GIAVENO – “Rilanciare la proposta di unire le forze di tutti gli attori per fare della Val Sangone e di Giaveno suo capoluogo il Presidio Mondiale del Fungo è l’innesco di un processo. Un “sogno percorribile” che vuole invitare a una reale poliedrica sinergia che determini una riconoscibilità al territorio e far sì che l’identità così conquistata sulla scena globale sia motore economico. Ci si propone di offrire un’occasione a tutto il territorio della Valle, uscendo dalle logiche troppo ripiegate sul particolare, scommettendo sul valore globale di un’autenticità narrata e capace di essere esperienza. Volendola chiudere in una formula sintetica, pur intendendo il Fungo come Regno naturale dall’alto e più ampio significato anche simbolico, la sfida è dare consistenza all’equazione: il fungo può stare a Giaveno e alla Val Sangone come il tartufo sta ad Alba”. Così spiega l’ambizioso obiettivo Enrico Maria Rosso, presidente dell’associazione “Al servizio del territorio” che si propone di posizionare a livello planetario una porzione delle Terre Alte della Città Metropolitana di Torino che da tempo cerca di essere più che un’area interna baciata da condizioni meteo-climatica favorevoli e un poco vittima di una certa bulimia di eventi che faticano a caratterizzarla in senso forte. Annunciando la costituzione di un comitato tecnico-scientifico a suo sopporto e un convegno per fondarne le linee, il prossimo 30 ottobre, presso la Certosa 1515 a Mortera, al confine tra le due Valli della Sacra di San Michele, quella del Sangone e quella di Susa. E proprio l’Abbazia retta dai Padri Rosminiani, Monumento simbolo della Regione Piemonte, è altro elemento identitario al quale i promontorio guardano come decisivo, “per unire diverse dimensioni culturali, dal cibo all’arte, ponendo al centro la persona del turistica come viaggiatore alla ricerca di esperienze di significato”. Il tesoriere del sodalizio, Marco Corrini insiste invece sul fatto che “il fungo, visto come elemento simbolo anche del crescere attraverso la rete, per i nostri territori, anche guardando al necessario della costruzione di pari dignità per tutti i sei comuni che compongono questa Valle piccola ma di grandi potenzialità, è quella che il linguaggio economico chiama risorsa latente, cioè una realtà non sfruttata perché non individuata in tutte le sue declinazioni. Serve un approccio glocale, spesso predicato ma scarsamente praticato. Molti sono gli esempi di capacità di immersione in potenzialità che abbiamo censito e che proporremo come sprone per fare noi, tutti insieme e senza campanilismi asfissianti, non si tratta che di partire. Siamo certi che non si vorrà perdere un’occasione, considerato anche che la Valle ha avviato dibattiti e azioni che potrebbero essere un’ideale brodo di coltura per riuscire a realizzare un propellente verso un autentico sviluppo sostenibile”. La sfida è lanciata: Giaveno e la Val Sangone osino proporsi, ne hanno tutti i titoli, come Presidio Mondiale del Fungo Porcino (e non solo). Resta solo da comprendere quanti la accoglieranno e se, come auspicano i promotori, “si farà squadra per non perdere questo treno”.
GIAVENO, LA PROPOSTA PER DIVENTARE PRESIDIO MONDIALE DEL FUNGO PORCINO
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Ed i polacchi muti…