di BEATRICE D’ALESSANDRO
CRACOVIA – Si è conclusa domenica la quattordicesima edizione del Treno della Memoria. I ragazzi, provenienti da tutto il territorio valsusino, hanno partecipato agli incontri formativi con gli educatori durante il mese di gennaio, e in base alla residenza sono stati smistati in diversi gruppi: “Alta Valle” (che ha visitato il campo di sterminio di Bełżec a Budapest) e “Media” e “Bassa Valle” che hanno fatto tappa a Praga visitando il campo di Terezin e il villaggio di Lidice. Giovedì scorso entrambi i gruppi hanno visitato invece i campi di Auschwitz e Birkenau commemorando tutte le vittime con una cerimonia, mentre l’ultimo giorno hanno assistito e partecipato all’assemblea di “restituzione finale” all’Università di Cracovia con tutti i partecipanti, condividendo le proprie e idee e pensieri sull’esperienza appena vissuta.
Gli educatori dei gruppi valsusini durante la commemorazione delle vittime nel campo di Birkenau.
LE RIFLESSIONI DEI GIOVANI VALSUSINI
“Questo è stato per me il terzo anno, il secondo da educatrice, e posso dire che questa esperienza non è mai scontata. Vedere quei luoghi, fa venire la pelle d’oca ogni volta. Quest’anno ho dato priorità alle emozioni dei ragazzi rispetto alle mie, ho voluto stargli vicino e essere forte per loro; nonostante ciò siamo tutti essere umani, e anche agli occhi di noi educatori certe atrocità non saranno mai scontate. Credo che per un ragazzo di 18 anni sia importante riflettere sulla storia, vedere con i propri occhi quello che è accaduto, formare un pensiero critico e far sì che certi errori non si ripetano mai. È un progetto in cui credo perché chiunque partecipi torna cambiato, un po’ più attento, più sensibile, con la voglia di migliorare il mondo. Tornare dal viaggio, vedendoli cambiati e con la voglia di fare qualcosa nei loro occhi è ciò che mi spinge ogni anno ad accompagnare altri ragazzi, per far sì che il cambiamento avvenga in più persone possibili.”
Sabrina Basile, 22 anni, educatrice del gruppo di Bassa valle
“Il Treno della Memoria è un’esperienza che unisce tutte le persone e ti fa capire il vero concetto di convivenza. Quando torni a casa, ti senti maturo e inizi a vivere diversamente.”
Simone Magrì, 18 anni, Bassa valle
“Visitare i campi di concentramento è un’esperienza che va vissuta in prima persona. A scuola si parla tanto di numeri e non ti rendi conto della grandezza fino a quando non vedi con i tuoi occhi. Prima bisogna capire il contesto storico, e quando si vive questa esperienza riesci a toccare con mano questo enorme e orribile fatto che ha fatto parte del secondo disastro mondiale.”
Alice Lambert, 17 anni, Alta valle
“La libertà la diamo per scontata, ma in realtà è la cosa più importante che abbiamo. In quei luoghi, ho capito che siamo fortunati a poter essere chi siamo davvero.”
Valentina Romano, 18 anni, Bassa valle
“Quando intraprendi questo viaggio, impari a non dare le cose per scontate e ti rendi conto quali sono le vere cose fondamentali.”
Lucrezia Ostorero, 17 anni, Bassa Valle
Ben fatto ! Bisognerebbe anche organizzare treni per far vedere le foibe.
Bravissimo, ben detto ed anche per gli stermini del Comunismo in Russia e Cina… ben superiori al Nazismo.