di STEFANO TIZZANI, DANIELA RUFFINO E GIOVANNI MELLANO (Consiglieri di minoranza Giaveno)
Il colorito dialogo intervenuto tra il Consigliere Scalise e il consigliere Tizzani è scaturito da un gesto del consigliere Scalise interpretato come intimidatorio.
Tant’è che lo stesso Scalise, a consiglio terminato, ha sentito il dovere di chiarirsi direttamente con il consigliere Tizzani per precisare quale significato avesse il suo gesto che, a Suo dire, era privo di alcuna funzione intimidatoria. Tizzani ascoltate le spiegazioni del consigliere Scalise precisava a sua volta che, nelle sue affermazioni non c’era l’intenzione di offendere alcuno. Quindi a seguito di tale chiarimento i due si stringevano la mano in presenza peraltro di alcuni consiglieri trai i quali Cappuccio e il Capogruppo di Maggioranza Marco Carbone.
Pare quindi fortemente strumentale quanto scritto dal Sindaco Giacone e dal suo gruppo, essendosi, i due protagonisti dell’intervenuto battibecco, immediatamente chiariti.
Il Sindaco Giacone e tutto il suo gruppo strumentalizza un fatto riportandolo in modo non corrispondente a quanto realmente accaduto.
Il Sindaco Giacone, pretende le scuse e si indigna dimenticandosi dei suoi reiterati comportamenti.
Probabilmente ritiene lecito ingiuriare durante il consiglio la minoranza ricorrendo a un linguaggio e a toni di bassissimo profilo.
Si ricorda al Sindaco Giacone che in consiglio comunale si è rivolto al consigliere Tizzani, interrompendolo, con l’espressione ripetuta più volte: ”Ma che cazzo dici?” oppure alla consigliera Daniela Ruffino: “ hai rotto i coglioni! Togliti dalle palle”.
Queste inaccettabili espressioni paiono di altissimo contenuto politico! Un tale livello non si è mai visto prima in consiglio comunale.
Un comportamento di tal genere è inaccettabile, soprattutto quando proviene dal Sindaco che dovrebbe dare il buon esempio e saper tradurre le proprie idee ed articolare le proprie obiezioni con un vocabolario che consti di qualche parola in più e possibilmente meno scurrile.
Le parole sono importanti, hanno un peso e il loro utilizzo implica una responsabilità in quanto da esse derivano conseguenze.
Le parole rappresentano il nostro modo di esprimerci: il nostro modo di essere.
Pare poi alquanto curioso che il Sindaco si indigni per i fatti riportati e pretenda pubbliche scuse,
a fronte delle gravi frasi denigratorie comparse su fb qualche mese fa.
Da quanto emerso il Sindaco Giacone, in epoca pre-elettorale, cercava di attrarre sostenitori, inviando messaggi, in cui dava alla giunta di allora – e di cui aveva fatto parte quale Vice Sindaco fino al giorno prima – dei mafiosi.
Tali affermazioni, di per sé già gravissime, appaiono ancor più sconcertanti quando a pronunciarle è persona che faceva parte di quella giunta e che quindi a maggior ragione poteva avere reale contezza dei fatti. Da una persona che aveva preso le distanze dal proprio gruppo solo per perseguire una personale ambizione e non certo per prendere le distanze da chissà cosa…
Tali frasi paiono poi maggiormente inquietanti, se si rileggono le lettere inviate – nel corso della campagna elettorale – ai cittadini giavenesi nelle quali si può cogliere come si cerchi di adombrare l’esistenza di un sistema non proprio trasparente adottato dalla maggioranza uscente.
Tali affermazioni, accostate con quello che andava scrivendo sul sistema mafioso della ex giunta, fanno oggi rabbrividire.
Le gravi affermazioni del Sindaco Giacone sono assolutamente false e infondate tant’è che nessun esposto è stato mai presentato da Giacone.
Un esposto invece è stato presentato dal Gruppo “Per Giaveno” affinché la Procura faccia i dovuti accertamenti.
Pertanto è sicuramente il Sindaco che deve scusarsi.
Deve scusarsi con tutti i cittadini giavenesi per aver condotto una campagna elettorale affatto corretta e leale per il solo nobile fine di venir eletto.
Deve scusarsi per aver utilizzato con una irresponsabile leggerezza una parola così grave e colma di contenuti negativi il cui utilizzo andrebbe meditato.
Deve scusarsi con tutti coloro che conducono battaglie reali nei confronti della mafia, rimettendoci anche la vita.
Deve quindi oggi dare spiegazioni di tali gravissime affermazioni, soprattuto ora che indossa il braccialetto bianco che gli ricordiamo non è solo un ornamento da porre in bella vista, ma che ha un significato preciso e che va indossato con grande responsabilità.
E’ un simbolo che pretende azioni responsabili.
Queste sì che sono condotte inescusabili e intollerabili alle quali dovrebbero seguire delle profonde e sentite scuse.
Siamo amareggiati perché questo è, purtroppo, l’altissimo contenuto politico di questa maggioranza.
Siamo indignati per questo ulteriore vile attacco.
Gruppo Consiliare “Per Giaveno”
Stefano Tizzani
Daniela Ruffino
Giovanni Mellano Garda
La stravecchia e decrepita amm.ne non potendo più fare altro, si dedica ora al sabotaggio del Consiglio Comunale con metodi che nulla hanno a che fare con la democrazia ma solo con il gioco al massacro del tipo: “muoia Sansone con tutti i filistei”. Tuttavia dovranno mettersi l’animo in pace ed adattarsi a fare opposizione per i restanti 3 anni, come la faceva il sottoscritto quando era Consigliere, ovvero essere anche duri, ironici e propositivi, e quasi sempre nel rispetto del regolamento e sempre delle persone che compongono il Consiglio Comunale; la più alta espressione democratica dei cittadini di Giaveno.