GIAVENO – Il Consiglio Comunale di lunedì 25 gennaio ha visto tra il pubblico molti esercenti locali, interessati al punto sui criteri e gli indirizzi per la programmazione commerciale. Ovvero, scoprire se Giaveno avrebbe aperto o meno alle medie strutture (da 250 a 2500 metri quadri di superficie di vendita). Il timore, per chi ha degli esercizi, è che aprano grandi marchi della distribuzione, con il rischio di deprimere il commercio locale, già in difficoltà per via della crisi economica.Un dato, quest’ultimo, che stando alle analisi degli architetti incaricati dal Comune sembra essere smentito. “Il provvedimento rappresenta una ricognizione dello stato dell’arte delle attività legate al commercio sul territorio di Giaveno – spiega Ermanno Neirotti, assessore all’Urbanistica – e ne trae una fotografia positiva, sia in termini di numeri assoluti che di superfici”. Un commercio che sembra stare bene e, anzi, si è sviluppato, ingrandendo le aree commerciali rispetto agli anni scorsi su via Coazze e via Torino.
“Ora il comune si trova a dover recepire degli indirizzi regionali” commenta Neirotti, riferendosi alle serie di leggi che dalla fine degli anni ’90 si sono mosse verso la liberalizzazione. Principio questo che non si può contrastare, come l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha più volte comunicato.
“Trasformazione che procede da tempo, trae origine da norme comunitarie cui è difficile opporsi perché mancano strumenti in ambito comunale per disciplinare il commercio, unica scelta possibile governare la trasformazione e non solo subirla” continua Neirotti. Il governo di questa situazione sta nell’indicare due aree in cui potrebbero sorgere medie strutture: la prima è l’area A3 verso via Torino, la seconda è l’area L1, ovvero la fabbrica lungo l’Ollasio all’altezza del parco comunale.
Come spiega il sindaco Giacone a margine: “Nel caso che qualcuno intendesse edificare in quelle zone, riceveremmo delle compensazioni e anche degli oneri di urbanizzazione, denaro che reinvestiremmo nel centro commerciale naturale che è il centro storico e i suoi commercianti al dettaglio”.
Scontro tra Giacone e Tizzani al momento del voto. Da un lato il sindaco, parlando a nome del suo gruppo, esprime un voto favorevole “perché esiste una tabella approvata dal Comune nel 2013 che di fatto recepiva le norme in materia di liberalizzazione. Il Comune non ha strumenti per opporsi alle liberalizzazioni, né può decidere quali negozi far aprire. Cerchiamo con questo provvedimento di indirizzare e governare il fenomeno”.
Contrario Tizzani, che, ritornando proprio alla delibera in cui si approvava la tabella commerciale ricordata da Giacone, specifica: “l’approvazione era provvisoria, intanto avevamo incaricato i tecnici del Comune di trovare dei criteri da portare avanti per trovare il modo di non aprire medie strutture”. I criteri cui si è riferito Tizzani riguardava, tra gli altri, il contrasto all’utilità sociale, i danneggiamenti al patrimonio culturale e ambientale.
Contrari anche Alessadro Cappuccio capogruppo del gruppo “CambiAMO Giaveno” al “provvedimento che facilita l’ingresso delle medie strutture e non tutela nostri commercianti”. Federico Giovale Alet per il Movimento Cinque Stelle: “perché sosteniamo i negozi di vicinato e questo adeguamento può aprire la strada alle medie strutture. È il risultato di anni di politiche di liberalizzazioni che nel momento in cui incombono sui Comuni vanno accettate senza opporsi”.
E per analoghe motivazione la capogruppo di “Insieme per Giaveno” Concetta Zurzolo, che nei mesi scorsi ha seguito con attenzione la vicenda circa la chiusura del centro storico.
Si astiene la consigliere Vilma Beccaria rappresentante delle liste “Pd”, “Sinistra per Giaveno” e “Medici per l’Ospedale di Giaveno”: “Ho molta perplessità e disincanto sul permettere che ci siano degli altri insediamenti di dimensioni notevoli, ma è pur vero che c’è una normativa precisa per la quale tutti i comuni devono instaurare piani di questo genere. Spero che si riesca a fare qualcosa per il centro storico e per i commercianti che sia programmato e strutturato in modo preciso”.
Il provvedimento passa con 10 voti favorevoli, 4 contrari e un astenuto.
A Giaveno ci vorrebbe un centro commerciale tipo il centro commerciale Paradiso di Collegno perché aldilà di tutti i bla bla tanto i valsangonesi sono per la maggior parte fare spesa o shopping nei centri es Auchan,Penny,Carrefour x cui non ci cambia la vita anzi
Assolutamente d’accordo, la maggior parte compra fuori da Giaveno. Anche perché se uno comprasse solo qua lo stipendio finirebbe all’inizio del mese, e non sto parlando dell’acquisto di prodotti locali a km 0, che vado ad acquistare negli alpeggi in montagna o dagli agricoltori locali, ma parlo di prodotti tipo succhi di frutta, biscotti, e qualsiasi altro prodotto confezionato che in Giaveno e Coazze paghi a peso d’oro. Neanche se li facessero portare con l’elicottero…Ma loro giocano sul fatto che questi paesi sono abitati da molti anziani, che non si spostano frequentemente al di fuori e quindi costi quel che costi comprano.
Spero che il futuro sia guardare avanti come succede negli altri paesi europei…..nuovi centri commerciali competitivi e dove le amministrazioni sono INDIPENDENTI dai commercianti” parola di ex vigile”. Spero che i nuovi centri non rimangano sulla carta e/o con la tempistica all’ITALIANA…..
GRAZIE