dalla CITTÀ DI GIAVENO
GIAVENO – L’Amministrazione Comunale sta discutendo di quanto sarà possibile fare per andare incontro ai tanti commercianti e artigiani che si trovano in difficoltà. La giunta è consapevole che il piccolo commercio, parrucchiere, estetiste, bar ed esercizi di ristorazione sono il tessuto produttivo maggiore di Giaveno, rappresentando il settore trainante di tutta l’economia cittadina.
“Da sempre sostengo che i nostri negozi sono l’anima della nostra città, sono il cemento
che tiene su l’architettura dell’economia della valle – afferma il sindaco Carlo Giacone – Le nostre manifestazioni sono sempre state pensate per attirare turisti proprio per dare
linfa a questo settore, nessuno lo può negare. Faremo del nostro meglio per venire incontro agli esercenti”.
L’Amministrazione Comunale ha sempre ribadito che Giaveno è una città di commercio, la cui
peculiarità è proprio la grande quantità e qualità dei suoi negozi, dei bar e dei ristoranti,
il motivo per cui molti scelgono di visitarla.
“Ora le nostre azioni sono concentrate su ambiti pratici per andare incontro alle esigenze della popolazione e che possono essere soddisfatte più velocemente nella crisi sanitaria, ma questo non significa che ci siamo dimenticati dei commercianti, che anzi sono in cima ai nostri pensieri” spiega l’Assessore al Commercio, Marilena Barone.
Il sindaco e l’Assessore Barone hanno già incaricato gli uffici di fare delle simulazioni
sul bilancio per vedere come si potranno agevolare le categorie produttive più colpite
dalla chiusura forzata causa pandemia.
“Ho chiesto di cominciare a studiare e mettere in piedi una strategia che possa andare incontro al disagio di questo settore: vogliamo che il nostro commercio non muoia, e che anzi possa riprendersi più forte di prima”, continua.
È ancora presto per fare promesse: “Non vogliamo dare false illusioni, promettere qualcosa che non si potrà mantenere, perché molto dipende anche dal sostegno che arriverà per questo settore da Governo e Regione. Posso dire però, in generale, che si pensa di agire sulle leve a nostra disposizione, cioè la tassazione locale come ad esempio il plateatico o la tassa sui rifiuti, ma non posso ancora dire in quale misura anche perché ci sono norme da rispettare e regolamenti da variare”.
Sarà da calcolare sul bilancio comunale il minor introito dalla tassazione locale che equivale a un costo importante per le casse comunali; occorrerà valutare diversi parametri prima di agire come ad esempio i periodi di chiusura di ciascun esercizio, le tipologie di attività maggiormente colpite e le difficoltà o investimenti da fare per ripartire.
“Posso però promettere che tutto quanto sarà in nostro potere di fare, lo faremo – continua Marilena Barone – Siamo consapevoli del fatto che molti titolari di attività commerciali sono rimasti delusi dal nuovo Decreto del Presidente Conte e cioè che dovranno ancora attendere molto prima di poter riaprire. Si tratta però di misure di estrema cautela. Non dobbiamo dimenticare che la nostra regione ha un numero di contagi ancora molto alto e il nostro Comune non è un’isola felice nel panorama regionale. Vorrei poter dire a tutti quanti di riaprire prima, con i dovuti accorgimenti. Molte attività sono pronte, si sono attrezzate e si stanno attrezzando, investendo molto in un momento in cui ci sono solo spese e zero incassi. Dopo quasi due mesi di chiusura alcuni corrono il rischio di non poter più aprire”.
L’Assessore conclude: “Siamo sempre stati vicini al nostro commercio locale e non ci tireremo indietro nemmeno stavolta. Sono posti di lavoro importanti, sostentamento per diverse famiglie. Faremo del nostro meglio per sostenerli sperando di trovare aiuto nel Governo e nella Regione, anche dal punto di vista normativo oltre che economico”.