di LORENA REGE TURO
Essere scout non è solo portare un paio di pantaloni corti quando tutti gli altri ce li hanno lunghi perché fuori è il 27 dicembre; non è solo vivere il costante rischio di essere denunciati per “disturbo della quiete pubblica” a causa di imitazioni quasi sempre mal riuscite delle solite 4 canzoni.
No, essere scout non è solo questo; è molto di più. È uno stile di vita per il quale bisogna essere portati: “spirito di adattamento” e “sporcarsi le mani” sono le parole d’ordine, insieme a comunità, fatica, gioia, solidarietà e coraggio. Si insomma, diciamoci le cose come stanno, bisogna avere proprio del coraggio per essere uno scout. Vivere con entusiasmo anche le più piccole cose e saperle apprezzare, costruire rapporti veri con le persone, possedere un insaziabile desiderio di cambiare le realtà che ci circondano e non semplicemente accettarle per come sono, con rassegnazione…tutte cose che sembrano andare contro quello che ci insegna la società d’oggi.
Sapere di essere parte di un gruppo di 30.000 ragazzi e ragazze in tutta Italia che si distingue ma che allo stesso tempo si accomuna per la condivisione di questi ideali, mi infonde per davvero del coraggio e mi fa sperare in un futuro diverso, migliore.
E’ questo il pensiero di Pier Lorenzo Rolando, scout del Sant’Antonino 1, che chiude questa esperienza stupenda che è stata la Route Nazionale.
Ogni Clan italiano ha deciso se ospitare o essere ospitato, e noi del Sant’Antonino 1 abbiamo deciso di ospitare.
Il primo di agosto siamo saliti a Salbertrand e abbiamo iniziato la nostra Route mobile insieme ai clan del Roma 50 e del Codogno 1 (Lombardia) creando così un clan di formazione.
Abbiamo lavorato 4 giorni insieme sui nostri impegni e lavori sul coraggio che rispettivamente abbiamo portato avanti durante l’anno.
Si sono uniti così le nostre tre strade di coraggio: per noi il Coraggio di Essere Cittadini, per il Roma 50 il Coraggio di Amare e per il Codogno 1 il Coraggio di Liberare il Futuro.
Insieme abbiamo camminato creando in pochi giorni un ambiente ricco di nuove amicizie ed emozioni da condividere.
La sera del 5 agosto siamo partiti con il treno da Sant’Antonino arrivando a Torino al Parco Maisini. Insieme ad altri 300 scout piemontesi abbiamo montato le tende aspettando la mattina.
Alle 5 siamo partiti tutti quanti in pullman diretti a San Rossore.
La tenuta toscana di San Rossore era divisa in 5 sottocampi da circa 6000 scout l’uno. Una stupenda distesa di tende che dominava il parco.
Nei giorni di campo mobile abbiamo partecipato a serate d’animazione e giornate di confronto con vari laboratori e tavole rotonde con personaggi del calibro di Don Ciotti e della Presidente della Camera Laura Boldrini.
L’ultima sera di campo abbiamo assistito tutti e 30mila al concerto finale, con diretta su TV2000, nel quale hanno partecipato artisti e cantanti. L’ultimo giorno abbiamo partecipato alla santa messa del cardinale Bagnasco e abbiamo ricevuto una telefonata da Papa Francesco.
Durante questa Route e il precedente anno, abbiamo lavorato sulla progettazione e stesura della carta del coraggio.
Questa carta frutto della mente dei ragazzi che hanno partecipato a questo evento è stata scritta come impegno verso la Chiesa e verso il Paese.
Questa Carta racconta la forza con la quale vogliamo farci carico del presente e del coraggio con cui vogliamo costruire il nostro futuro.
A San Rossore ogni clan di formazione ha eletto un alfiere che ha finito la stesura della carta del coraggio in loco. L’ultimo giorno abbiamo consegnato questa nostra carta alle autorità ecclesiastiche e al presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Purtroppo questo evento nazionale è stato poco seguito in Italia e solo quando si sono presentate le autorità, i mass media hanno avuto pane per i loro denti scrivendo anche articoli ironici.
Quindi speriamo che possiate leggere questo articolo e ” vedere” gli scout con meno pregiudizi, e sotto una luce differente.