GIAVENO, LA BATTAGLIA DI DONATELLA CONTRO IL CANCRO: “IL PEGGIO È PASSATO”

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di ANDREA MUSACCHIO

AVIGLIANA / GIAVENO – La forza in un sorriso. La forza di affrontare il buio più profondo con il sorriso. La storia di Donatella Fazio è anche questa. Forza e generosità. La donna, docente di musica all’istituto Gonin di Giaveno (paese nel quale abitava, prima di trasferirsi ad Avigliana dal proprio compagno), convive da qualche mese con un cancro all’utero.

Ma nonostante le varie difficoltà, c’è una buona notizia: martedì 8 giugno è stato l’ultimo giorno di cure e Donatella nei giorni scorsi ha voluto condividere su Facebook la sua storia, piena di energie positive e coraggio: un vero inno alla vita da prendere d’esempio.

Sia chiaro: Donatella non è una guerriera. Donatella è innamorata della vita. Un amore che l’ha portata ad affrontare un cancro “stronzo”, come lei lo ha definito, senza arrendersi.

Un amore che la riporterà, il più presto possibile, dai suoi studenti nella sua scuola. Un amore verso la vita, quella con la V maiuscola, che la porterà, in futuro, ad aiutare chi, col cancro, sta ancora lottando.

Come sta, Donatella? Il peggio è passato?

Martedì ho finito le cure e il ciclo di chemioterapia. Adesso partiranno i controlli, ma possiamo dire che sì, il peggio è passato. Non è stata una passeggiata, ma fortunatamente ho trovato tanta gente sensibile e competente in questo lungo percorso.

Quanto è stata fondamentale l’attività di prevenzione?

Tantissimo. Grazie ai controlli periodici, siamo riusciti a scoprire per tempo che ero malata di cancro. Questa è stata la mia fortuna. Adesso le cure ci sono, per questo la tempistica è fondamentale. La paura c’è stata, ma il mio consiglio è quello di non rimandare. Non rimandate mai le visite di controllo. Basta veramente poco. Il mio cancro all’utero era molto aggressivo, oltreché raro. La fortuna, ripeto, è stata quella di averlo scoperto subito. Se lo avessimo scoperto più tardi, non so come sarebbe andata a finire…

Lei scopre di essere malata di cancro il 16 dicembre. Sono passati tanti mesi da quel giorno. Qual è stato il momento più brutto di questo periodo? E quale il più bello? 

Il momento più brutto, per me, non è stato quando mi hanno comunicato di avere un cancro, ma quando dovevo fare la Tac per sapere se era solo nell’utero, oppure anche in altre parti del mio corpo. Quando abbiamo scoperto che si trovava solo nell’utero, mi sono sentita tanto sollevata. Questo è stato, al contempo, il mio momento più bello. Da qui, poi, è iniziata la mia battaglia. Dopo l’operazione del 15 gennaio ero molto soddisfatta. Non è stata una cosa molto piacevole, ma se penso ad un momento bello, penso agli attimi dopo il risultato della Tac.

Quanto è stato importante il sostegno della famiglia? 

Tantissimo. Hanno fatto molto per me. Penso che stare vicino ad una persona malata sia molto difficile. Ti senti impotente. Dev’essere spregevole.

LA TESTIMONIANZA DI DONATELLA FAZIO

Lo scorso 19 novembre il ginecologo mi trova una “cosa sospetta”. Il 16 dicembre, dopo esami approfonditi, mi arriva la notizia: cancro all’utero (pure stronzo, permettetemi il francesismo). La prima cosa che dissi fu “ok posso guarire? Cosa dobbiamo fare ora?” Da lì è partito tutto. Per fortuna mi è arrivata una grande forza e una grande accettazione di questa situazione (non serve a nulla piangersi addosso e domandarsi: “perché a me?” Serve combattere e mandarlo via, anche se non è facile e non siamo tutti fortunati a vivere le cose nello stesso modo).

Il 15 gennaio sono stata operata, poi le prime visite, i controlli, le analisi e l’inserimento del Port. Tutto sempre con il sorriso, anche se non è facile (ho avuto dolore e anche, a volte, un po’ di sconforto, ma subito mandato via per fortuna). Poi arriva l’istologico, dove veramente scopri che cosa hai e in che modo ti ha aggredita. Per fortuna era molto aggressivo, ma al primo stadio – questo grazie al fatto che ogni anno mi facevo controllare. A febbraio inizio la chemio, 6 sedute una ogni 21 giorni e oggi (martedì 8 giugno, ndr) ho fatto l’ultima.
Sono molto felice di essere arrivata alla fine. Devo dire che mi ha insegnato tanto questa “avventura”. Adesso tac di controllo, visita e poi (se tutto va bbene, ma io sono assolutamente positiva) controlli ogni tot. mesi e soprattutto: viva la vita!
Ma devo dire un grande grazie a tutti voi che mi avete supportata. Alla mia famiglia (non è facile per chi è vicino ad una persona con questa patologia non avere paura). Ai miei meravigliosi allievi, che mi hanno scritto e mi hanno dato tanto. Ai miei amici e alle mie amiche. All’umano e competente Dott . Paolo Cortese al Day Hospital del Sant’Anna. All’ associazione Isamary di Condove. Alle Dragonesse di Avigliana. Alla Dott. Riontino. A voi tutti grazie, grazie, grazie. Tranquilli continuerò a darvi notizie e cercherò di aiutare, con il poco che posso, chi ha questa patologia. Vi ripeto: dal cancro si può guarire e se non si riesce, si può vivere con le cure! Fate prevenzione. Non si chiama più e non si deve più chiamare malattia incurabile!
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