Dialogare con lo scrittore Ezio Capello trasporta in un mondo lontano, abitato da avventure e personaggi che si svelano attraverso eventi storici ed aneddoti narrati con il suo stile emozionante e connotati da un piacevole senso di ironia. Recentemente ha ricevuto una lettera da Papa Francesco, grazie ad un conoscente che si è premurato di inoltrare al Vaticano una copia del libro “Uomini e Tiare”. Il pontefice si è complimentato per il suo straordinario lavoro: «Mi è piaciuto molto leggerlo, soprattutto per le curiosità e gli aneddoti che mostrano il lato umano dei papi. Apprezzo il tuo senso dell’umorismo, che esprimi sempre con molto rispetto» invitandolo a continuare a scriverne il seguito, nella speranza di vedere realizzata un’opera dedicata ai pontefici del secondo millennio: «L’aspetto per leggerla volentieri».
Che emozioni hai provato nel ricevere questa lettera, firmata a penna con straordinaria umiltà semplicemente con il nome di Francesco?
«Quando le cose vanno nel verso giusto… è avvenuto tutto per una coincidenza significativa, in cui un mio conoscente che sapeva di questo libro mi ha chiesto di scrivere una dedica perché voleva mandarlo a Papa Francesco».
Che parole riportava la tua dedica?
«‘’A Francesco, un grande uomo prima ancora di diventare un grande Papa’’, proprio per rimanere legato al tema del libro che descrive le vite umane dei pontefici e lui questo aspetto lo ha compreso e gradito particolarmente, come ha specificato nelle sue righe indicando il ringraziamento alla “premurosa dedica’’. Non avrei mai pensato che potesse avere il tempo di leggerlo, invece ha compiuto questo gesto, perché dalle sue parole si comprende che è venuto a conoscenza dei fatti narrati».
Eppure questo libro ha avuto una storia travagliata e non è stato facile pubblicarlo
«Avevo iniziato a scriverlo una ventina di anni fa, poi era rimasto per ben dieci anni chiuso in un cassetto perché nessuno lo voleva. Mi ricordo la discussione con un editore, che si opponeva al pubblicarlo perché a suo avviso parlare delle vite dei papi era scandaloso, un andare contro la Chiesa, in realtà non era affatto così. Non avevano capito lo spirito del testo che riguardava in modo garbato aneddoti e curiosità, aspetti che nessuno conosce».
Vicende che eri riuscito a reperire sul “Liber Pontificalis” redatto in latino con una copertina particolare
«Ho potuto portare a termine quest’opera attraverso un evento fortunato perché una persona incontrata per caso durante una presentazione ad Avigliana mi aveva chiesto di parlagli dei prossimi libri che stavo sviscerando. In quell’occasione gli avevo spiegato che desideravo scrivere un testo sulla storia dei papi ma l’avevo interrotto perché le fonti su cui mi ero basato erano discordanti tra loro, e io anelavo a prendere spunto dai fatti della vita vera trattandoli in chiave ironica e pertanto necessitavo di sapere la verità. Grazie al suo aiuto potei così consultare una versione antica del “Liber Pontificalis”, due volumi straordinari con la copertina in legno e il dorsale di cuoio, un’edizione prestigiosa e rara, memoria ufficiale delle biografie dei pontefici. Mi ero trascritto a mano i fatti salienti che intendevo trattare, le frasi, i passaggi più belli».
Oggi il libro “Uomini e Tiare” è diventato pressoché introvabile
«Non vi è neppure una copia perché nel frattempo l’editore Aldo Lazzaretti è purtroppo mancato (nell’ottobre 2021 Ndr). Insieme stavamo progettando altri libri tra cui una edizione complessiva dei due volumi illustrati “I racconti del Guardiaparco”, in occasione del centenario del parco del Gran Paradiso. Se Lazzaretti fosse ancora vivo sono sicuro che avrebbe riproposto un’edizione ulteriore di “Uomini e Tiare” e l’avrebbe rilegata con una bella fascetta riportando le parole della lettera del Papa».
Rimanendo in tema di dediche ricordo quando ci incontrammo nel 2009 e mi lasciasti proprio una copia autografata di “Uomini e Tiare”, nell’introduzione raccontavi che la prima idea risaliva al 1992, insieme ad un amico ti stavi incamminando sul sentiero della cima del Musinè. L’anno prima, In occasione del rifacimento del basamento della croce, ti era stato chiesto un contributo che avevi esaudito con il testo “I novant’anni della croce del Musinè” in cui avevi narrato le vicissitudini dei papi Silvestro I e Stefano II, per cui il tuo compagno di avventura ti esortava a scrivere un testo sulle vite dei pontefici. Poi anni dopo il destino ti ha dato l’opportunità di completarlo e con passione ed emozione hai sfogliato i testi antichi, che riportano al profumo del passato restituendoli attraverso la tua scrittura. Così come nello scalare una vetta, il tuo amore per raccontare è un sentiero sempre in salita, l’augurio con cui desidero salutarli è di leggere le tue prossime novità letterarie nella speranza che “Uomini e Tiare” possa trovare una nuova pubblicazione e che i tuoi progetti in corso, compreso il libro “I racconti del Guardiaparco”, possano essere presto realizzati.
di PAOLA TESIO
Congratulazioni vivissime, Ezio, un grande libro, che posseggo e che ho letto, proprio volentieri! Bravo!!!
Se era un libro critico?