TORINO – Ecco la protesta dei lavoratori della Azimut di Avigliana, attualmente in corso nel capoluogo piemontese, contro la scelta dell’azienda di licenziare altre 95 persone. Sotto l’Unione Industriale sono presenti circa 300 persone. Allo sciopero hanno aderito il 95% dei lavoratori, ed è già la terza volta in pochi giorni.
Secondo i sindacati: “L’azienda licenzia poiché gradualmente sta esternalizzando verso piccole aziende appaltatrici che spesso prestano la loro opera parzialmente al di fuori di norme e leggi dello stato (già in passato l’ispettorato del lavoro aveva riconosciuto “intermediazione di manodopera” ad Azimut), licenzia poiché sposta le barche della gamma Atlantis verso il sito produttivo in Brasile, e inoltre corre voce di una possibile apertura di uno stabilimento Polacco, voce ad onor di cronaca mai ufficialmente confermata dalla direzione”.
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A questo proposito va ricordato che RSU ed Organizzazioni Sindacali durante la stagione nautica 2012\2013 hanno firmato un “accordo di per rendere efficiente” lo stabilimento di Avigliana che garantiva la produzione della gamma Atlantis, (precedentemente effettuata presso il sito si Piacenza ora chiuso) presso il sito di Avigliana in cambio di una serie di azioni di riduzione costi, accordo che sarebbe così disatteso a meno di 3 anni di distanza.
Con questi presupposti il vero dramma è il rischio di permanenza del sito produttivo di Avigliana, e non è dovuto al “rifiuto di flessibilità” da parte sindacale ma a precise scelte industriali della proprietà.
La RSU di stabilimento ha provato a discutere di flessibilità con l’azienda, ma il presupposto doveva essere ritiro dei licenziamenti e garanzie su “non esternalizzazione” di fasi di lavoro verso aziende Italiane ed estere, e chiaramente il giusto riconoscimento economico per la flessibilità dei lavoratori.