Sarà il Consiglio comunale ricordato per l’uscita di Giaveno dall’Osservatorio sulla Tav, quello di lunedì 30 novembre. Un Consiglio attraversato da un tema trasversale: la viabilità di Giaveno, spesso a partire dalle proposte dal capogruppo di “cambiAMO Giaveno” Alessandro Cappuccio. Due i punti caldi: via Selvaggio e il centro storico.
“Una cittadina cammellata – l’immagine usata dal consigliere Marco Carbone, con delega alle Opere pubbliche, per una Giaveno piena di dossi. Una soluzione che per Carbone non può essere risolutiva. “Giaveno è una città indisciplinata, si parcheggia dove si vuole” è il commento del consigliere, sostenuto anche dal sindaco Carlo Giacone che lamenta la “mancanza una cultura automobilistica”.
Per questo, annuncia Carbone, l’Amminstrazione è al lavoro per un piano complesso e di prevenzione.
La risposta non soddisfa la consigliera Daniela Ruffino che si dice “preoccupata per la sicurezza ad ampio spettro” e critica la mancata realizzazione della rotonda su via Selvaggio.
Ma su questo l’Amministrazione risponde adducendo una mancanza di fondi, che forse potranno essere trovati se il governo alleggerirà il Patto di Stabilità. Parallela la polemica sul numero dei vigili urbani. “Siamo sotto organico, ne abbiamo cinque più il capitano, quando ne dovremmo avere una ventina” lamenta Carbone, cui risponde il consigliere Stefano Tizzani contestando il numero.
Anche sul centro storico è scontro. Si parte con la richiesta di Cappuccio di adibire il cortile dell’ex Anna Frank a parcheggio per i commercianti. “Non è possibile – spiega l’assessore Anna Cataldo – la struttura dovrà accogliere il plesso Crolle. A breve cominceranno i lavori di ristrutturazione”.
Una tabella di marcia ancora da definire, ma che potrebbe vedere nella prossima estate il trasloco dei mobili e a settembre il ritorno in via XX settembre dei bambini.
Quale sarà il futuro dell’Anna Frank dopo il periodo con gli alunni della Crolle? Domanda che “Per Giaveno” lancia all’Amministrazione.
Adottare il vecchio progetto che prevedeva un intervento di imprenditori e la realizzazione di una biblioteca, oppure ristrutturare con le casse del Comune e realizzare la “Casa delle Associazioni”? Giacone propende per la seconda, anche perché “oggi il mercato immobiliare è in crisi e non è facile trovare un imprenditore. Si veda la fatica fatta per vendere i terreni di via Genolino che anni fa sarebbero andati venduti in poco tempo”.
La polemica sulla chiusura del centro storico parte dall’intervento a sostegno della “Casa delle Associazioni” della presidente del Consiglio e consigliere Pd Vilma Beccaria in cui critica chi “strumentalizza la posizione del Pd e della liste che mi hanno sostenuto nella candidatura per farci passare come affamatori dei commercianti, a cui va, invece, la massima tutela”.
“La chiusura estiva era una sperimentazione e la accetto – spiega Tizzani – l’errore è stato prolungare il periodo di prova fino a dicembre”.
Per questo la richiesta di una revoca per poi tornare sull’argomento “quando ci sarà una progettualità. Il centro di Giaveno non può diventare via Garibaldi da un giorno all’altro”.
Il rischio, indica Tizzani, è “una desertificazione commerciale” e propone un Consiglio comunale aperto sul tema. L’assessore al commercio Marilena Barone interviene a favore della chiusura chiedendosi: “vogliamo che il centro storico diventi una via di passaggio o di passeggio? Io sono per renderlo un centro commerciale a cielo aperto”.
Tizzani presenta un emendamento per referendum alla mozione di Cappuccio sulla controllo del centro storico nei giorni di chiusura al traffico. La proposta viene bocciata con 10 contrari, 6 favorevoli e un astenuto.
Rimane in piedi il nodo della pedonalizzazione del centro, cui si lega un problema più ampio di investimenti e di una futura riqualificazione dell’ex Anna Frank.
Per migliorare la viabilità giavenese avrei un suggerimento da esporre. Tale proposta scaturisce e prende spunto dall’orientamento dei francesi sulle loro scelte urbanistiche.
In sintesi farei una grande rotatoria con le vie Francesco Marchini, Maria Teresa Marchini e un tratto di via Roma. Esse inglobano di fatto il palazzo comunale e il parco. Rispetto a uno scontato tragitto un po’ più lungo, esso consentirebbe di ottenere:
1. un percorso più fluido e con meno ostacoli e barriere, soprattutto su via F. Marchini (vedi balconi ad altezza inferiore a quella di autobus e mezzi pesanti). Peraltro, se non incorro in errore, non sarebbe più necessario alcun abbattimento di edificio nei pressi del Municipio per facilitare la viabilità.
2. nuovi posti auto in parcheggi su via F. Marchini e sul tratto di via Roma.
3. la probabile possibilità di costruzione di marciapiede con l’evidente abbattimento delle barriere architettoniche per l’accesso degli edifici pubblici (municipio e scuole)
4. che la rotonda tra le vie Roma e F. Marchini non sarebbe più necessaria.
Ritengo invece necessari piccoli interventi per facilitare la svolta dei veicoli, soprattutto quelli pesanti, sul ponte del Rio e all’incrocio tra le vie M.T. Marchini e via Roma, ma a mio modesto parere nulla di particolarmente costoso.