GIAVENO, I VIGILI URBANI RACCOLGONO I MATERIALI CON AMIANTO NELLE BORGATE: MA POSSONO FARLO?

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di PAOLA TESIO

GIAVENO  – Come scritto in un precedente articolo, da tempo a Giaveno ci sono resti di canne fumarie in Eternit vicino ad alcuni ruderi di borgata Roccette, luogo di passaggio ed area in cui i bambini si fermano persino a giocare.

La polizia municipale, dopo un primo sopralluogo, è intervenuta sul posto il 15 gennaio per raccogliere una parte di questi materiali, muniti di sacchetti dell’immondizia. In seguito alcuni cittadini e lettori di ValsusaOggi si sono chiesti se l’intervento rientrasse nei compiti della polizia municipale oppure no poiché, in teoria, l’eventuale bonifica o raccolta dovrebbe essere eseguita da ditte autorizzate.

I PEZZI DI ETERNIT NEI PRATI DELLA BORGATA DI GIAVENO

Sulla scia di queste sollecitazioni il consigliere comunale Marco Carbone, con delega ai lavori pubblici, aveva confermato l’attività svolta dalla polizia municipale a Roccette, perché li aveva mandati lui sul posto. Ma i vigili urbani possano raccogliere i materiali contenti amianto oppure c’è stato un errore nell’assegnare questo incarico?

Il consigliere ha risposto: «Non so se loro siano abilitati a farlo…In seguito al sopralluogo e scoprendo che si trattava di quel determinato materiale, loro sono intervenuti. Datemi il tempo e vi risponderò».

Abbiamo  interpellato anche il comandante dei vigili urbani di Giaveno, Gianfranca Marotta, dirigente comunale che ha il compito di gestire le attività della polizia municipale. La Marotta ha dichiarato di non voler rilasciare dichiarazioni ai giornali.

Resta il fatto che i pezzi di Eternit sono stati raccolti, soprattutto quelli superficiali che erano sparsi in più punti sopra il terreno, mentre sono rimaste sotto i ruderi delle canne fumarie parzialmente sepolte.

Nel corso dell’intervento i vigili urbani non hanno potuto rimuoverli perchè erano troppo interrate. Sulla parte visibile di questi manufatti, rotti ed in evidente stato di friabilità, si legge impresso il marchio “Eternit” a conferma ineludibile della composizione.

Il materiale in questione venne brevettato nel lontano 1901 da  Ludwig Hatschek. L’etimologia del termine “Eternit” deriva dal latino aeternitas che significa, appunto, eternità, e tale denominazione fu data in seguito, probabilmente dovuta alle qualità di resistenza al fuoco, all’impermeabilità e alla coibentazione nonché  alla duttilità di impiego che lo rese utilizzabile in numerosi  settori dell’edilizia  e dell’industria. In Italia la legge n. 257 del 1992 mise al bando i prodotti contenenti amianto, ma di fatto gli ultimi manufatti in Eternit vennero prodotti nel 1994  e solo nel 1996 lo stabilimento di Casale Monferrato venne chiuso.

Purtroppo quell’eternità tanto promessa non si realizzò e quel fibro-cemento, così massicciamente impiegato, continua a creare problemi per via del deterioramento causato dal tempo, per i costi ingenti di smaltimento che incentivano l’abbandono nell’ambiente nonché per i rischi della salute di chi opera nella bonifica senza le adeguate precauzioni.

 

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4 COMMENTI

  1. Poveri vigili……devono solo fare i lustrascarpe del sindaco….da autisti di scuolabus,a Fattorini per i vari uffici, ad accompagnatori vari, altro che polizia municipale,. …… chiamiamoli PULIZIA municipale

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