di IVO BLANDINO
VAIE – Un tarlo asiatico (l’Anoplophora glabripennis) ha infettato alcune piante a Vaie nella zona di via Martiri della Libertà. A darne notizia è il sindaco Enzo Merini. Il Comune ha già messo dei cartelli nelle vie del paese per informare la cittadinanza. Non è un insetto pericoloso per l’uomo, ma provoca parecchi danni alle piante. “Probabilmente questi tarli si sono introdotti nel territorio di Vaie con legname di latifoglie o con strutture per imballaggi provenienti dall’Asia – ha spiegato il sindaco – forse dalle pedane di legno che erano state utilizzate per la ristrutturazione del centro commerciale”. Il Comune non vuole fare allarmismo: “Stiamo studiando come intervenire per risolvere il problema, sicuramente abbatteremo delle piante infettate. Il tarlo ha colpito aceri e salici, ma potrebbe colpire anche ciliegi, ecc.”.
Intanto giovedì 9 agosto, tra le ore 22 e l’1, nelle aree verdi colpite dal tarlo sarà effettuato un trattamento insetticida con un prodotto a base di piretroidi, a cura di una ditta specializzata e in collaborazione con gli ispettori fitosanitari della Regione Piemonte e la polizia municipale.
Questa mattina, mercoledì 8 agosto, il Comune ha organizzato un incontro con la stampa per illustrare il problema. Erano presenti il sindaco di Vaie Enzo Merini, il sindaco di Sant’Antonino Susanna Preacco, Paola Gotta (tecnico fitosanitario della Regione Piemonte), Pier Mario Giachino (dirigente della Regione Piemonte) e i carabinieri forestali di Almese.
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I danni della globalizzazione dei commerci di materiali non vengono mai valutati a priori. Vedere zanzara tigre ed ora questo tarlo.
Non si impara mai dai propri errori e la storia continua ad insegnare poco o niente. Il passato è pieno di esempi delle nefaste conseguenze della globalizzazione: basti pensare al banale raffreddore portato dai Conquistadores spagnoli che duramente colpì le poolazioni del Centro America e, senza citare esempi così gravi, rimanendo solo nel settore degli insetti/acari o delle piante aliene, ricordiamo la Fillossera, insetto nord americano dannoso alla vite che, nella seconda metà dell’ottocento, rischiò di distruggere la viticoltura europea, la Varroa destructor, parassita giunto in Europa con api cinesi importate perchè ritenute più produttive e che negli anni ’80 ha messo in ginocchio l’apicoltura europea, il cinipide del castagno che ha rischiato di far scomparire la castanicoltura, anch’esso importato assieme a varietà di castagno orientale che producono castagne molto più grosse e belle da vedersi delle nostrane (anche se poi sanno di niente), la vespa velutina, un calabrone grandissimo predatore di api, anch’esso di origine asiatica giunto da noi non si sa bene come e quando, l’ailanto pianta importata a scopo ornamentale, fortemente infestante che si sta insediando nei nostri territori e che è capace di sostituire la flora autoctona. Ce n’è parecchio nei Comuni di Borgone, San Giorio, Avilgiana. E’ difficile da estirpare, più lo si taglia e più lo si moltiplica e non ha parassiti specifici in natura che possano contribuire a contrastarlo.
Continuiamo a portarci in casa volontariamente o involontariamente specie esotiche, figlie della globalizzazione, senza sapere come reagiranno e come si integreranno nel nostro ambiente ed è ora di iniziare ad imparare da questi errori