GIAVENO: “NON HA SENSO RIAPRIRE IL PUNTO DI PRIMO INTERVENTO, SENZA RISORSE ADEGUATE”

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RICEVIAMO DALLA SEGRETERIA AZIENDALE NURSIND ASLTO3

Apprendiamo che dal 1° aprile ci sarà la riapertura dei Ppi di Venaria e Giaveno.
Si riapre il teatrino, uno spettacolo che non giova innanzitutto ai pazienti nè tanto meno a medici ed infermieri. Un obiettivo meramente di facciata e per nulla funzionale, spiegano i rappresentanti del NURSIND dell’ASLTO3.
Si continua a voler spremere il personale senza rispetto alcuno, senza tener conto delle risorse disponibili. Secondo l’idea aziendale, nei Ppi di Venaria e Giaveno troveremo l’nfermiere del DEA di Rivoli, lo stesso che troveremo poi nel pronto soccorso “sporco” e al quinto piano a lavorare nell’attuale week surgery, dove ritroviamo infatti PZ chirurgici di varie specialità e PZ in appoggio della medicina.
Nonostante la palese carenza di risorse, l’Azienda decide di riaprire il servizio, servizio che per essere efficiente necessita di nuovo personale anche adeguatamente formato, continuano i rappresentanti del sindacato infermieristico NurSind.
Le conseguenze le conosciamo. Un esempio? Dalle 17,00 circa in poi sarà pressoché impossibile reperire un mezzo di soccorso avanzato disponibile in zona perché lo stesso sarà impegnato il più delle volte impropriamente, per trasportare un PZ dal ppi di Giaveno (chiusura ore 20.00) al pronto soccorso di Rivoli. Non Solo.
Dalle indicazioni dell’Asl il servizio sarà strutturato con un solo infermiere nelle ore del mattino con un’unità di dirigenza medica neo assunta.
In caso di estrema gravità, con un caso che richiede manovre ad alta complessità, magari giunto autonomamente nel punto di primo intervento del nosocomio cittadino, ci potremmo trovare con un infermiere impegnato nel gestire i pazienti presenti, eseguire esami vari, seguire il dirigente medico presente e contestualmente gestire l’emergenza con l’ausilio del medico che facilmente non ha neanche l’esperienza necessaria che il settore richiede.
Riteniamo che tutto ciò non abbia senso concludono dal NURSIND, riteniamo che l’azienda dovrebbe informare i cittadini dei rischi che certe scelte comportano.
Segnaliamo inoltre la mancanza di informazione preventiva scritta alle O.O.S.S. e la successiva possibilità di confronto. Infatti, la procedura messa in atto va ad impattare sul personale su alcuni punti relativi al contratto di lavoro e non solo.

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