Lettera di MARCO FRANZOSI
GIAVENO – Buongiorno. Sono un praticante della corsa in montagna residente in Avigliana e per i miei allenamenti mensili scelgo spesso il sentiero che conduce dalla borgata Alpe Colombino di Giaveno fino alla cima del monte Aquila. La maggior parte delle volte sono testimone di svariate disavventure da parte degli escursionisti i quali si ritrovano sempre ad avere problemi con i proprietari del bestiame i quali perennemente lasciano il gregge sul sentiero principale con i cani da guardia incustoditi che non permettono a nessuno il transito in entrambi i sensi quindi chi sale è costretto a fermarsi e chi scende rimane letteralmente bloccato senza poter fare ritorno alla propria autovettura.. Alcune volte io stesso sono rimasto bloccato ed altre sono riuscito a transitare passando direttamente dal dirupo. Non ritengo sia normale e sopratutto legale un comportamento del genere dal momento che cani e bestiame devono essere recintati e soprattutto non si può occupare completamente il passaggio ogni volta! Con tutta la vallata a disposizione trovo assurdo tutto ciò arrivando al punto di pensare che nonostante le varie discussioni e varie segnalazioni queste persone continuino a sbattersene altamente poiché tanto non rischiano nulla e quindi continuino a creare queste situazioni per loro volontà! C’è chi riesce a scamparla e chi invece come me è stato aggredito da cinque cani pastore questa domenica (fortunatamente senza lesioni), avendo già subito un’aggressione lo scorso anno sono riuscito a gestire la situazione ed a proteggere due ragazzi sopraggiunti poco dopo di me! Può andare bene una, forse due volte. Ma prima o poi accadrà la tragedia… Ho avuto modo anche di parlare con questi allevatori più volte i quali usano sempre le stesse scusanti.. Anzi.. Quando ho riferito appunto la mia intenzione di avvisare le autorità mi ha risposto che lui “si è rotto il cazzo delle segnalazioni”, giustificando la sua assenza con “ero a prendermi un panino”! Ho avvisato tutte le autorità possibili: carabinieri, forestale, servizio sanitario, polizia municipale e comune di Giaveno i quali rispondono di non poter fare nulla, che questi personaggi già noti creano problemi da lungo tempo. A questo punto mi chiedo… Perché il comune di Giaveno continua a dare la concessione dei terreni a queste persone pur sapendo i vari disagi creati ai malcapitati ed agli enti come il servizio sanitario? In Italia aspettiamo sempre che accada la tragedia per intervenire, onestamente preferirei si evitasse tutto ciò quindi ho pensato che magari rendendo pubblica la situazione il comune e i vari enti sentendosi chiamati in causa si attivino per risolvere la situazione onde evitare ulteriori digrazie.
Come dare torto a Marco ? la situazione non è molto diversa sul resto della Valle Di Susa !!!!
Il proliferare del lupo ha costretto i pastori a dotarsi dei cani anti lupo. La gestione dei medesimi è impegnativa. Sarebbe opportuno che i sostenitori del lupo si organizzassero per dare una mano ai pastori a predisporre le reti di contenimento per il gregge ed a gestire i cani anti lupo.
Questa è una emerita cazzata. Le mandrie e le greggi si recintano. I cani da guardania basta abituarli alle persone e a comportarsi di conseguenza, invece di prenderli e lasciarli soli per giorni con il gregge. Queste situazioni sono causate da margari sbatticazzo, non dai lupi.
Il solito ben educato, capace di esprimersi con toni pacati e non aggressivo. Complimenti. Per educazione non ti rispondo a tono. Per il resto sali in quota a posare i recinti . Chissà che facendo un poco di fatica non ti capiti di imparare la buona educazione.
Io salgo in quota e i cani non addestrati li prendo a calci in culo, perché il diritto del margaro a fare il suo lavoro non lo esenta dal rispettare la legge e i miei di diritti.
Come dare torto a Marco e olegna?
Facendogli fare la vita del Berge’ per tre o quattro anni, in tutte le quattro stagioni di ogni anno.
non ho fatto il ” Bergè” ma ho avuto uno zio che aveva un centinaio di pecore ( anni 50/70 ) non aveva i i pastori maremmani lasciati allo sbando … la montagna era di tutti !!!!!!!!
i lupi c’erano?
Certo, perchè non c’erano i lupi, provi a lasciarle adesso le pecore incustodite… è il loro lavoro…. in Toscana si è sempre fatto così: le pecore occupano le colline e a sorvegliarle ci sono i maremmani… semplicemente bisogna evitare di avvicinarsi troppo perchè il cane difende il gregge ed è del tutto normale.
Già!!! i lupi ma chi li ha voluti ???? A mio avviso i maremmani non sono addestrati adeguatamente …. non è necessario avvicinarsi troppo!!!!!
Ben detto.
Adesso invece è solo vostra e chi vive di pastorizia si deve adattare. Ma per favore. Da anni faccio trekking nelle vallate e ne ho incontrate di pecore e cani. Mai avuto problemi e siccome sono io il visitatore, sono io che mi adeguo.
Anche sul versante francese i pastori creano problemi simili.
I cani non educati sono un problema; i loro padroni sono una piaga. Più che padroni/educatori sono loro succubi. E questi si ritengono “amanti degli animali” ma probabilmente nel senso che ne sono ossessionati.
Poi però per la “sicurezza” potano boschi a zero e ti fermano a casa se non hai il mezzo nuovo di zecca.
Lumasemprefaitparej. Dalla notte dei tempi abbiamo sempre fatto così e ne siamo orgoglioni.
Siete Orgoglioni o grandissimi COGLIONI!!!!!!!
E avete ragione.
Anche a me è successo in altre vallate, però mi chiedo, se al posto del bestiame e dei cani si fosse trovato un gruppo di cinghiali o peggio un branco di lupi affamati come si sarebbe comportato? inoltre, a chi si sarebbe rivolto per eventuali proteste?
Al capo cinghiale, ovviamente!
Da ciò che scrivi è evidente che tu non abbia mai messo piedi in montagna. I branchi di lupi affamati li vedi solo nei film, non nel mondo reale dove il lupo evita l’uomo come la peste. E i cinghiali appena ti vedono scappano a gambe levate.
Marco ha pienamente ragione e oltre a controllare gli animali certi pastori andrebbero anche controllati per come tengono gli animali,particolarmente i cani che sono molte volte lasciati con pochissimo cibo e diventano più aggressivi.
Concordo appieno… si parla di cani sporchi, denutriti e maltrattati! Un paio di anni fa, sulla strada sopra l’Arguel ero stato aggredito da un maremmano “da stalla” che con il primo morso mi aveva forato gomma + cerchio anteriore, mentre con il secondo il polpaccio… vista la situazione non mi ero messo a cercare il padrone preferendo portare a casa almeno l’altra gamba sana…
Condivido pienamente la montagna è di tutti, chi ci lavora e deve anche rispettare chi va per rilassarsi da solo o con la famiglia e magari con bimbi piccoli, o me meglio portali al supermercato??
max
Chiedo scusa, ma il rispetto per chi LAVORA non è pervenuto?
Il rispetto deve essere reciproco.
Scusa ma dove la vedi la reciprocità in questo commento!
“Condivido pienamente la montagna è di tutti , chi ci lavora e deve anche rispettare chi va per rilassarsi da solo o con la famiglia e magari con bimbi piccoli, o me meglio portali al supermercato??”
In pratica sta’ dicendo che chi lavora deve RISPETTARE chi và a fare una scampagnata. Del contrario non leggo traccia.
La strada e i sentieri non sono proprietà di chi lavora.
Mai scritto che strade e sentieri siano proprietà chi lavora.
Buona vita a tutti!
Se i cani invadono i sentieri e infastidiscono chi li percorre, il proprietario ha torto marcio, e il fatto che lui “lavori” è del tutto indifferente. Le leggi le deve rispettare come tutti.
E’ un problema da non sottovalutare perché può portare gravi conseguenze. Alcuni percorsi sono, purtroppo, rinomati per gli incontri con maremmani incustoditi che aggrediscono escursionisti che transitano anche molto lontani dal gregge (200-300m). Porto solo uno dei tanti esempi: sentiero che sale al rifugio Stellina; ci sono state numerose gravi aggressioni con tanto di ricovero ospedaliero e denuncia alle autorità. Io ho risolto portandomi uno spray al peperoncino; mi è capitato di usarlo sono una volta, proprio a causa di un’aggressione di un maremmano. E’ l’ultima scelta, prima di farsi sbranare.
Anche io porto lo spray al peperoncino, ma andrebbe usato sul padrone più che sul cane.
Un paio di anni abbiamo avuto problemi anche mia moglie ed io e quando feci le mie rimostranze al pastore si mostrò meravigliato che il cane fosse fuori dal recinto
IO penso che la precedenza va ai pastori. Il lavoro è prima del divertimento e chi va a spasso può girare da un’altra parte.
Priorità un cazzo. Sentieri e strade non sono di proprietà dei pastori.
IO penso che la precedenza vada ai pastori. Il lavoro è prima del divertimento e chi va a spasso può girare da un’altra parte.
Esattamente, ma per la nostra società adesso è più importante svagarsi che lavorare… farei fare un po’ i pastori agli escursionisti, pulizia delle stalle e dei recinti compresi, tosatura, mungitura, preparazione dei formaggi ecc…
Ho incontrato mandrie e greggi più volte, basta fare un po’ attenzione e magari allargare un po’ il giro…
Spray al peperoncino e se non basta qualcosa di più “efficace” d’altra parte bisogna pur difendersi, la montagna è di tutti e chi ci lavora deve rispettare le regole.
Se un cane mi minaccia ci ficco una mano in bocca ed una in culo e lo uso come manicotto. Cosi dissi ad un cogli1 che minacciava di liberare il cane perch’ ero sul suo terreno à fare scorta di ortaggi bio . E poi corsi via come flash. Minchia che ridere.
Bella educazione…ma perchè pubblicate commenti pieni di turpiloquio?
P-two, il rispetto deve essere reciproco. C. Benetto l’alta montagna non è il centro di Milano, spesso un’altra parte dove passare non c’è.
Nella sempre citata Francia la legge e la conseguente segnaletica danno priorità a chi ci vive e ci lavora.
La montagna non è di tutti allo stesso modo, c’è una bella differenza tra chi vi risiede stabilmente e chi la “usa” ogni tanto per “rilassarsi”.
Stai dicendo una gran cazzata. Nessuna legge, né in Italia quanto in Francia, da alcuna priorità a chicchessia sull’uso della montagna. La segnaletica avviso solo di eventuali incontri con cani pastore. Ma la montagna e i pascoli non sono di proprietà o a uno prioritario del margaro, e ancor meno i sentieri. I margari sono soggetti alle stesse responsabilità civili e penali di un qualunque altro padrone di cani in centro a Milano, o Parigi.
Le greggi e le mandrie oltre ai cani per proteggerli dai lupi, è normale che stiano in montagna in estate, poveri animali oltre tutto affrontano una stagione anomala decisamente troppo calda, senza acqua e senza erba… preoccupiamoci del cambiamento globale del clima, non del pastore che di fatto fa il suo lavoro… Per chi non vuole incontrare questi animali d’estate, suggerisco un’amena passeggiata a Torino in Via Roma: fa un po’ più caldo ma non ci sono le pecore e neppure i cani…
Il problema nasce dalla mancanza di controlli da parte dell autorità. Per legge tutti i cani non possono essere lasciati incustoditi, compresi quelli da lavoro. In molti comuni di montagna, con interessi turistici, il sindaco ha ordinato che greggi e mandrie non devono pascolare nelle vicinanze dei sentieri escursionistici. Purtroppo spesso c’è arroganza e ignoranza da parte dei proprietari degli animali, che si considerano i padroni della montagna e valutano con fastidio gli escursionisti. Se la “forestale” facesse fioccare le multe per lo stato in cui sono tenuti i cani da guardiania, la situazione cambierebbe di certo.
LA MONTAGNA È DI CHI CI VA DUE VOLTE L’ANNO?
È ormai moda affermata lamentarsi di tutto, distribuendo con presunzione e dal basso di certe posizioni colpe e responsabilità, sempre di altri e soprattutto degli animali.
È la volta degli escursionisti in infradito, spesso “merenderos” della domenica ferragostana, che si lamentano di trovare sul loro sentiero animali al pascolo e cani pastore, mentre evocano favolistiche storie di orsi e lupi per sobbalzare inorriditi alla visione di una marmotta.
Mettiamo un punto. La montagna è di tutti, ma ha le sue regole, di comportamento e rispetto. E, come quando si va a casa di altri, bisogna avere l’educazione di adeguarsi.
Ci sono delle priorità. Innanzitutto chi ci vive, uomini E animali, paritariamente. Poi chi la frequenta abitualmente, magari professionalmente, dando ristoro agli animali negli alpeggi, guidando i meno esperti, vigilando suo comportamenti.
Poi c’è tutto il resto che vuole il parcheggio a 100 metri dalla cima, gli spazzini che gli vanno dietro, le mucche con il pannolone, gabbie e catene per i cani da pastore, un bel sentiero asfaltato, spritz e musica a palla nei rifugi.
No, non è in base a questa moltitudine che la invade pochi giorni all’anno che va regolata la montagna. Essa è un luogo sacro che va rispettato e temuto, entrandoci con deferenza in silenzio e in punta … di scarpone.
Io vado in montagna tutto l’anno, altro che due volte. Ci sono margari con cervello, di solito quelli più giovani, che addestrano i propri cani nel modo corretto e controllano le proprie greggi o mandrie invece di lasciarle per giorni allo stato brado. E poi ci sono gli altri, di solito quelli più anziani, maleducati e arroganti che credono che la montagna sia loro perché hanno una margaria lì. Quando vado in montagna io non vado “in casa d’altri” ma vado in un luogo che non è di nessuno. Il margaro è proprietario al massimo della sua bergeria, e di null’altro. Se tu hai una casa in un bosco, non sei proprietario del bosco, il bosco non è casa tua e quando ci vado non sto entrando in casa d’altri. Quando capirete questo concetto, vi sarà chiaro perché sia loro dovere rispettare le leggi e le elementari regole di convivenza.
Ottima conclusione Sig. Marco Bravi.
La montagna sarà di tutti ma per qualcuno è casa propria mentre per tutti gli altri è casa altrui dove ci si reca per proprio piacere in sporadica e ludica visita.
Basterà a costoro capirlo per comportarsi di conseguenza, in montagna l’ospitalità alle persone educate e rispettose non è mai stata negata.
Che fesseria. È come dire che uno quando si reca in una città può essere sbranato per strada dai cani di chi abita in quella città perché “ci si reca per proprio piacere in sporadica e ludica visita”. La strada in città non è di nessuno, esattamente come il sentiero in montagna.
Macchè ospitalita’, le strade per arrivare a ‘CASA LORO’ le paghiamo tutti con le tasse e le asfaltiamo con i soldi di tutti.
Poi per quanto riguarda i ‘Merenderos’, voglio far notare che ci sono molti ‘cittadini’ di Torino, i cosiddetti ‘Merenderos’, che non sono MAI venuti in Val di Susa o a Giaveno, mentre sono sicuro che non esiste un valligiano che non sia mai venuto a Torino, magari lamentandosi per il traffico o perche non trova posto a meno di 100 metri.. Ma fatemi il piacere muntagnini !!
Ottima conclusione Sig. Scipione.
Mancava solo la discriminazione tra cittadini (onnipotenti?) e muntagnini.
Si buana, tu ragione, noi tacere se tu venire e fare badrone, noi restare boveri negri, brutti cattivi e ignoranti.