dalla REGIONE PIEMONTE
EXILLES – La Regione Piemonte è ufficialmente il nuovo proprietario del Forte di Exilles: lo ha annunciato oggi il presidente Alberto Cirio, incontrando il sindaco Michelangelo Castellano, insieme ai Sindaci dell’Unione Montana Alta Valle Susa e il presidente dell’Associazione Amici del Forte.
Proprio questa mattina, infatti, si è stipulato l’atto notarile che trasferisce il Forte di Exilles dal Demanio alla Regione.
“Da oggi i cittadini del Piemonte diventano proprietari di un bene dal valore storico, culturale e turistico straordinario – sottolinea il presidente Cirio -. È dal 2000 che un presidente della Regione non mette piede in questo luogo che rappresenta uno dei simboli del nostro territorio. Rilanceremo questa risorsa unica e lo faremo insieme ai Sindaci e ai cittadini di questa vallata”.
“Oggi – aggiunge il Presidente – abbiamo dato il via alla costruzione di un percorso condiviso che trasformi la valorizzazione del Forte di Exilles in un progetto a ricaduta per tutta la collettività. Siamo convinti che si possano creare concrete opportunità di sviluppo, ma per farlo dobbiamo partire dalle caratteristiche di questo luogo, ampliandone la fruibilità e lo sviluppo delle potenzialità turistiche”.
La Regione Piemonte, consegnataria del bene dal 1979, nel tempo ha investito circa 23 milioni di euro in interventi di recupero, manutenzione annuale e straordinaria, realizzazione di percorsi di visita, allestimento di spazi museali, costi di gestione, attività promozionale e pubblicazioni, organizzazione di attività culturali ed eventi. Di questi, circa 13 milioni sono stati utilizzati per opere di ripristino e restauro.
Attualmente sono in corso interventi di manutenzione ordinaria necessari a garantire la messa in sicurezza e la conservazione della struttura, eseguiti a cura e onere della Regione, che si prevede si concluderanno entro il 31 dicembre 2019.
Il Forte di Exilles è uno dei più antichi monumenti e sistemi difensivi del Piemonte. Non si hanno notizie certe sulla sua origine: i primi documenti che vi fanno riferimento risalgono al VII secolo e sicuramente esisteva come costruzione articolata già nel 1155. Risale invece al 1339 la sua prima vera descrizione come rara struttura del “castello di strada”, costruzione fortificata quadrangolare con torri, strade e magazzini esterni, diverse cerchia di mura difensive intorno al nucleo interno, una barriera esterna che dava sulla strada del Monginevro, importante collegamento tra il Piemonte e la Provenza. Continue guerre ne decretarono, tra il ‘500 e il ‘700, il passaggio dai Francesi ai Savoia e viceversa. Raso al suolo dai francesi nel 1796, fu riedificato tra il 1818 e il 1829 dal Re di Sardegna, ritornato in possesso dei suoi territori. Il Forte viene disarmato nel 1915 ed il suo armamento trasferito sul fronte orientale della Prima Guerra Mondiale, ma continua ad essere utilizzato come deposito e centro di reclutamento durante la Seconda Guerra Mondiale, perdendo definitivamente ogni funzione militare al termine del conflitto.
Adesso, col passaggio dal demanio alla Regione, chi paga per il mantenimento, ecc.? Tutto come prima o economicamente ancora da stabilire? Creerà qualche occupazione stabile in più? Queste, alcune domande che Cirio, con le chiavi in tasca, dovrebbe farci sapere…
Che bello, ci siamo comprati la lama di luce “mimetica e visibile” che, non paga di aver deturpato il profilo del forte, ne è stata artefice e simbolo dell’inarrestabile declino che ne è seguito.
Una squadra di cinque o sei manutentori a tempo pieno potrebbe essere un significativo sbocco occupazionale per il territorio, magari mettendoli a libro paga di Sitaf, che di buoni motivi per farsene una buona volta carico ne avrebbe a sufficienza.
Che fine ha fatto l’ascensore ?
non doveva essere adibito agli uffici comunali riuniti dell’alta valle ?