di FABIO TANZILLI
In tempi di crisi, chi non lo vorrebbe un lavoro da 9000 euro al mese – di soldi pubblici – per leggere cosa scrivono i siti No Tav? Non 2000 euro, non 3000 euro, non 5000 euro..ma addirittura 9000 euro al mese: quasi 20 milioni di vecchie lire. È quanto accaduto due mesi fa ad un consulente di Mario Virano, che ha ricevuto 18.000 euro netti, per aver svolto questo gravoso incarico dal 3 novembre al 31 dicembre 2014. È questa la cifra stanziata dal Governo Renzi, controfirmata dal sottosegretario Del Rio su proposta del Commissario della Torino-Lione, e ora presidente della nuova società Telt, a favore dell’architetto Fabrizio Bonomo. Una somma notevole, per un simile arduo compito, visti anche i tempi di crisi economica, che ha suscitato dei sospetti alla Corte dei Conti: i giudici hanno chiesto ulteriori chiarimenti al Governo su questo incarico particolare.
In realtà i magistrati hanno messo sotto la loro lente sia i 18.000 euro a favore di Bonomo, che gli altrettanti 18.000 euro per un altro consulente, sempre assunto da Virano nello stesso periodo (Fabio Pasquali dell’Anas): il tutto per una spesa totale di 36.000 euro. Pasquali era stato preso come “esperto in materia di valutazione economica e finanziaria di investimenti in progetti infrastrutturali”.
A dirla tutta, Bonomo non è una new entry: tra i vari incarichi che ha in curriculum, si scopre che collabora con Virano da anni, sempre in qualità di consulente ed esperto. Tra le varie mansioni, ha lavorato sia per la Sitaf (quando Virano era ad), poi per la Musinet (altra società controllata dalla Sitaf), e poi nella stesura editoriale dei vari Quaderni dell’Osservatorio, avendo lui stesso diretto alcune riviste tecniche di architettura.
Ma che cosa ha fatto esattamente l’architetto Bonomo coi 9000 euro al mese, lo spiega lo stesso Virano, nel documento in cui replica alla richiesta di chiarimenti della Corte dei Conti: “Ha svolto un costante monitoraggio dei siti internet dedicati a trasporti e alta velocità, nell’ambito dell’incarico ha concentrato l’attenzione anche sui siti e i blog della galassia antagonista No Tav”.
Insomma, in quei due mesi, Bonomo ha svolto “una penetrante attività di analisi e documentazione delle posizioni via via egemoni nel movimento, delle tesi sostenute e degli obiettivi-bersagli, in base a quanto risulta desumibile dai blog e nei siti internet”.
E a cosa serviva tutto questo? “Ciò al fine di tarare le iniziative secondo un’ottica che tenga conto il più possibile dell’attualità, tra cui i materiali da inserire dei Quaderni dell’Osservatorio”. Insomma, leggere cosa dicono i No Tav, per poi inserire le repliche sui quaderni.
Ma la domanda semplice è: appare normale prendere tutti quei soldi per guardare cosa scrivono i siti No Tav? 9000 euro è lo stipendio base di un consigliere regionale, ma la maggior parte dei lavoratori, anche nel settore informatico e web, se lo sognano.
Il controllo dei siti No Tav da parte di Bonomo “è stato rivolto ai tre temi più sensibili – dice Virano – le criticità politico-istituzionali presenti in Val Susa, le polemiche su internet riguardo i costi dell’opera e il processo nei confronti degli attivisti No Tav per le violenze al cantiere di Chiomonte”.
Altro lavoro evidentemente molto faticoso, svolto dal consulente di Virano, è stato quello di guardare cosa scrivevano i siti internet sulla “polemica comparativa tra il cantiere di Chiomonte e la seconda canna del Frejus, la cui apertura è stata celebrata a metà novembre”.
GUARDA I DOCUMENTI SUL CASO DEL CONSULENTE DA 9000 EURO AL MESE
Per fortuna, con quel compenso il consulente non ha letto solo i siti notav.info, notav,eu e simili, ma ha monitorato anche “i siti degli operatori che segnalano importanti innovazioni tecnologiche, organizzative e commerciali a livello internazionale” (boh!).
Infine, il consulente ha aiutato Virano nella stesura del Quaderno n.9 dell’Osservatorio, per quanto riguarda “l’impostazione, il progetto grafico, l’impaginazione, l’editing e l’avvio di stampa del testo”. E a tal proposito ha “curato il format di riferimento di tutto il corpus documentale delle riunioni dell’Osservatorio, in vista della comunicazione esterna, secondo moduli più omogenei e fruibili, per una più facile fruizione”.
I 18.000 euro pagati in quei due mesi, pari al reddito medio incassato in 1 anno intero da un buona dei parte dei lavoratori italiani, è servito a questo.
Sul caso sollevato da ValsusaOggi, e denunciato già ieri dai siti No Tav, interviene la consigliera regionale Frediani: “Non siamo stupiti dell’attenzione che finalmente la Corte dei Conti dedica all’operato di Mario Virano. Abbiamo depositato solo pochi giorni fa un esposto che chiede di far luce su alcuni aspetti relativi ai suoi molteplici incarichi nell’ambito dei lavori per il TAV Torino-Lione, speriamo che l’indagine di cui ora veniamo a conoscenza sia soltanto l’anticipo di approfondimenti più ampi – dice – cosi come non ci stupisce apprendere che “l’uomo del dialogo”, appena nominato presidente della nuova TELT, abbia affidato un incarico del valore di 18.000 euro per i mesi di novembre e dicembre (vale a dire 9.000 euro al mese!) all’architetto Fabrizio Bonomo soltanto per monitorare costantemente i siti internet dedicati a trasporti e alta velocità, concentrandosi anche sui siti e i blog della galassia antagonista No Tav”.
“Nessuna sorpresa – aggiunge la grillina – considerando che in questa vicenda abbiamo già assistito ad una spesa da parte di Ltf in un arco temporale di soli 11 mesi di ben 174.000 euro per la pulizia di 11 moduli/container (impiegando a tempo pieno due persone e due furgoni) e quasi 150.000 euro per la fornitura di acqua per i WC.
Queste nuove rivelazioni non fanno che alimentare le nostre preoccupazioni in merito all’uso dei fondi pubblici nell’ambito di un progetto che già di per sè costituisce un inno allo spreco delle risorse pubbliche. Auspichiamo che si faccia finalmente luce sull’intera attività dell’architetto Virano, principale responsabile del clima di incomunicabilità tra le istituzioni che da tempo accompagna la realizzazione progetto TAV in Val di Susa e di molte decisioni prese in merito alla prosecuzione di questo assurdo progetto”