GIAVENO – Davvero strana la politica a Giaveno. La maggioranza non partecipa ai consigli comunali per due volte di fila in una settimana, non vota a favore o contro le mozioni, ma poi manda le lettere ai giornali per replicare sui temi (tre giorni dopo) e lamentarsi di quanto avviene nelle riunioni pubbliche.
Domenica mattina, in consiglio comunale, è stata approvata una mozione riguardante la possibilità di effettuare a Giaveno le analisi per la terapia anticoagulante orale (Tao) acquistando l’apposito misuratore, senza costringere i giovani pazienti a spostarsi negli ospedali più lontani.
La mozione è stata presentata dal gruppo di minoranza “Cambiamo Giaveno” e il consigliere Cappuccio, durante il suo intervento, ha letto la lettera di un tredicenne residente a Giaveno (consegnata al gruppo di opposizione e rivolta al Comune), per sensibilizzare il consiglio su questo delicato argomento.
La cronista di ValsusaOggi ha riportato quanto emerso in consiglio comunale con i vari interventi. Ma la maggioranza era assente e non c’era nessuno: cosa incredibile e alquanto ridicola, tenendo conto che il compito di chi governa la città sarebbe almeno quello di essere presente ai consigli comunali.
Non è un diritto, ma un dovere.
Passano i giorni e mercoledì mattina arriva in redazione una lettera mandata dalla “Segreteria del sindaco” a firma del vicesindaco Enza Calvo, dove replica a nome della maggioranza su tutti i contenuti emersi in consiglio comunale (a cui non hanno partecipato) riportati nell’articolo e sulla mozione approvata a favore del tredicenne e di altri pazienti costretti a viaggiare per le analisi periodiche per l’anticoagulante orale.
Per carità, ognuno scrive ciò che gli pare, ma è alquanto strano che l’amministrazione comunale di Giaveno:
1) si neghi alla richiesta esplicita di interviste dirette (da tempo telefoniamo al sindaco di Giaveno senza ricevere risposte e lo invitiamo, anche tramite il suo staff, per chiedere chiarimenti su vari temi inerenti la città e i problemi della maggioranza);
2) non partecipi ai consigli comunali della sua città;
3) comunichi solo “a posteriori” tramite lettere, veline o comunicati, attaccando il giornale. Proprio come in questo caso.
Chiaramente questo serve a far lavorare lo staff comunale nello spedire le mail ai giornali, ma c’è un limite a tutto.
Ossia: cari politici, prima di mandare stucchevoli letterine di replica in cui ve la prendete con ValsusaOggi, svolgete il vostro primo dovere: partecipate ai consigli dove si parla di questi argomenti che riguardano Giaveno e rendete conto ai cittadini.
“La mozione approvata in consiglio comunale sulle analisi per la Tao (terapia anticoagulante orale) è soltanto la strumentalizzazione politica di una situazione di disagio” scrive invece il vicesindaco nella lettera. Appena venuta a conoscenza del problema sollevato dal consigliere Cappuccio, la Calvo afferma “di essersi premurata di informarsi presso l’Asl per capire quale fosse l’esigenza e se si poteva dare una risposta alla famiglia”.
La domanda semplice è: perchè non ha riferito tutte queste cose subito, in consiglio comunale?
“Peccato che nessuna richiesta sia mai arrivata dalla famiglia al proprio medico curante o all’Asl, nessuna lamentela sul fatto di dover svolgere le analisi presso il Regina Margherita” aggiunge la Calvo nella lettera.
E anche qui, appare chiaro che l’amministrazione non ha capito il tema al centro della mozione e la richiesta del giovane concittadino (ovvio, visto che non c’erano in consiglio).
Il 13enne ha chiesto, tramite lettera indirizzata al Comune e resa nota nel suo luogo più importante (il consiglio comunale) di attivarsi per acquistare il misuratore ed evitare il disagio dei continui spostamenti della famiglia per portarlo al Regina Margherita.
Cosa c’entra l’Asl, che il suo compito lo svolge ordinariamente presso i presidi sanitari di sua competenza? Non è forse il Comune l’ente che deve rispondere per primo alle richieste dei cittadini?
La Calvo commenta anche la proposta di acquisto del misuratore tramite raccolta fondi: “Ringraziamo la premura della minoranza, ma la disponibilità all’acquisto è già stata garantita dall’Asl nel caso essa fosse davvero necessaria – scrive – non ci sarà dunque bisogno di scendere in piazza con motivazioni ideologicamente false, come peraltro già fatto in passato, come per il caso della ragazza in carrozzella e acquisto della pedana: anche in quel frangente l’Asl non aveva mai ricevuto domanda”.
La situazione è ancora più paradossale: perchè il vicesindaco, o qualcuno della maggioranza, non ha spiegato tutto questo in consiglio comunale? Se proprio non potevano esserci domenica mattina, sarebbe bastato protocollare una risposta scritta alla mozione e farla leggere durante la riunione dalla presidente Beccaria.
E invece niente.
“Naturalmente l’amministrazione è vicina alla famiglia del ragazzo che deve sottoporsi alla Tao – scrive il vicesindaco, e ci mancherebbe ancora se non lo fosse – ed è disponibile ad aiutarlo in qualsiasi modo sia necessario, però è molto delusa dall’utilizzo strumentale della sua malattia da parte di minoranze disponibili a spacciare per favori ciò che invece è un diritto”.
Riassumendo: un 13enne, con la sua famiglia, scrive una lettera e la consegna a un consigliere per affrontare un tema che riguarda i servizi sanitari di Giaveno nella sede più opportuna (il consiglio comunale, altrimenti a cosa serve riunirsi e deliberare?), ma per la maggioranza si tratta di “utilizzo strumentale della sua malattia”. Mah.
Nella lunga lettera, il vicesindaco aggiunge due righe in cui dimostra di non comprendere il significato dei virgolettati e quanto viene scritto in un articolo di giornale: “Soltanto per completezza di informazione, ancora una volta Valsusaoggi prende una cantonata, scrivendo che “gli anziani e bambini residenti a Giaveno devono recarsi fino all’ospedale Regina Margherita per fare queste analisi” afferma la Calvo. Altro che cantonate, qui bisogna risolvere i problemi di analfabetismo funzionale. Quella frase è chiaramente in virgolettato, quindi non della cronista e di ValsusaOggi, ma riporta quanto dichiarato ufficialmente dal consigliere Cappuccio durante il consiglio. La giornalista l’ha riportata fedelmente.
Si capisce benissimo che la frase di Cappuccio si riferisce principalmente ai bambini che devono andare al Regina Margherita (è quello il tema della mozione).
Il fatto che nella dichiarazione fatta in consiglio, Cappuccio non abbia specificato che gli anziani non devono andare all’ospedale pediatrico, è secondario. O al limite è una “cantonata” di Cappuccio. A nostro parere su questi temi non ha senso fare i finti maestrini (se il vicesindaco fosse stata presente al consiglio, l’avrebbe forse compreso senza il nostro aiuto).
Questa lettera incredibile non è finita. Secondo il vicesindaco “Il problema vero è che si diffonde una falsità: gli anziani e tutti i pazienti non pediatrici possono tranquillamente eseguire i prelievi presso il punto prelievi di Giaveno, e ricevere comodamente via mail dal proprio medico curante la prescrizione della terapia da seguire in base agli esiti. È così da alcuni anni: chi fa politica (e i giornalisti) dovrebbero saperlo, o perlomeno informarsi”.
Anche in questo caso, emerge che la Calvo non ha capito la mozione presentata in consiglio comunale, che nasce dalla lettera di un paziente pediatrico, ossia un ragazzo di 13 anni, e non da un anziano. Che ha chiesto di poter fare le misurazioni a Giaveno perchè il padre rischia di perdere il lavoro.
C’è da fare inutilmente i finti maestrini su un problema simile?
È stato il consigliere Cappuccio a dichiarare (sempre in virgolettato) che il problema riguarda anche gli anziani, ma visto che il tema è serio e delicato, è inutile girare la frittata e rispondere a tali argomenti 3 giorni dopo il consiglio.
Tutto questo (il tono polemico della lettera, l’assenza ai consigli comunali e l’arroganza inutile, di fronte alla stampa libera e non genuflessa) squalifica proprio la figura istituzionale dell’amministratore pubblico.
Si arriva quasi alla conclusione della lunga missiva: “Siamo felici che alcuni esponenti politici si preoccupino di incontrare il dottor Mauro Occhi, Direttore di Distretto. L’amministrazione lo ha già fatto, prima. In particolare la Vicesindaco e Assessore alla Sanità, Enza Calvo lo fa continuamente, per un confronto su tutti gli argomenti sanitari” scrive nella sua lettera la Calvo.
Piccolo particolare: la maggioranza si è dimenticata di riferire tutte queste cose in consiglio.
Poi nella lettera il vicesindaco riporta quanto le hanno detto dall’Asl: “Il dottor Occhi ha spiegato: “Il medico curante del ragazzo ha contattato il Centro Trasfusionale del Regina Margherita e io ho allertato il Dipartimento di ASL TO 3 che è responsabile per l’esecuzione delle indagini di laboratorio. Quindi, in sintesi, siamo pronti. Il problema è che non sappiamo che riposta dare poiché nessuno ci ha fatto una domanda. Esiste – credo – una procedura di Continuità Assistenziale dei grandi ospedali: non appena ci contatteranno per spiegare il bisogno, saremo in grado di dire cosa possiamo mettere a disposizione per soddisfarlo, fatta salva naturalmente la necessità di limitare agli ambienti specialistici le prestazioni specialistiche e di affidare al territorio solo quello che può garantire la sicurezza del ragazzo. E più precisamente continua il Dottor Occhi: “Non risulta ad ora necessità alcuna di tipo assistenziale poiché lo stesso ragazzo è seguito presso un centro specialistico con il massimo delle garanzie possibili e nessuna richiesta è pervenuta al curante o allo scrivente che faccia intendere un diverso intento. Rimane inteso che qualora la famiglia ne facesse richiesta, il curante potrà in ogni momento rivolgersi al sottoscritto per concordare quanto è possibile fornire in sede territoriale per una gestione ottimale della sua condizione”.
E anche qui la lettera, con aggiunta delle dichiarazioni Asl, sembra una presa in giro: la richiesta di aiuto il ragazzo l’ha già fatta in modo esplicito al Comune ed è stata presentata in consiglio pubblicamente.
Perché continuare a far finta di nulla?
Finalmente arriva la conclusione della lettera: “Riassumendo, il Regina Margherita ha colloquiato con il servizio del Distretto. La responsabile del laboratorio analisi di Pinerolo mette le risorse necessarie a che i pazienti possano essere seguiti. Quindi da parte dell’Asl massima collaborazione. Fino adesso il Comune non ha mai acquistato beni per l’Asl, ma lo hanno fatto associazioni del luogo raccogliendo fondi. Non ci sono mai stati problemi con la Tao: i pazienti sono tutti ben seguiti dai loro medici e dal servizio territoriale. Sollevare un problema così delicato solo per propaganda elettorale è vergognoso anche perché l’Asl, i medici, l’ex ospedale si sono messi a disposizione da subito”.
E quindi? Alla fine di tutte queste righe il Comune non ha risposto alla semplice domanda del ragazzo e alla mozione approvata dal consiglio: a Giaveno arriverà il misuratore Tao oppure no?
Magari dal Comune ci risponderanno in una nuova lettera, anche se è meglio che d’ora in poi lo facciano in consiglio comunale di fronte ai cittadini.
Perchè se il vicesindaco, o qualcuno della maggioranza, fosse stato presente in consiglio e avesse quindi dichiarato tutte queste cose durante il confronto in sede istituzionale, le posizioni della sarebbero state pubblicate nell’articolo in questione. Ma soprattutto sarebbe stato un segno di rispetto verso il consiglio stesso e i cittadini di Giaveno, senza infantilismi.
Appare quindi squalificante questo metodo, ossia l’assenza nelle sedi istituzionali al momento del dibattito, con stucchevole replica a posteriori.
Non tanto per noi (perché i politici di Giaveno ci danno davvero tanto materiale su cui scrivere), ma verso l’istituzione del consiglio comunale stesso e per chi ne fa parte.
E soprattutto verso i cittadini che, cari consiglieri comunali, vi hanno votato proprio per partecipare ai consigli e non per mandarci le letterine.
Ma quanto tempo occorre ancora per le n
uove elezioni comunali???!!
Tolto il contenuto e’ un articolo di parte. Un giornale non dovrebbe prendere posizione cosi schierata