di SUSANNA DE PALMA
In questi ultimi anni la globalizzazione ha spinto centinaia di aziende a trasferirsi all’estero, ma quello a cui si è assistito quest’oggi, presso la FIR Fulda di Sant’Ambrogio, azienda del gruppo tedesco Wirth fulda, è il fenomeno opposto: la rilocalizzazione di un’impresa.
Il gruppo tedesco ha infatti deciso per il trasferimento di importanti volumi produttivi da uno stabilimento del gruppo localizzato in Germania al sito italiano.
Una decisione strategica, da parte del gruppo Wirthfulda, che determinerà quasi un raddoppio dei volumi produttivi realizzati nel sito piemontese, con importanti ricadute dal punto di vista occupazionale sul territorio e con importanti riflessi sull’indotto stesso.
Attualmente lo stabilimento FIR Fulda si avvale di 68 dipendenti, 800 clienti in tutto il mondo per oltre 80 settori commerciali. Sei anni fa era nelle intenzioni della proprietà tedesca chiudere lo stabilimento e trasferire tutta la produzione in Germania. Mantenere l’azienda in Italia consentirà invece di aumentare il volume della produzione di oltre il 70% rispetto alla produzione odierna con un con un passaggio di fatturato da otto milioni di euro attuali a undici milioni annui; il ritorno dell’attività a pieno regime nel sito di Sant‘Ambrogio; l’introduzione del lavoro stabile a più turni; l’assicurazione di 68 posti di lavoro; il mantenimento di posti di lavoro indiretti, e cioè dei subfornitori e dei partner localizzati a Sant’Ambrogio e nell’intera Regione e l’assunzione di circa 10 nuovi lavoratori nei prossimi anni; sono previsti infine investimenti per circa 1 milione di euro per l’adeguamento delle capacità produttive.
“Si tratta di un fatto molto importante e di un segno significativo di speranza e fiducia, a dimostrazione delle capacità e professionalità che il paese Italia può e sa esprimere – ha dichiarato l’assessore al lavoro Gianna Pentenero, presente all’inaugurazione dello stabilimento – Per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia non solo abbiamo bisogno di lavoro, dunque di imprese, sia italiane che straniere, disposte ad aprire e mantenere stabilimenti produttivi in Italia, ma anche di nuovi imprenditori con idee tecnologiche ed innovative disposti ad avviare delle imprese nel nostro paese. Anche le istituzioni devono fare la loro parte per incentivare i ritorni delle aziende, deve fare quegli stessi interventi di politica industriale necessari a rendere più attrattivo il Paese per gli investimenti: semplificazione amministrativo-burocratica, incentivi fiscali, certezza dei tempi”.