di ANTONELLA ZOGGIA (CANDIDATO SINDACO DELLA LISTA “OBIETTIVO BUSSOLENO”)
BUSSOLENO – Tra 15 giorni sarà un anno da quel 7 di giugno che ha stravolto la vita di molte famiglie a San Lorenzo. Sono moglie di un volontario AIB ed ero stata là nei momenti più difficili, dove, pur nel pieno del disastro, ferveva il lavorio della protezione civile e dei volontari e si respirava una solidarietà ammirevole.
Sono ritornata in San Lorenzo, nella zona rossa, ieri pomeriggio con Raffaella Marchetto ed un senso di desolazione e di inquietudine mi ha pervasa totalmente; come ho avuto modo di dire nella lettera che mi sono permessa di scrivere agli abitanti, la sottoscritta, e le persone che compongono la lista OBIETTIVO BUSSOLENO, il 7 di giugno dell’anno scorso erano semplici cittadini, non amministravano il Comune di Bussoleno, né in maggioranza né in minoranza, e altre erano le figure che hanno gestito, bene o meno bene, quanto è purtroppo accaduto.
Questo stato d’animo mi ha fatto riflettere su molte cose e molte sono le domande che mi sono venute in mente: come mi sarei comportata se mi fossi trovata in quel frangente? Mi sarei accontentata (come è stato fatto) di una sola proposta progettuale o avrei cercato di averne una alternativa? Mi sarei confrontata (e non è stato fatto) con chi, in quella zona, vive da sempre? Mi sarei limitata a presentare agli abitanti che hanno vissuto quella calamità “il pacchetto” confezionato di interventi o avrei ascoltato le loro proposte, condividendole con chi della progettazione doveva occuparsi? Sarei andata a vedere di persona, e non solo su cartaceo, quanto si stava realizzando, rendendomi così conto, ad esempio, del lavoro ciclopico che si stava eseguendo o che, per poter raggiungere la loro casa con un mezzo agricolo, alcune persone devono farsi trainare, tanto la strada è ripida? Mi sarei preoccupata di sollecitare l’arrivo dei fondi per poter saldare i conti delle ditte impegnate affinché i lavori non fossero interrotti? Avrei incalzato pesantemente gli Enti sovra comunali per poter adeguare alla situazione odierna la zona rossa, permettendo così a molta gente di tornare nelle proprie case?
Non lo so se, nella concitazione dell’emergenza e nei mesi che l’hanno seguita, lo avrei fatto, ma sapendo come mi comportai durante l’alluvione del 2000, penso di si.
Ieri ho incontrato tante persone, stanche, demoralizzate, incattivite (al punto di bestemmiare sul sagrato di una chiesa), sfiduciate perché abbandonate, dimenticate, con le quali il dialogo, ammesso si fosse mai aperto, è da mesi inesistente.
Cosa potremo fare noi, se saremo chiamati ad amministrare Bussoleno? Riteniamo di poter dire, senza scadere in sterili promesse elettorali che “ci prenderemo cura di questo territorio” nel senso letterale del termine, assumendoci la responsabilità di garantire un’attenzione vigile ed un’informazione costante, gestendo al meglio le scelte che chi amministrava allora ha fatto.
Che cureremo con impegno e presenza tenace, anche con la figura dei Referenti di territorio, il dialogo tra la gente e gli amministratori, che si interfacceranno con gli Enti sovra comunali, perché non si verifichi quello che una signora della zona ci ha detto: non vedremo un centesimo di rimborsi. Faremo insomma quello che un amministratore attento deve fare: essere presente, garantire che l’attenzione sulla frana non cali, sollecitare, incalzare, pungolare i soggetti preposti affinché ognuno faccia quello che deve fare, bene e nei tempi più brevi possibile; la gente deve poter rientrare in sicurezza nelle case e avere quanto la normativa ha stabilito e che spetta di diritto a chiunque abbia subìto un danno.
Finisco con un’ultima considerazione che nulla ha a che fare con San Lorenzo, ma che ben rappresenta le incongruenze e le contraddizioni di questo periodo pre-elettorale. Leggo sulle pagine di questo giornale battibecchi e discussioni tra Consolini e Malacrinò sul mancato confronto tra noi tre candidati sindaci, sull’importanza della democrazia partecipata, sull’approfondimento di problematiche le più disparate, che sono venuti a mancare. Anche in questo caso, mi viene spontanea una riflessione: l’unica che avrebbe qualcosa da dire al riguardo (e fino ad oggi non lo ha fatto) è la sottoscritta che, pur avendo sempre dato la sua disponibilità ad un confronto a tre o anche a due, si è vista negare l’opportunità offerta dal direttore Tanzilli di presentare pubblicamente il proprio programma in quanto, nell’ordine, la signora Consolini e, a seguire il signor Malacrinò, hanno negato la loro disponibilità.
La nostra risposta al confronto pubblico non è una negazione, come risulta dalle mail intercorse tra noi e il direttore di Valsusaoggi, che autorizziamo sin d’ora a pubblicare. Spiace deludere la sig. ra Zoggia, e non è una mancanza di considerazione nei suoi confronti, ma riteniamo che un incontro a due sia monco e possa essere facilmente strumentalizzato in una fase così delicata come la campagna elettorale. Come già detto, siamo disponibili in qualsiasi momento e su qualsiasi tematica ad un confronto a tre, se altri ci ripensano. Solleveremmo dunque volentieri la sig. ra Zoggia dall’appagante ruolo di vittima a cui è negato il confronto e la rassicuriamo di cuore che la nostra campagna elettorale non è fatta di battibecchi, ma di incontri concreti con i cittadini per trovare soluzioni ai problemi piccoli e grandi dei nostri territori. I battibecchi e le polemiche a distanza le lasciamo a chi in questo campo è più esperto di noi.
Che dire: è una lettera scritta bene e tocca aspetti molto sentiti da chi ha subito il disastro della frana nella zona di San Lorenzo, come da tutti i cittadini che hanno a cuore presente e futuro di Bussoleno.
Ma è una brutta lettera perchè scritta a pochi giorni dal rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale e quindi risulta speculativa rispetto al voto.
Nessuno sente il bisogno di dichiarazioni elettorali tipo “come mi sarei comportata…..” del “sarei….” e nemmeno “ dell’avrei…..”.
L’uso eccessivo del condizionale annulla la credibilità delle dichiarazioni.
Come cittadini abbiamo bisogno invece di fatti concreti e di un’attenzione quotidiana alle richieste,sia per la messa in sicurezza del territorio sia per la vivibilità del centro urbano, sempre ignorate il giorno dopo il voto.
Giovanni