FOTO / L’ULTIMA PARTITA NELLO STORICO CAMPO DI CONDOVE: QUELLA DEL CUORE

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di NORMA RAIMONDO

CONDOVE – Chi nutre una passione vera lo sa: è difficile metterla a tacere. In un modo o nell’altro, nel corso della vita, tornerà a farsi sentire. E così, anche per il nutrito popolo giallo blu del calcio condovese, quel chiodo cui pensavano di aver definitivamente appeso le scarpe con i tacchetti, non ha retto al peso. A vincerne la resistenza è stato l’amore per lo sport ma, soprattutto, per un gruppo coeso. Un ensemble che, a tutti quelli che ne hanno fatto parte, ha dato molto anche in tema di amicizia ed umanità. Il chiodo ha ceduto, le scarpette sono cadute al suolo e, sabato, sono nuovamente state calzate per scendere sul campo sportivo di via Roma che negli anni ha ospitato interminabili serie di dispute calcistiche del campionato ed anche tornei di calcio a 7. Su quel rettangolo verde è stata giornata di passione e nostalgia. L’occasione del ritrovo l’ha offerta l’ultima fatica letteraria dello scrittore condovese Giorgio Jannon, che prima di Natale darà alle stampe “Forza Gialli” ed ha voluto convocare chi, se non a narrare, di sicuro ha contributo a scrivere le gesta della squadra locale. Un libro che ripercorre un secolo di calcio condovese, svelando aspetti inediti ai non addetti ai lavori, ma offre anche qualche spunto interessante a chi, quei tempi, li ha vissuti sul campo verde, in panchina, in tribuna o dietro le quinte. Già, perche il Condove è sempre stata una squadra ricca di supporter. I giallo blu non sono mai stati soli in campo: dalla dirigenza agli spalti, hanno sempre avuto grande appoggio e tifoseria. Sabato pacche ed abbracci sono stati all’ordine del giorno, perchè molti giallo blu si frequentano ancora, ma alcuni si erano persi di vista da tempo. C’erano nomi noti alle cronache sportive.

Non ce ne vogliano quelli che non saranno citati, ma l’alto numero di presenze ed il mancato appello non ci ha permesso di riconoscerli tutti: oltre allo stesso Giorgio Jannon, il mister Pasquale Romagnino, il guardalinee Gigi Ceraso, i vari Marco Balzaretti, Ennio Beltrame, Mauro Brando, Oscar Betti, Salvatore Carretta, Maurizio Chiesa, Graziano Cuatto, Maurizio Cullino, Guido Dossena, Leonardo D’Amelio, Andrea Galli, Duilio Innocente, Valter Giuliano, Giancarlo Listello, Silvio Listello, Valter Martin, Franco Perotto, Raffaele Pignatelli, Michele Pio, Andrea Pistono, Fabio Ramasotto, Fabrizio Rivotto, “Kalle” Sangregorio, Guido Suppo, Stefano Suppo, Mauro Vanara, Corrado Versino. Molti hanno giocato, qualcuno è stato a guardare, per problemi di salute o altre ragioni. Ma tutti avevano gli occhi lucidi, specialmente quando è venuto il tempo dei ricordi di chi non c’è più: da Francesco “Cecu” Cullino, passando per Franco De Vecchi, i fratelli Argentino, fino al recentemente scomparso ex presidente Vittorio Parotto, vittima di una caduta in montagna a fine estate, di cui proprio sabato è stata celebrata la messa di trigesima. Per ognuno di loro, sabato, c’è stato un battito del cuore. Per molti, anche la consegna di un riconoscimento ai familiari. Corrado Versino, ex dirigente, giocatore ed allenatore, insignito anch’egli di una targa ricordo, ha evidenziato l’accostamento vissuto quando, passando dinnanzi al campo sportivo in una giornata primaverile, in mezzo all’erba alta del terreno abbandonato ha visto un sacco di fiori gialli nel prato. Quei fiori gialli gli hanno ricordato gli altri gialli, quelli con i quali ha condiviso bei momenti.

“Non vorrei – ha commentato il vicesindaco Jacopo Suppo, presente insieme all’assessore Chiara Bonavero ed al consigliere Gianluca Vinassa in rappresentanza dell’ammministrazione comunale – che la malinconia e la nostalgia ci intristissero. Questo campo è il cuore pulsante di una comunità che cambia, ma non vuole dimenticare il suo passato”. L’ultima partita ha offerto l’occasione di un ritrovo come da tempo non accadeva, con il brindisi finale da Nostus e l’appuntamento per una cena collettiva il prossimo 10 novembre. Ufficialmente, il campo sportivo di via Roma a Condove, dopo la disputa che sabato ha dato il la al programma della fiera della Toma, d’ora in poi non ospiterà più partite di calcio. Sarà destinato dall’amministrazione comunale ad altro impiego, probabilmente diverrà un polmone verde del centro abitato. Ma se l’ultima partita è andata in scena sabato, quella della vita, tuttavia continua.

Ed in essa, l’orgoglio dell’appartenenza giallo blu, indipendentemente dalla veste ricoperta nella squadra, ha fatto e continuerà a fare la differenza. Perchè, a rendere importante la partita di sabato, non è stato il numero di reti segnate dall’avvicendamento dei calciatori scesi in campo (ndr per la cronaca, conclusasi con la vittoria dei blu sui gialli con 5 reti di differenza, in un combattuto 8-3). Bensì il fatto che, tutte, siano state messe a segno in un’unica porta: quella del cuore.

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