di CARLO GIACONE (sindaco di Giaveno)
GIAVENO – Dal primo marzo, la Regione Piemonte ha introdotto alcune disposizioni straordinarie per la qualità dell’aria che prevedono l’adozione preventiva dei provvedimenti di limitazione. Il motivo è evitare l’eventuale superamento del valore dei PM10.
Questi provvedimenti sono stati introdotti in seguito all’Accordo di Programma del 2017 per “l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria nel Bacino Padano”, frutto di normative nazionali e direttive comunitarie. Il Bacino Padano riguarda il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna.
Fra le misure previste c’è la limitazione del traffico per alcune tipologie di veicoli, tra cui i Diesel euro 4 o euro 5, oltre ad altre misure che prevedono dei limiti nei sistemi di riscaldamento pubblico e privato e l’utilizzo di prodotti o macchinari nell’agricoltura. Giaveno nella zonizzazione è inserito fra i comuni dell’ambito collinare.
Nelle prossime settimane, insieme ad altri Sindaci interessati dalle nuove misure, all’interno del tavolo di coordinamento della Città Metropolitana valuteremo come predisporre le ordinanze sindacali per attuare le disposizioni e quali deroghe mettere in campo.
Volevo però fare una breve riflessione sull’opportunità, in questo periodo di grave crisi, dopo un intero anno di blocchi e lockdown alternati, e senza avere ancora contezza di quando finirà l’emergenza, di prevedere nuove limitazioni alla mobilità, in particolare in Comuni con un territorio vasto e montano come Giaveno, dove non ci sono altre possibilità di trasporto pubblico accessibile e dove ci sono alcune borgate ben distanti dal centro cittadino.
I cittadini stanno già vivendo con tanto disagio i continui blocchi legati alla pandemia, sono già stressati anche economicamente per le conseguenze della crisi economica derivata dalle restrizioni e andare ad aggiungere a tutto ciò ulteriori limitazioni legate al veicolo privato posseduto, per chi non può permettersi di sostituirlo in questa fase di difficoltà, dà l’impressione di un vero e proprio accanimento da parte delle istituzioni.
Ci sono famiglie che non riescono a pagare l’affitto o le utenze, molti hanno perso il lavoro e hanno l’attività chiusa o a singhiozzo, andare a richiedere ulteriori sacrifici, per chi può ancora permettersi di spostarsi e lavorare, credo sia sbagliato, ancor di più in questo momento. Nessuno di buon senso è contrario a politiche rivolte alla sostenibilità ambientale e alla qualità dell’aria, anche perché siamo ciò che respiriamo e ciò che mangiamo e la nostra salute va tutelata anche con il controllo delle emissioni inquinanti.
Anche se come comune montano, Giaveno e l’intera Val Sangone può ritenersi fortunata rispetto alla prima cintura di Torino in merito alla qualità dell’aria, comunque non sottovaluto per nulla la tematica ambientale. Mi rendo conto che sono questioni complesse e che la gestione debba essere coordinata e condivisa con aree vaste, anche perché l’aria e l’inquinamento non conoscono confini comunali o regionali e le politiche di riduzione delle emissioni hanno senso solo se fatte in maniera congiunta.
Ma veramente crediamo che sia questo il momento per far partire un piano di così ampia portata ed inserire nuovi comuni come Giaveno solo perché con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti? Come potremmo noi Sindaci vietare gli spostamenti con il veicolo euro 5, per fare un esempio, ai cittadini che fortunatamente, nonostante la pandemia, son riusciti a mantenere il proprio posto di lavoro e devono spostarsi di 50 o 100 chilometri al giorno per avere uno stipendio?
Ricordo che per quanto riguarda le nostre zone montane molti abitanti sono lavoratori pendolari. Persone che hanno deciso di continuare a vivere in luoghi di montagna nonostante la carenza di infrastrutture o che hanno deciso di spostarsi dalla città in un luogo con una qualità della vita differente rispetto ai grandi agglomerati urbani.
Proveremo ad agire su tutte le deroghe possibile per evitare di danneggiare ulteriormente i nostri cittadini in questo periodo particolare, ma voglio anche esprimere tutte le mie perplessità sulle tempistiche del nuovo piano e sull’inclusione di un Comune montano come Giaveno fra quelli considerati “collinari”.