di LORENA REGE TURO
Le mafie purtroppo fanno parte della vita quotidiana di molti, troppi, cittadini italiani.
Nel tempo i clan mafiosi si sono estesi e hanno impiantato molte radici nel territorio.
“Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nasce a metà degli anni ’90 per sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e a promuovere legalità e giustizia. Ogni anno sceglie una città italiana nella quale verrà svolta la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Quest’anno la XIX edizione si è svolta a Latina, nel Lazio.
In undici del triennio del liceo Des Ambrois di Oulx, accompagnati dalla professoressa Calamia, la sera di venerdì a Torino, in piazza Castello ci siamo ritrovati insieme a molti altri piemontesi a camminare ricordando le vittime della mafia.
Centinaia sono i nomi di coloro che nel tempo han lottato per tentare di garantire un futuro migliore alla loro prole rispetto a quello al quale
tendevano, una vita di sottomissione subiti dai boss locali.
Si fanno le nove ed è il momento di partire.
Dopo ben 10 ore di pullman, tra viaggio, insonnia e soste varie, siamo arrivati a Latina, giusto in tempo per la colazione.
Per le vie di Latina in circa 3 ore arrivano in 100mila tra ragazzi e veterani, tutti quanti con la stessa idea che ci accomuna: la lotta contro
le mafie.
Essere lì, in mezzo a tutti quei ragazzi è stata un’emozione fortissima. Sapevamo perché eravamo lì, ci sentivamo forti, imbattibili.
Le nostre idee in quel giorno stavano prevalendo più di altre: persino con le orecchie tappate ci avrebbero potuto sentire.
“1, 2, 3, 4, 5, 10, 100 passi” cantavamo a squarcia gola. I Modena City Ramblers non potevano scrivere canzone tanto bella in memoria di Peppino Impastato, un grande oppositore della mafia di Cinisi che fu il primo ad avere il coraggio di denunciare pubblicamente quello che tutti segretamente sapevano.
– Ci vuole coraggio di vivere la propria vita senza paura: per renderla vera. – ha detto Don Ciotti, fondatore di Libera, durante il suo discorso, – veniamo in questa terra a noi molto cara per portare questo segnale di condivisione e responsabilità. Non dimentichiamo che in questo territorio c’è una progressiva infiltrazione della criminalità nel tessuto economico. Questa è una terra di grandi risorse e potenzialità ma anche una terra segnata dalla presenza sempre più grave e diffusa delle mafie. Occorre dunque reagire per sottolineare l’urgenza di un impegno in territori di frontiera che rischiano di restare nell’ombra- ha proseguito rivolgendosi a tutti i giovani presenti al corteo.
Noi giovani siamo il futuro, ed è nelle nostre mani, siamone consapevoli.
Cerchiamo di essere sempre alla ricerca di informazioni e di opportunità per cercare di comprendere il mondo che ci circonda perché nulla è troppo lontano dalla realtà in cui viviamo.
Ben fatto! Ma; perché andare così lontano?
Perché ogni anno si è scelta una città differente e quest’anno è toccata a Latina 🙂