di LUCA CALCAGNO
GIAVENO – Sicurezza: un tema trasversale a Giaveno. Soprattutto dopo due morti per incidente stradale in meno di due mesi. L’ultima vittima a Giaveno è una donna, mancata mercoledì mattina, dopo che giovedì scorso era stata investita da un’auto sulle strisce pedonali in via Canonico Pio Rolla, vicino all’incrocio con via Cordero di Pamparato.
Ecco una delle iniziative che metterà in campo l’amministrazione comunale: il muro di cinta elettronico con le telecamere, dotate di un software capace di rilevare la velocità e di analizzare la targa delle auto. Il tutto, comunicando in circa un secondo di competenza se l’auto in questione sia inserita in qualche lista nera (tipo vetture rubate), o non abbia l’assicurazione, la revisione programmata e o altre liste. L’informazione potrà anche giungere a chi dovere (Vigili, Carabinieri e la guardia giurata attiva 24 ore su 24) in modalità diverse per competenza. “Se la legge, e sembra che stia andando in quella direzione, lo consentirà, in futuro potremo anche usare le telecamere poste nelle 11 postazioni che portano a Giaveno per multare per eccesso di velocità anche in remoto, cioè senza vigile”. Quando il complesso sistema sarà operativo – illustra Carbone – potremo però sapere, oltre al resto, il flusso delle auto in entrata e in uscita e la velocità di percorrenza delle singole vetture. Questo elemento oggettivo ci permetterà, statisticamente, di capire quali sono le strade più critiche su cui intervenire”.
Parte del progetto prevede, infatti, un autovelox. “Posizioneremo in punti strategici, come le vie d’accesso, dei basamenti di cemento, su cui andremo a collocare dei contenitori in cui dentro, a rotazione, inseriremo un autovelox con i Vigili nelle vicinanze. Anticipo già chi potrà criticare dicendo che è uno stratagemma per ‘far cassa’. Non è vero. Dei velox fissi lo sarebbero, intervenire là dove ci sono delle criticità in determinati momenti della giornata è un modo di fare prevenzione. Saranno previsti, poi, dei turni serali con etilometro, nonostante il limitato numero di Vigili”.
Questi ultimi, ancora, potranno montare sulla propria auto il velox mobile che ha fatto la sua comparsa da circa un mese tra la strumentazione delle Forze dell’Ordine giavenese. In questo modo potranno individuare, muovendosi in Giaveno, auto inserite in qualche lista nera e o in situazioni sanzionabili per impedimento al traffico o per intralcio ai passaggi pedonali. “Così facendo – sottolinea Carbone – una volta a regime la cinta e il velox sull’auto dei vigili potremo intervenire su chi entra, chi esce e chi sta all’interno”.
Intanto, piovono le polemiche sui social network, rivolte soprattutto alla nuova illuminazione led, giudicata insufficiente. “Dopo aver ricevuto le critiche dei cittadini ed essercene accorti a nostra volta abbiamo segnalato alla ditta realizzatrice del progetto che secondo noi e i giavenesi esistevano alcuni problemi d’illuminazione in certi punti della Città. Ci è stato risposto che tutto era in corrispondenza delle regole” spiega Marco Carbone, consigliere delegato alle Opere pubbliche e curatore di un corposo progetto di prevenzione e sicurezza da attuare nel corso del 2016.
“La Città di Giaveno, nel febbraio del 2014 ha inteso avvallare un progetto di riconversione degli impianti d’illuminazione pubblica adeguata alle norme anti-inquinamento luminoso attraverso un progetto redatto da tecnici del settore, per rispondere agli adeguamenti stabiliti dal protocollo di Kyoto e dalla legge sull’inquinamento luminoso. Nel 2015, la nostra Amministrazione ha dato operatività a questo progetto che consiste nella sostituzione delle lampade e nell’adeguamento alle norme di sicurezza dell’impianto”.
Ma “date le lamentele abbiamo deciso di verificare con un addetto certificatore se attualmente l’impianto sia coerente con le norme prescritte nel capitolato, come ci è stato affermato. Abbiamo, in ogni caso, intenzione di intervenire, sia che si trattasse di sistemare un eventuale incoerenza, allo stato non sostenibile, alle prescrizioni previste, cosa che verificheremo nel brevissimo termine, sia per potenziare le zone che noi e i cittadini intendiamo non sufficientemente illuminate, soprattutto sui passaggi pedonali”.
Nella zona dell’incidente, via Canonico Pio Rolla, “sono già stati pianificati interventi ed alcuni sono già al vaglio della Città metropolitana essendo quella strada di proprietà della stessa” e aggiunge Carbone: “creeremo dei passaggi sopraelevati di alcuni centimetri, rispetto al piano viabile, in tre punti: il primo è all’altezza dell’incrocio con via Botteto, il secondo prima di via XXV aprile e il terzo all’uscita del parcheggio del supermercato dopo via Cordero di Pamparato. Dal progetto è stato escluso l’attraversamento luogo dell’incidente, ma andremo nei fatti a chiuderlo tra due isole sopraelevate, rendendo materialmente difficile raggiungere velocità elevate nel tratto”.
“Attualmente è in fase di pianificazione – continua il consigliere – anche un intervento di sopraelevazione simile a quelli di via Pio Rolla all’incrocio tra le vie Francesco e Maria Teresa Marchini. Inoltre, qualche dosso interno alla Buffa e alla Villa lo inseriremo, ma questo quando le condizioni atmosferiche ce lo premetteranno. Anche se siamo consapevoli che i dossi puniscono chi rispetta il Codice, i ricoverati sulle ambulanze e non vorremo continuare su questa strada per non rendere la nostra Città percorribile solo da moto da cross”.
Infine ancora comprese nel progetto due rotonde. Una su via Selvaggio, poco oltre l’incrocio con via cardinal Bovero, già progettata dalla precedente Amministrazione; l’altra sarà un miglioramento di quella di via Avigliana nei pressi dell’Istituto Pacchiotti. “L’insieme rotonda più velox, penso a una strada come via Selvaggio, lavorerà nel senso della prevenzione e della complementarietà. A Selvaggio è previsto ancora, ma siamo solo ad un primo studio di fattibilità che dovrà trovare l’approvazione della Città metropolitana un intervento all’incrocio tra la via omonima e via Trento, altezza fermata dell’autobus, consistente in un attraversamento pedonale con creazione di marciapiede”. Di conseguenza, dato che su le strade provinciali si può intervenire con dossi soltanto in presenza di strisce pedonali, potranno essere prese anche questo tipo di misure.
“Per forma mentis cerco di operare riducendo i tempi, massimizzando l’efficacia su previa raccolta di informazioni. Per esempio sulla vicenda luci: siamo in attesa di led migliori, che ci verranno forniti tra un mese, ma intanto verifichiamo che il progetto, nella situazione attuale sia a norma, senza perdere tempo. Tengo sempre in considerazione anche quanto scritto sui giornali o si legge sui social network, per comprendere dove ci sono criticità su cui intervenire. Purtroppo, però, l’imponderabile è sempre in agguato: si può cercare di arginarlo, di prevederlo, ma può sempre accadere. Resto fiducioso nel progetto globale, che ha già interessato altre Città”.
Tutto giusto ma arrivare a degli estremi,che ogni volta che metti il naso fuori di casa ti fotografano i peli del c..o,per colpa di qualche incivile non e’ bello a questo punto a quando il microchip ?
Spero che tutti questi interventi repressivi con autovelox e telecamere saranno svolti nel pieno rispetto della legge, ossia con pattuglie ben visibili, autovelox regolarmente segnalato, ecc…ecc….ecc…..se no sarà il solito, vecchio, sistema per fare cassa.
in quanto alle telecamere per multare gli eccessi di velocità, non mi risulta che siano approvate dal ministero dei trasporti, e quindi il loro utilizzo con quella finalità è illegale.