GIAVENO – Dopo esattamente 31 anni di onorato servizio in qualità di Tecnico di Elisoccorso, Remo Ughetto è andato in “pensione”. “Aveva effettuato uno dei primi turni sull’Alouette III nell’agosto del 1988 quando in Piemonte fu inaugurato il servizio di elisoccorso presso la base di Savigliano, nel Cuneese – spiegano dal Soccorso Alpino – da allora ha saputo dedicare al corp le sue straordinarie competenze tecniche, le splendide qualità umane oltre a gran parte del tempo libero, alternando il lavoro in fabbrica con i turni sull’elicottero. Grazie Remo!”.
LA STORIA DI REMO UGHETTO
In 31 anni Remo Ughetto ha fatto oltre tremila interventi con l’elisoccorso: spesso calandosi ad alta quota per soccorrere o salvare vite umane in tutto il Piemonte. Remo Ughetto vive a Giaveno ed è stato il decano dei tecnici elicotteristi del Soccorso Alpino piemontese, che da anni collabora con i medici e gli infermieri del 118 per gli interventi sanitari. “Siamo sempre i primi a scendere dall’elicottero, il nostro primo compito è garantire la sicurezza agli operatori sanitari ovunque, che sia in autostrada dopo un incidente o ai 3000 metri in montagna – spiegava Ughetto – l’obiettivo è consentire al medico di raggiungere il ferito”.
Il 25 luglio 1988, giusto 31 anni fa, nacque in Piemonte il servizio di “elicottero di soccorso sanitario” del 118: le prime basi furono inaugurate al Cto di Torino e all’ospedale di Novara, mentre l’11 agosto furono avviate le basi di Savigliano e Borgosesia. Remo Ughetto è stato volontario con il ruolo di tecnico elicotterista e insieme alla guida alpina Sergio Rossi di Mondovì, era l’unico che svolgeva l’attività ininterrottamente da 31 anni.
Volontario, proprio perchè Remo Ughetto di lavoro fa l’operaio: per oltre 30 anni ha alternato l’attività di elicotterista ai turni in fabbrica, a volte fino a tarda sera. Uscendo dalla fabbrica alle 22 per poi alzarsi alle 4 del mattino si sveglia per essere alle 7 alla base di Alessandria: “Mi ricordo ancora la prima telefonata nell’agosto 1988, erano stati scelti i migliori, non c’erano i corsi come adesso – raccontava Ughetto – e io chiesi “cosa devo portare?”. “Le cose per andare in montagna” mi risposero. Feci lo zaino con quello che avevo, allora non c’erano tante attrezzature come oggi, e andai. Il primo elicottero era piccolo, un monomotore. Non c’era spazio per gli zaini, li mettevamo fuori nelle reti”.
Remo Ughetto ricorda il primo intervento importante con l’elisoccorso, fatto per salvare don Livio Recluta un prete salesiano torinese precipitato in un canale nelle Valli di Lanzo (era stato sacerdote a Oulx anche per alcuni anni): “Era il 25 aprile 1989 – ricordava Ughetto – ci alzammo da Savigliano. L’atterraggio era impossibile, allora mi calai aggrappato al verricello, scendendo lungo il canalone per recuperare il sacerdote e portarlo al sicuro”.
Non sempre le storie sono a lieto fine: la memoria va ai primi anni 90 sulle Alpi Graie, quando Remo rimase sveglio tutta la notte, fino all’alba sotto tuoni e fulmini, a fianco ad un escursionista che aveva perso la vita. “Lavoriamo spesso in condizioni difficili, tutti gli interventi hanno una parte di incognita e pericolo – aggiungeva Ughetto – non lo fai per soldi, ma per passione. I giorni di ferie dal lavoro si impiegano per aiutare le persone, per chi va in montagna è bello poter pensare che, se si fanno male, c’è qualcuno come loro che li può salvare”.
Angelo del cielo a vita…
Grazie per tutto il bene che hai fatto e buona pensione.