LETTERA DEI SINDACATI DELLE ORGANIZZAZIONI INTERFORZE (INFERMIERI, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA, CARABINIERI)
Nei giorni del cordoglio per i giovani travolti dalla piena del Natisone, ricordiamo che le nostre organizzazioni non hanno mai abbassato la guardia sui problemi del Numero d’Emergenza Europeo 112. La nobile indicazione europea di un solo numero attivabile per ogni emergenza è stata vanificata dalla politica, ponendo un centralino di smistamento in capo alla macchina dei soccorsi; la scelta ha rallentato i soccorsi invece di semplificarne funzioni e procedure.
Non abbiamo mai puntato il dito verso i lavoratori del 112, troppo facile addossare le colpe all’ultimo anello della catena decisionale; è la perseveranza nel mantenere lo stesso modello a non avere scusanti. Multipli passaggi telefonici, perdita di minuti preziosi, dispersione di informazioni rilevanti e rallentamenti nelle decisioni che richiedono rapidità, sono solo alcuni dei problemi rimasti insoluti. L’organizzazione del Numero d’Emergenza Europeo 112 ha più volte manifestato i suoi effetti, saranno stati meno eclatanti nella loro tragica spettacolarità, ma ugualmente drammatici per le vittime e i familiari che ne sono stati investiti. Anche i costi per approntare nuove strutture invece di potenziare quelle esistenti sono considerevoli: in termini molto semplici paghiamo di più per arrivare dopo. Abbiamo cercato più volte un dialogo per la ricerca di soluzioni alternative, ma né il bilancio in vite umane, né la documentazione inoppugnabile hanno mai scalfito le convinzioni degli artefici di questo modello.
Le nostre iniziative per l’attuazione di centrali unificate sono state molte, questo evento, ancora più di altri ne chiarisce le ragioni: lasciamo alla Magistratura l’onere dei rilievi tecnici, ma molto difficilmente una Centrale Operativa dei Vigili del Fuoco conosce l’esatta dislocazione di un elicottero sanitario o della Polizia di Stato, ecco perché unire le Centrali Operative significherebbe condividerne le risorse risolvendo il problema immediatamente. Quale giustificazione morale o economica impone che gli enti del soccorso pubblico continuino a lavorare per conto proprio, favorendo campanilismi di bandiera oppure rendite di posizione, invece di unire le rispettive competenze per soccorsi più rapidi ed efficaci? Nessuna istituzione, in particolare quelle responsabili, si sentano indenni da questa tragedia, dal canto nostro possiamo adoperarci per quei cambiamenti in tema di salute e sicurezza perché fatti come questo non accadano mai più.
Le Segreterie Provinciali e Regionali Piemonte e Valle d’Aosta
Stefano Agostinis (Nursind)
Claudio Cambursano (Conapo)
Eugenio Bravo (Siulp)
Salvatore Di Venti (Confsal)
Leonardo Silvestri (Usic)
Approvo tutto ciò che è stato scritto,
e capisco l’ indignazione di coloro che
tutelano i lavoratori dello stato ,essi operano per dovere e sacrificio perché non sempre il loro prezioso lavoro è retribuito,
ci siamo abituati alla fiction del cinema eTV
pensiamo sia semplice operare nelle emergenze e quando purtroppo ci sono
delle vittime puntiamo il dito , ma la colpa anche qui è del tam-tam dei Media che enfatizzano gli eventi e condizionano il nostro giudicare senza usare il proprio cervello
Coloro che scrivono questi comunicati giustamente cercano di difendere il loro orticello. Un orticello in alcuni casi veramente indifendibile.
Sicuramente il sistema NUE112 è migliorabile ma questi signori si riempiono la bocca parlando del nulla.
Mostrino i tempi di risposta e intervento delle loro centrali, dimostrino quanto fossero efficienti prima dell’avvento del NUE o altrimenti si mettano sotto a lavorare come si deve senza sproloquiare.
I dati NUE sono pubblici e consultabili, dove sono quelli dei vari Enti qui malamente rappresentati?
https://www.areu.lombardia.it/documents/11064/2600598/1.1.2+ITALIA.+La+sfida+del+CAMBIAMENTO.pdf/19dd2260-d90d-433e-8666-83dca02612ee?t=1667854216000