di CATIA MIRAGLIA
SUSA – Vorrei iniziare così: “Nessun sistema funzionerà mai per davvero, senza cuori che si uniscono e creano rete!” Succede che, mentre sei preso da una delle tante giornate piene della tua routine, il destino (o Dio) ti mette alla prova e ti trovi davanti un’anima, un cuore dove tutto si è spento. E quando si spegne non sai più chi sei, dove stai andando…e dalla Campania, da San Valentino Torio ti ritrovi a Susa!
Dopo aver girovagato senza meta per giorni, speri che qualcuno ti fermi, si fermi e si accorga che esisti! Perché hai perso tutto, la tua dignità, il tuo ruolo, la sicurezza economica. Lorenzo, un uomo dolcissimo, per anni ha fatto il duro lavoro di camionista, fiero di girare l’Italia per portare il necessario per tutti noi, soprattutto durante il Covid, aveva una casa bellissima e ha tanti nipotini. Poi il “buio”! “Dottoressa, mi dà una sigaretta, un panino?”.
Quell’uomo non sembrava un clochard, non sembrava “esperto” nel chiedere la carità. “Cosa succede?” gli ho chiesto “lei chi è? Che ci fa qui? Come si chiama, mi dia un documento!”.
“Si certo…dottoressa mi aiuti!”. “Venga con me, mi racconti…”.
E così sono partite tante telefonate che non le conto più! Tutti pronti, al di là del ruolo, delle istituzioni, dei protocolli! Tutti uniti per aiutare Lorenzo! Per fare in modo che potesse tornare a casa, nel suo paese da dove, in ciabatte, jeans e t-shirt gialla era partito nel buio dell’anima per poi ritrovarsi a vagare in giro per l’Italia da solo, fino a Susa. Da professionista fiero e ben avviato, Lorenzo si era ridotto a vagare per l’Italia a chiedere aiuto, perché non aveva più speranza, non aveva più ricevuto una parola di conforto, tanto da “buttarsi via”!
In questi giorni a Susa lo avevamo visto in tanti mentre chiedeva alla gente un panino, una sigaretta! Ma forse non gli abbiamo creduto, non abbiamo creduto alla storia dello sventurato! Lorenzo aveva solo bisogno di essere ascoltato.
E così venerdì 13 ottobre Lorenzo è ripartito da Susa per tornare a casa sua in Campania, perché noi tutti c’eravamo ad aiutarlo e sostenerlo. Grazie a tutti per aver salvato un’altra vita. Grazie alla fantastica direttrice del San Giacomo Graziella Muscatello per aver accolto immediatamente il bisognoso. Grazie al Conisa di Susa, a Viola Boccalatte, al nostro Ospedale di Susa, al dottor Paolo Leoncini, alla dottoressa Sara Desiderio e tutti gli infermieri e le Oss, grazie alla Croce Rossa di Susa, grazie al sindaco di San Valentino Torio (Salerno) e grazie a chi lavora con il cuore!
Indubbiamente un’azione encomiabile… buon ritorno a casa a questo signore, sperando che possa tirarsi su e riprendere la sua vita tra le mani…