone Flavio Polledro ha espresso a ValsusaOggi la sua soddisfazione: “Un grande risultato per la pima delle giornate di autunno. Questo appuntamento è stato realizzato in collaborazione con la Smat ed il comune di Sangano. Abbiamo registrato un’affluenza straordinaria di 1800 visitatori“.

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